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Leonardo Fazio si racconta: “Il kart come rifugio dal bullismo, non immagino un futuro senza”

Leonardo Fazio è un quindicenne che si definisce “pilota in una missione”. Leonardo, che ha contattato la redazione di Mult1formula per raccontare la propria storia, spiega che non si definisce “un pilota per divertimento, perché io corro principalmente per ricordare una persona molto importante per me, ovvero mio cugino. Purtroppo per un tumore già abbandonati a quattordici anni, perciò corro per ricordare lui e per onorarlo“. Poi aggiunge: “Però corro anche perché questo è uno sport che mi ha accompagnato fin da bambino. Quando mi devo presentare mi definisco un pilota, non tanto una persona“.

L’amore per i kart risale alla sua infanzia, grazie al padre: “Ho iniziato a correre verso i sei anni, grazie a mio papà che mentre eravamo in vacanza ha trovato un kartodromo vicino al campeggio dove eravamo. Mi ci ha portato e da lì è stato amore a prima vista”, racconta Leonardo. “Ho deciso di continuare, sono andato ancora due o tre volte con il kart a noleggio, poi mio padre mi ha comprato il mio primo kart, un mini rock di cilindrata 60. Andava veramente forte, lo usavo in una pista piccolina, però comunque ci sono cresciuto”.

“Fino ai tredici, quattordici anni sono andato avanti a andare a noleggio la domenica, solo ogni tanto, poi ho cambiato. Dal 60, sono passato al 100,l’ho usato poche volte, poi ho scoperto queste bravissime persone, che organizzano un campionato“. “Così ho chiesto a mio padre di fare una gara, e ho tentato. Ho visto che non avevo un passo tanto diverso dagli altri, che con la pratica si poteva affinare, e l’anno scorso, la mia prima stagione agonistica completa, ho concluso in ottava posizione in classifica generale su circa 40 piloti“.

Il debutto nell’Endurance

Fazio racconta che ha partecipato nuovamente quel campionato, ma “ho dovuto saltare due tappe per altri impegni e ho partecipato a competizioni diverse. Tra queste, la mia prima gara con un kart a due tempi, preso a noleggio. Questo mese riprendono le gare del campionato, la prima è il 20 settembre, ma ho in programma anche una Endurance di tre ore a Ottobiano”.

Per il giovane pilota, sarà il suo debutto in questo mondo: “Per me e il resto dell’equipaggio sarà la nostra prima endurance. Sarà un’avventura, ma se la troveremo divertente potremmo riprovarci in futuro. Tra l’altro, abbiamo fondato un vero e proprio team: abbiamo creato cartelloni, manifesti, e il logo l’ho disegnato io, che studio grafica”. Leonardo pensa in grande e insieme all’amico Gabriele Strozza, con cui ha fondato il team “dovremmo avere uno sponsor con cui pagare le gare di endurance il prossimo anno. E’ da maggio che ci lavoriamo“.

Il kart per affrontare il bullismo

Fazio spiega poi cosa lo ha spinto a contattare Mult1formula: “Penso che la gente possa rispecchiarsi nella mia storia. Oltre a essere un modo per rappresentare e ricordare qualcuno a cui tenevo e che purtroppo non c’è più, il kart per me è una valvola di sfogo e un rifugio”. Aggiunge: “Ho vissuto diversi anni di bullismo e l’unica tregua per me era quel giorno in cui prendevo il casco, i guanti e andavo in pista. In quei venti minuti ero sereno. Io non vedo un futuro senza questo sport“.

Io tra vent’anni mi devo ancora fare questo stesso sport, a un livello più alto forse, forse più basso. Ma comunque mi vedo a farlo. E’ una via d’uscita da tante cose: una settimana faticosa a scuola, o al lavoro. Nel weekend prendi e vai a fare una gara, spendi quello che puoi, ne vale la pena”, rivela.

Una passione condivisa con il padre

Mio padre corre. Questo weekend per esempio ha una gara in Abruzzo, appena finisce parte per venire a vedere la mia, che corro a Ottobiano. Mia madre non appassionata quanto noi due, ma lo capisco, anche quando a volte non la vive benissimo. Se fossi in lei e mi sentissi dire che sia mio marito che mio figlio vogliono correre, mi chiederei ‘come facciamo?’. La capisco. Nonostante questo è sempre venuta a vedermi e quando proprio non può, viene mio padre”.

Il padre lo ha accompagnato e supportato in questo viaggio: “Mi ha sempre supportato economicamente e moralmente. Per i podi abbiamo pianto insieme, per le sconfitte ce la siamo presa insieme. Abbiamo condiviso tutto, condivideremo sempre tutto in questo ambito. E’ una nostra sintonia”.

In futuro, se fosse possibile lavorare in questo mondo, lo farei, naturalmente. Fare il pilota professionista però ha i suoi costi – e a meno di un qualche sponsor – è difficile. Potrei correre per hobby, lavorando comunque per un team, qualcosa del genere sarebbe più fattibile. Altrimenti, continuerò a studiare per diventare grafico e farò quel lavoro“.

Leonardo racconta poi dei suoi idoli sportivi, Ayrton Senna e Michael Schumacher: “Io ambisco a essere umile anche nelle vittorie e a non abbattermi nelle sconfitte. Per questo sono il mio punto di riferimento, perché quando succede qualcosa in una gara – un incidente per esempio – penso sempre che la gara è lunga e poi, se anche non va bene, c’è sempre la prossima. Per me è importante essere umili e rispettosi“.

Il giovane pilota chiude con un messaggio: “Vorrei dire a chi legge di credere nei propri sogni. Io non vengo da una famiglia ricca, abbiamo un buon reddito, ma comunque non ci possiamo permettere le grandi gare dei kart. Ma se anche non ci si può permettere certe cose, si può sempre fare ciò che piace. Consiglio a tutti di fare ciò che piace, nella maniera in cui ci si può permettere. Non bisogna fermarsi se non ci si può permettere il WSK. Fai quello che puoi fare finché sei contento“.

Olivia Carbone

Appassionata di sport, ha iniziato a scrivere per Mult1formula a novembre del 2020. Le piace il cinema e la geopolitica, ma è anche amante della letteratura.

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