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Miami: il GP che non è sembrato un GP

Quasi dodici ore dopo il GP di Miami, è ormai chiaro ai più come questo Gran Premio, di fatto, non sia sembrato un Gran Premio. Sono stati troppi gli elementi mancanti: non ci sono stati colpi di scena, ne strategie tremendamente sbagliate, nessuna bandiera gialla (questo, per fortuna), niente pioggia… Avete capito.

GP di Miami

Dunque mi trovo a scrivere il mio tradizionale report ironico di una gara che nel profondo del mio cuore, di fatto, sto ancora aspettando di vedere. Purtroppo per me, questo Gran Premio si è disputato eccome e quindi mi tocca districare il gomitolo dei ricordi di ieri sera, ringraziando il mio sistema nervoso per non avermi fatto addormentare davanti alla televisione.

I vincitori

Qualche cosa è successa, se ci si pensa bene: Max Verstappen ha vinto. Il che, ormai, non è strano, ma va detto che è arrivato primo dopo essere partito dalla nona piazza e nonostante i suoi sorpassi siano sembrati semplici passaggi dei doppiati, ne va riconosciuta l’ottima performance. La Red Bull non può lamentarsi della quarta doppietta stagionale e nemmeno Fernando Alonso, che ormai ha l’abbonamento per il terzo gradino del podio, può dirsi deluso.

Gli sconfitti

Qualcuno invece, può definirsi sconfitto, mica deluso. Partiamo dal fondo, perché gli ultimi saranno i primi (quando avranno una macchina performante): Lando Norris e Oscar Piastri. Relegati alle ultime posizioni, forse avrebbero preferito lanciarsi nel mare finto del circuito piuttosto che terminare la gara. La faccenda non cambia per Logan Sargeant e Nyck De Vries: il primo, eroe di casa, ha deciso di intrattenere i suoi connazionali con la distruzione della propria ala anteriore, mentre De Vries sta pensando con particolare intensità al sedile in Formula E che ha abbandonato per imbarcarsi in questa disavventura.

Gli insoddisfatti

C’è poi una terza categoria: gli insoddisfatti, ma non del tutto sconfitti. Primi tra tutti, i piloti della Ferrari. Qualcosa, anzi, più di qualcosa, è andato male: il degrado era pari a quello delle gomme dei taxi in centro a Milano ad agosto, Sainz ha preso penalità e la macchina di Leclerc per un breve periodo sembrava essere guidata da Brad Pitt. Guardando il lato positivo, bisogna però riconoscere che in Ferrari hanno scoperto un nuovo superpotere della loro monoposto: il sovrasterzo contemporaneo al sottosterzo.

Yuki Tsunoda è un altro insoddisfatto, che anche questa volta è arrivato P11. Buon risultato per l’AlphaTauri, ma sicuramente ha lo stesso sapore di un 6- nella versione di latino. Anche Pierre Gasly, forse, si aspettava di più dalla gara, ma almeno questa volta è entrato in zona punti senza che gli dei lo maledicessero.

Infine, è tempo di decretare i vincitori morali del Gran Premio di Miami: gli ultras messicani, che hanno monopolizzato il COTA per supportare Sergio Perez. Probabilmente, per il GP del Messico, prepareranno una coreografia come allo stadio.

Olivia Carbone

Appassionata di sport, ha iniziato a scrivere per Mult1formula a novembre del 2020. Le piace il cinema e la geopolitica, ma è anche amante della letteratura.

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