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Formula 2 in Australia: galeotte furono le penalità e chi le commise

Al circuito di Albert Park spetta l’ardua impresa di districare il bandolo della matassa nella massima categoria cadetta. Dopo una Sprint Race decisamente sottotono, nel terzo appuntamento della stagione, si accende la competizione che infuria dal primo all’ultimo giro senza esclusione di colpi.
Nella terra dei galeotti, a primeggiare tra le verdi curve australiane, sono infatti le manovre criminali e le conseguenti abbondantissime penalità. A farne le spese, alcuni nomi illustri – tra cui Victor Martins – che esce dalla tappa australiana fortemente ridimensionato in termini di velleità mondiali.

Giro 8/33: Jak contro Jack

Dopo un avvio di gara movimentato da qualche errore nelle retrovie, la prudenza che sembra aver ispirato la medesima monotonia della Sprint Race cede il passo alla prima Safety Car della domenica.
A causarla, il contatto tra l’idolo di casa e Crawford al termine di un sorpasso al limite che costringe l’americano della Hitech fuori pista senza possibilità di evitare l’impatto con le barriere.
Dopo una lunga investigazione, l’incidente viene declassato ad episodio di gara che non si traduce dunque in penalità per un già arrancante Jack Doohan.
Nel frattempo, nel tentativo di inseguire la strategia dell’undercut, si fermano Martins e Daruvala per smarcare il pit stop e montare la gomma media. Il tempismo non paga perché al passaggio successivo, per effetto della Safety Car, anche gli avversari rientrano vanificando la buona chiamata del francese della ART.


Prema: una gara da alti e bassi

Mentre Vesti, partito tredicesimo, agguanta virtualmente la testa della corsa non fermandosi al box, Bearman diventa protagonista di una serie di sfortunati eventi.
Dopo aver rimediato una penalità di cinque secondi per un errore in fase di sorpasso, l’inglese del team Prema viene colpito in uscita dal box. Lo scontro, straordinariamente violento per le velocità imposte dal regime di pit lane, causa una foratura alla posteriore destra di Bearman che è così costretto a rientrare anche al giro successivo. In nessuna delle due occasioni, però, il team Prema sconta la penalità inflitta al proprio pilota il quale – totalmente ignaro – viene informato dei cinque secondi addizionali solo nell’ultimo terzo di gara.
Per Hadjar, colpevole di unsafe release, i giudici comandano dieci secondi di penalità.


Nissany: che disastro!

La gara riprende al tredicesimo giro con Vesti saldamente al comando.
Dietro di lui, altre quattro vetture lo separano da un arrembante Iwasa che, fresco di pit stop, si mette a caccia del leader della corsa.
Tra coloro che non si sono fermati perché partiti con gomma media, c’è anche Nissany che fatica però a mantenere il ritmo dei primi. In chiara difficoltà, dopo esser stato infilato dai rientranti Iwasa e Pourchaire, l’israeliano diventa autore di alcune manovre da capogiro.
Letteralmente.
Nel tentativo di resistere, Nissany ne fa fuori due: prima Hadjar poi Cordeel, fortunatamente illesi e in grado di continuare la corsa nonostante i contatti subiti. Non contento, però, nonostante fosse ormai fuori dalla top ten, l’israeliano decide di concedersi l’en plein.
Al giro ventisei, la sua auto finisce in testacoda e l’impatto contro le barriere del primo settore determina l’ingresso di una seconda Safety Car.
Episodio, quello causato dall’israeliano, che premia la strategia di Prema la quale comanda il rientro del leader Vesti per il pit stop obbligatorio. Da tredicesimo in qualifica, il danese torna in pista alle spalle di Leclerc in sesta posizione con un’arma micidiale: gomme soft nuove contro le medie usurate del monegasco.


Fittipaldi: ultimo anno nel Red Bull Junior Team?

A condannare una strategia altrimenti perfetta del team Prema, è la clamorosa uscita di scena di Fittipaldi.
Dopo essersi fermato al box per montare la gomma soft, il brasiliano non riesce a mettere in temperatura le proprie coperture e alla prima staccata finisce lungo. Nella fretta di riprendere la corsa, nonostante il regime di Safety Car, il pilota della Rodin Carlin impatta contro il muro causando la rottura del tirante per la convergenza posteriore. La sua vettura finisce clamorosamente in testacoda a pochi metri dalla monoposto di Nissany, ancora in attesa di rimozione.
Per Fittipaldi si concretizza così un doppio zero, dopo l’incredibile errore nel giro di formazione della Sprint Race, che potrebbe costargli la sponsorizzazione del Red Bull Junior Team.


Martins: tanta velocità ma troppi errori

La gara riprende a tre giri dalla fine grazie ad un mirabile operato dei commissari di pista.
Hauger, miracolosamente a podio dopo la vittoria nella Sprint Race, è tallonato da un velocissimo Martins che sbaglia però alla staccata della penultima curva. Il francese, lungo in frenata, tampona l’incolpevole norvegese della MP determinando un doppio ritiro.
A beneficiarne è Arthur Leclerc, salito in terza posizione, che deve però difendersi dagli assalti di Vesti con gomma più fresca. Il monegasco non sbaglia, nemmeno quando la sagoma del danese diventa ingombrante nei suoi specchietti, e realizza per DAMS il primo doppio podio della stagione.
Vince Iwasa, secondo Pourchaire che amministra senza mai rischiare.


Ordine d’arrivo che viene confermato con le celebrazioni del podio ma che resta ancora da ufficializzare.
Su Leclerc pende infatti una presunta penalità per aver tenuto una velocità eccessivamente ridotta in ingresso di pit lane. Il monegasco è accusato di aver preso spazio mentre il team effettuava il cambio gomme sul compagno di squadra.

L’ordine di arrivo della Feature Race (crediti: Twitter)

Marika Taroni

Biologa nutrizionista, amante dello sport, dei motori e dell'adrenalina su pista.

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