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Arthur Leclerc, la sfortuna è un affare di famiglia

Nel linguaggio giovanile sembra oramai essere prassi associare il cognome Leclerc alla parola sfortuna. Tante coincidenze? Forse dovremo chiederlo a Charles ma soprattutto ad Arthur. In quel di Spa, il piccolo di casa Leclerc ha vissuto l’ennesimo weekend lontano dalla felicità. Dopo il grigio ungherese, è arrivato l’acquazzone in Belgio per Arthur nel weekend appena concluso, chiudendo le due gare con zero punti, continuando questa triste striscia iniziata a Budapest e che in Vallonia è arrivata a quota quattro, facendo sprofondare il monegasco in classifica.

Il weekend belga di Arthur Leclerc

Il weekend di Arthur Leclerc in Belgio è paragonabile ad un film dell’orrore dove al protagonista ne capitano di tutti i colori. La qualifica inizia sotto il segno sbagliato, con il piccolo di casa Leclerc che è sfortunato con la pioggia e non riesce a segnare un tempo utile per la causa, chiudendo al quindicesimo posto a sei secondi dal poleman.

Il sabato belga per il monegasco è nel segno di un’anonima gara a centro classifica chiusa al decimo posto, dove l’ottavo posto (primo piazzamento dal basso che dava punti) è soltanto stato un lontano ricordo a 3 secondi circa. La rimonta di cinque posizioni, pur resa quasi “inutile” metteva comunque un sottilissimo ottimismo per la giornata successiva.

La domenica di F2 per il monegasco, invece, è un incubo. Al quinto giro Nissany lo sperona sull’Eau Rouge, Leclerc è abile e mantiene il controllo della macchina ma è costretto a farsi un giro intero su tre ruote. Rientrato ai box decide di continuare e inizia la sua corsa in solitaria lontano da tutti e tutto. Grazie al caos finale, Arthur guadagna posizioni a suon di bei sorpassi e – incredibilmente – un pizzico di fortuna. Quest’ultima, tuttavia, si esaurisce all’ultimo e porta il pilota di Dams a chiudere undicesimo, ovvero ad una posizione dai quei benedetti punti che non vogliono proprio più tornare dal povero Arthur.

Fonte foto: Dams Facebook Page

Michele Massa

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