L’ultima gara del campionato di Formula E ha incoronato un nuovo campione del mondo: Stoffel Vandoorne.

Si tratta di una vittoria storica per la categoria elettrica, ma soprattutto per il team Mercedes. In primis si tratta dell’ultimo successo iridato di un pilota al volante di una GEN 2 (l’anno prossimo esordiranno le tanto attese GEN3). Questo titolo, però, ha un peso specifico superiore per il team: ritirarsi da campioni è frutto di enorme soddisfazione e orgoglio, ciò che tutti sognano, ma salutare la categoria da due volte campioni del mondo da’ ancora più gusto.
Andiamo a rivivere l’incredibile stagione di Stoffel Vandoorne, un anno di grande consapevolezza sia per il pilota che per la squadra.
Un avvio di campionato a due facce: podio a Diriyah, 0 punti in Messico e podio a Roma
La prima gara del campionato in Arabia Saudita a Diriyah mostra una Mercedes altamente competitiva, come l’anno precedente. Dalla pole position ( assegnata con le nuove qualifiche a duelli) parte proprio Stoffel Vandoorne. Ad aggiudicarsi la vittoria della gara è il suo compagno di squadra De Vries, ma il pilota belga può essere molto soddisfatto con un ottimo secondo posto. Il giorno dopo nello stesso circuito, il pilota belga deve accontentarsi di un sesto posto e del punto addizionale per il giro veloce.

Durante il successivo weekend in Messico, Vandoorne non finisce a punti. Non c’è, però, da preoccuparsi troppo in quanto si tratterà del suo unico zero di tutto il campionato. La sua sicurezza nelle sue capacità, la fiducia nella competitivà della monoposto e in un team con uno spirito vincente hanno fatto le differenza nei momenti più critici della stagione.
La svolta del campionato con la vittoria a Monaco
Dopo aver raggiunto il podio a Roma, arriva finalmente anche la vittoria al Monaco E-prix, precedendo Evans di un secondo circa. Come afferma Vandoorne recentemente in una dichiarazione rilasciata in un’intervista, questo risultato rappresenta un punto di svolta della sua stagione, perché da quel momento non si sono più guardati indietro. Gli sforzi di tutti sono stati orientati verso il titolo mondiale.

Nella gara monegasca , la sua prestazione non può essere definita come memorabile: non lo ritroviamo mai convolto in duelli mozzafiato. Semplicemente, si dimostra molto maturo nella gestione della gara e sa aspettare il momento giusto per emergere.
Partito quarto, vede di fronte a sé gli avversari duellare in modo molto animato. Lui decide di rimanerne fuori per un po’, senza perdere mai contatto dai primi. Avanza gradualmente, guadagnando posizioni grazie all’alternanza dovuta all’attivazione dell’Attack Mode e grazie al ritiro di Wehrlein. Con Vergne in Attack Mode, si prende la leadership per poi non lasciarla più. Apre un gap su Evans e si dirige con sicurezza verso la vittoria.
Da Monaco in poi, Vandoorne si guadagna il titolo di Mr Consistency, per la consistenza dimostrata nelle successive gare.
Il weekend tedesco è particolarmente positivo per Vandoorne con due terzi posti. Gli scarsi risultati delle due gare di Jakarta e Marrakech sono da considerare come piccoli inciampi nella strada verso il titolo.
La sua maturità come pilota, al volante di una monoposto altamente competitiva, riemerge a New York, dove Vandoorne torna sul podio nel Round 12, dopo un quarto posto nel Round 11 sempre nella Grande Mela.
La storia si ripete a Londra, con un secondo posto nel Round 13 e un quarto posto nel Round 14.
L’epilogo del campionato: maturità e consapevolezza da vero campione
Alla vigilia del Seoul Eprix, Vandoorne occupa meritatamente la posizione di leader di classifica generale con un vantaggio di 36 punti su Mitch Evans. Ancora non si può cantare vittoria perché si gareggerà in un circuito inedito con un clima molto instabile, con basse temperature e pioggia. E’ proprio questo lo sfondo della prima gara coreana.
In gara 1 Vandoorne parte quinto e imposta una gara conservativa. Decide di rimanere fuori dai guai, lontano da contatti che potrebbero distruggere la sua gara. A metà competizione si ritrova a doversi difendere, prima per contenere gli attacchi di Mortara e poi il pressing di Vergne. In entrambi i casi, non si fa prendere dall’ansia e al termine della gara porta a casa un quinto posto. Se da una parte si può parlare di un buon risultato, dall’altra i volti nel box Mercedes sono abbastanza tesi: con Evans vincitore di giornata, il pilota Jaguar ritorna in corsa per il titolo a soli 20 punti di distanza.
La seconda gara del weekend è decisiva. La lotta per il titolo è un affare tra Stoffel Vandoorne e Mitch Evans. Tuttavia, in qualifica, arriva il primo clamoroso errore del pilota Jaguar, che si ritrova in tredicesima casella. Vandoorne, invece, parte nettamente favorito dalla sua quarta posizione.
In avvio di gara, Evans è subito ostacolato da un ingorgo in pista. Il pilota Mercedes, invece, conduce una gara lineare e conservativa e da quarto passa a terzo. Con un Evans bloccato a metà gruppo, senza chance di rimonta, il titolo è di Vandoorne, già poco dopo la metà della gara. Il secondo posto finale (in seguito alla penalità a Dennis) consegna definitivamente il doppio successo iridato a Stoffel Vandoorne e alla Mercedes.
Mercedes non poteva sperare in una migliore conclusione della loro avventura elettrica.
