La vigilia del GP di Ungheria:
La Formula 1 sbarca, questo fine settimana, in Ungheria per disputare il 12° appuntamento stagionale di questo mondiale 2023.
Tra il ritorno in scena di Daniel Ricciardo dopo il licenziamento di Nyck De Vries e i cospicui aggiornamenti attesi da quasi tutte le squadre in griglia, il GP di Ungheria si appresta ad essere teatro di incertezze e riscatti.
Non è il caso della Red Bull, trascinata da un inarrestabile Max Verstappen che viaggia su un binario tanto veloce quanto lontano da quello degli avversari. Un duo che continua a rompere ogni forma di record, un tandem spietato e affamato pronto ad artigliare punti e trofei lasciando a mani vuote chi, quel treno ad alta velocità, non se lo può permettere.
L’Ungheria sarà un vero e proprio banco di prova per chiunque. A partire dalla Ferrari, chiamata a rispondere presente dopo il disastroso risultato registrato a Silverstone. Un bottino che, però, non ha rispecchiato il reale potenziale della Rossa. Le note positive celate in terra inglese potranno emergere, invece, nel tracciato ungherese, più conforme alle caratteristiche della SF-23. A supporto dei piloti, saranno introdotte un’ala anteriore e posteriore più cariche per perfezionare il passo gara.
Non saranno da meno Aston Martin, Mercedes e McLaren che proseguiranno la loro campagna di aggiornamenti sulle rispettive monoposto. In casa McLaren, dopo il sogno vissuto nel GP di casa, sono pronti a completare la loro massiccia rivisitazione della vettura con l’esordio delle componenti meccaniche volte a migliorare la guidabilità della MCL60 e conferirle più competitività nelle curve lente e più tecniche.
I dati della pista:
-lunghezza: 4.381 km
-giri previsti: 70
-curve: 14, 9 a destra, 5 a sinistra
-distanza di gara coperta: 306.6 km
-zone DRS: 2
-consumo di benzina: 1.5 kg/giro
-tempo record (in gara): 1’16″627, Lewis Hamilton, 2020
-senso di marcia: orario
Caratteristiche tecniche del circuito:
Inaugurato nel 1986, l’Hungaroring sorge a 19 km dal centro di Budapest, nel piccolo villaggio di Mogyoród. Si tratta del primo tracciato dell’Est a far sbarcare il mondo della F1 nella realtà dei paesi socialisti.
Collocata su un terreno polveroso, la pista ungherese non è quasi mai teatro di ulteriori competizioni sportive al di fuori del weekend annuale del gran premio. Questo la rende, dunque, un layout sporco e ostico, obbligando i piloti a far uso delle traiettorie prestabilite lungo l’asfalto.
Il circuito magiaro, per le sue caratteristiche, risulta essere un perfetto mix tra una pista tradizionale e un kartodromo, il terzo più corto sul calendario e il secondo più lento alle spalle di Monaco.
Il tracciato, percorso in senso orario, si avvale di uno snake di curve tecniche e brevi rettifili. La sua carreggiata stretta e tortuosa rende, invece, difficoltosa l’esecuzione dei sorpassi. Per questo motivo, le qualifiche del sabato assumono un ruolo cruciale nella determinazione della griglia di partenza e di arrivo per la domenica di gara.
Visti i numerosi cambi di direzione nel cuore della pista, tra curva 6 e curva 11, e una velocità media non particolarmente elevata, i team dovranno armarsi di elevata downforce e buon bilanciamento dell’assetto. Obbligatori saranno un anteriore limato al millimetro, assenza di sottosterzo e ottima stabilità al posteriore per favorire una corretta trazione in uscita di curva.
Il circuito non risulta essere particolarmente insidioso per il motore, con quest’ultimo che viene impiegato a pieno regime per il 65% del giro. Importante, invece, sarà la componente ibrida in grado di recuperare più di 700 kj dalla MGU-K nonostante un numero contenuto di frenate impegnative proposto dal tracciato ungherese.
Il tandem costituito dalla bassa velocità media e da un’alta temperatura ambientale renderanno difficoltoso il raffreddamento del motore e dei suoi rispettivi accessori.
Per via dell’assetto aerodinamico richiesto dalla pista, il consumo di benzina sarà notevole. Al fine di evitare di terminare la gara in modalità fuel saving, sarà opportuno adottare le strategie necessarie per risparmiare carburante in alcuni tratti di gara.
Nonostante la severità dell’asfalto in relazione alle gomme, il circuito permette ai compound di andare nel corretto range di temperatura in modo rapido, grazie, soprattutto, alla successione ravvicinata delle curve della pista.
Maggiore attenzione verrà riposta sul controllo del degrado termico degli pneumatici in vista delle alte temperature previste domenica pomeriggio e le numerose trazioni richieste da parte della monoposto.
Novità in arrivo in Ungheria: debutta l’ATA
Pirelli, per questa edizione, punta su mescole più morbide rispetto alla passata stagione con i seguenti set a disposizione di squadre e piloti:
–C3 HARD
–C4 MEDIUM
–C5 SOFT
In occasione del GP d’Ungheria, debutterà, per la prima volta, il nuovo format di qualifica. Una novità che avrebbe dovuto fare il suo ingresso già nel GP dell’Emilia-Romagna, annullato in seguito alla cancellazione dell’evento.
Un secondo test, invece, si svolgerà in occasione del Gran Premio d’Italia a Monza. Una seconda opportunità per provare questo format che prende il nome di ATA: Alternative Tyre Allocation.
Il format in questione prevede lo svolgimento delle qualifiche con 3 set di gomme slick distinte, una per ogni Q disputata, seguendo questo schema:
–Q1: con gomma Hard C3
–Q2: con gomma Medium C4
–Q3: con gomma Soft C5
Il progetto, però, decadrà nel momento in cui ci fosse maltempo con pioggia, condizione che obbligherà i piloti ad utilizzare la gamma di pneumatici che più preferiscono.
Con l’avvento di questo format, team e piloti potranno contare su 11 set di gomme complessivi contro i 13 previsti di consueto: 3 Hard, 4 Medium, 4 Soft. Il numero di compound da bagnato rimane, invece, invariato.
Le dichiarazioni di Mario Isola, direttore di Pirelli Motorsport, giustificano le prese di posizione sulle mescole e il nuovo format:
“Di solito, questa gara si gioca molto sulle strategie e sul degrado delle gomme. Quest’anno abbiamo scelto di portare un tris di mescole più morbido rispetto al 2022 e sarà sperimentato per la prima volta un format di allocazione di gomme per le qualifiche, che prevede l’obbligo in caso di pista asciutta di utilizzo della Hard in Q1, la Medium in Q2 e la Soft in Q3.”
“Entrambe queste novità possono, almeno sulla carta, offrire un ventaglio di opzioni più ampio proprio in termini di strategia. L’ATA consente inoltre di risparmiare due treni di gomme da asciutto rispetto al format tradizionale e sarà provato nuovamente in occasione del Gran Premio d’Italia a Monza. Poi FIA, F1 e le squadre decideranno se, eventualmente, adottarlo per la prossima stagione”.