di Rosarita Linsalata
Energia, lusso, spettacolo e adrenalina, sono solo alcuni dei sostantivi associati alla decennale tappa del Gp di Monaco. Un tracciato storico ma al contempo diverso, con una pista “unica nel suo genere” come dice lo stesso monegasco Charles Leclerc. Una tappa che tutti attendono e sognano, imprevedibile e affascinante. Un banco di prova per grandi e piccoli, per chi ha ormai collezionato esperienze e per chi sta costruendo giorno dopo giorno la sua carriera. Una vera e propria sfida soprattutto per i piloti più giovani e meno esperti come quelli delle formuline che aspirano alla categoria regina: la F1. In ballo c’è tutto, sfida, coraggio, novità e rischio, ma quanto tutto questo è fondamentale per un pilota delle categorie minori?
Monaco e le formule minori: un connubio ambizioso
Monaco è quello che si può definire il circuito “bello e dannato”, caratterizzato da un tracciato di linee strette e tortuose, senza via di fuga. Una pista che richiede precisione, concentrazione e maturità, che sfida le capacità di ogni singolo pilota per poter fare emergere il talento.
Tuttavia per i giovani piloti di Formula 2 e Formula 3 Monaco è molto di più, è il loro banco di prova per eccellenza. Vincere su un tracciato così difficile, e al contempo storico, è la carta in grado di portare sotto i riflettori un talento ancora acerbo, un talento che tassello dopo tassello sta costruendo la strada per raggiungere il proprio sogno: correre con una di quelle 20 monoposto della categoria regina. Ma non solo, il suolo monegasco è anche una grande sfida da un punto di vista tecnico e logistico. Infatti le monoposto delle formuline, a differenza di quelle della F1, non sono progettate per circuiti come questo, in quanto sono più difficili da gestire nelle curve, meno performanti nei cambi di direzione e guidate da piloti con meno esperienza.
Questo connubio, nella maggior parte dei casi, porta ad assistere a gare caotiche, con incidenti abbastanza frequenti che mettono a dura prova la sicurezza dei partecipanti. Eppure, nonostante i rischi, i giovani piloti vedono il circuito di Monaco come un luogo di sfida e un’occasione di crescita professionale.
Formuline e Gp di Monaco: i vantaggi
Come ogni pista, anche il circuito di Montecarlo ha i suoi pro e i suoi contro. Tra i vantaggi, come già detto nel paragrafo precedente, ci sono sicuramente prestigio e visibilità, oltre che un grande bagaglio formativo.
Infatti i giovani piloti delle formuline, si ritrovano in questa sfida caratterizzata da strade strette, curve impegnative e margini di errori minimi a sviluppare e migliorare le proprie abilità di guida, la concentrazione e imparano a gestire il peso della pressione che grava su di loro. Ma non solo, la formazione del circuito che non consente di effettuare grandi sorpassi in gara, dà un ruolo di nicchia alle qualifiche. Posizionarsi nelle prime file significa avere dalla propria parte un bel vantaggio, questo però impone ai piloti di massimizzare ogni opportunità e insegna loro a giocare di strategia durante tutto il weekend.
Ultimo, ma non per importanza, l’aspetto tecnico che fornisce ai giovani talenti un grande bagaglio formativo. Correre su una pista come questa, richiede la capacità di gestire le gomme, di studiare attentamente ogni singola curva, ma anche e soprattutto richiede la capacità di lavorare sinergicamente con il proprio ingegnere e il proprio team. Saper comunicare in modo efficiente, saper riconoscere difetti e pregi della propria monoposto e poterli comunicare in modo tempestivo al proprio team è tutto ciò che può fare la differenza e può aiutare a portare a casa un ottimo risultato.
Formuline e Gp di Monaco: gli svantaggi
È giunto il tempo di guardare anche all’altra faccia della medaglia e di parlare degli svantaggi che il circuito monegasco porta con sé per le formule minori. Uno dei primi contro è rappresentato dalle difficoltà di sorpasso. La conformazione del circuito, vista già in precedenza, rende estremamente difficili e quasi impossibili i sorpassi, questo porta ad una gara dove la posizione di partenza rappresenta quasi sempre l’ordine di arrivo.
Un altro problema legato a questa pista riguarda la sicurezza. La mancanza totale di vie di fuga e le barriere molto vicine portano molto spesso ad errori ed incidenti più o meno gravi. Basti pensare all’incidente avvenuto al via della feature race di Formula 2 che ha coinvolto più vetture e ha causato un’interruzione prolungata della gara.
Ultimo contro si ricollega all’aspetto precedente ed è rappresentanto dalle interruzioni frequenti. Infatti le diverse bandiere rosse, le safety cars in pista, comportano l’interruzione costante della competizione. Ciò significa avere a che fare con gare decisamente meno scorrevoli e a tratti più noiose, che portano perdita di interesse negli spettatori. Insomma tra rischi, difficoltà di sorpasso e interruzioni frequenti, il suolo monegasco, seppur rappresentando un banco di prova considervole per i giovani talenti, è anche contemporaneamente un antagonista delle formuline.
Si tirano le somme: Gp di Monaco si o no?
Dopo aver analizzato i pro e i contro della partecipazione delle formule minori al weekend di gara del Principato, è tempo di tirare le somme. Secondo una mia opinione personale è giusto lasciare la possibilità ai giovani talenti di sperimentare una pista diversa nel loro campionato, una pista che permette loro di fare i conti con le proprie abilità e di sfidare i propri limiti imparando qualcosa di nuovo. Probabilmente quello che si potrebbe rivedere è il format della gara e il contesto. Per il resto Monaco resta una tappa fondamentale nel cammino dei giovani verso il raggiungimento del proprio sogno: la F1.
E per voi lettori invece, il Gp di Monaco è da cancellare dal calendario o merita di restare?