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Formula 1 | Quando piove chi non ha le intermedie non si muove

Maria Sole Suriano e Olivia Carbone Formula 1

I pronostici presupponevano fulmini e saette in questa settimana russa, ma d’altronde si sa che il tempo è prevedibile come l’andamento dei pit stop in queste ultime settimane, e i finali sono sempre tutta un’altra gara.

Ce lo può confermare Sir Lewis Hamilton, che di arrivare alla sua centesima vittoria oggi non se l’aspettava proprio.

O Lando Norris che questo diluvio non lo voleva per niente.

Ma andando con ordine, e senza saltare a conclusioni affrettate: cosa ci ha riservato questo gran premio? Tante reaction pic non troppo felici, una grandissima partenza e acqua, tanta acqua.

Le Ferrari questo lo sanno bene, perché ciò che hanno fatto non è passato certamente inosservato.

Sì, Charles Leclerc ha evitato un muro e scampato un remake di Brasile 2019 per un pelo, e forse il finale non è stato dei migliori, ma conta l’impegno giusto?

Non possiamo dire lo stesso di Carlos Sainz.

Anche dopo una carrellata di pessimi pit stop, adesso sta sorseggiando il suo champagne con un cappellino in testa, beato lui sottolineerei.

Lo spagnolo sul podio però non è da solo, e sopra di lui c’è un nome non indifferente: Max Verstappen.

Non sappiamo se la sua macchina si sia trasformata in un Freccia Rossa, o se semplicemente era la sua giornata, ma recuperare 19 posizioni non è da tutti.

Una bella sorpresa per Lewis Hamilton e per noi spettatori che ad un certo punto abbiamo tutti smesso di seguire.

Vi starete infatti chiedendo: cosa è successo durante quei dieci giri di vuoto totale? Per questo ci siamo qui noi!

Una chicca interessante è su Antonio Giovinazzi.

Ci informa infatti l’Alfa Romeo che ha gareggiato senza radio. A noi piace pensare che sia stato il suo sesto senso e fiuto eccezionale a capire quando fare i pit stop.

In secondo luogo nessuno ha notato il ritiro di Nicholas Latifi.

Forse perché era già tra gli ultimi? O perché il caos si stava abbattendo sulla Russia?

Ma possiamo assicurarvi non solo che sta bene, ma soprattutto che è successo e non è stata una nostra allucinazione collettiva.

Alla fine dei conti è stata una gara da effetto farfalla: un errore di Lando Norris ne ha cambiato le sorti, un diluvio piuttosto inaspettato ne ha sconvolto le carte in tavola, e la sorte ha giocato ancora una volta con i suoi burattini.

Almeno possiamo dire che la Formula 1 non è uno sport noioso, giusto?

Maria Sole Suriano

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