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F1: il rischio di lasciare l’Europa per il sogno americano

E’ chiaro come la Formula 1 abbia ormai spostato il proprio interesse dall’Europa al Nord America. La cosa è stata dimostrata a tutti gli effetti tramite l’aggiunta del Gran Premio di Miami e quello di Las Vegas, ma l’attenzione riservata al pubblico statunitense è esplicitabile anche dal trending di Liberty Media in campo intrattenitivo. F1 Miami

GP di Miami

Non è una novità che la Formula 1 si sia allontanata dal proprio continente d’origine per sbarcare oltreoceano, attirando non solo semplici appassionati, ma anche l’interesse di star e di imprenditori. Dunque, attirando più guadagno.

Europa e America: una passione diversa

Anche in questo campo però, Europa e Nord America si sono rivelate aree che rispondono in maniera molto diversa una dall’altra e il Gran Premio di Miami ne è stato la prova. Le tribune di un circuito europeo, durante un fine settimana di gara, sono gremite tutti e tre i giorni, nonostante i prezzi negli ultimi anni si siano notevolmente alzati. Di fatto, il ‘culto’ della Formula 1 resiste al caro biglietti, almeno per ora.

A Miami, i prezzi dei biglietti sono schizzati alle stelle e l’organizzazione si è trovata costretta ad attuare uno sconto del 40% a pochi giorni dalla gara, nel tentativo (non del tutto riuscito) di riempire gli spalti. I prezzi esorbitanti non si sono limitati all’ingresso, con l’evento trasformato in una passerella dedicata ai VIP. In ogni angolo del paddock si avvistavano star: da Shakira a Tom Cruise, passando per Vin Diesel. Una vera e propria sfilata, un evento da non perdere per i più grandi protagonisti mediatici del momento. Tale trattamento ha portato a organizzare il paddock e, in generale l’intero circuito, come se fosse un evento super esclusivo, tanto che una bottiglia d’acqua costava la modica cifra di 25 dollari.

Lo show americano e le perplessità dei piloti

Il Gran Premio statunitense ha poi ruotato attorno al tipico intrattenimento americano: una sfilata iniziale, accompagnata da uno speaker apposito e due file di cheerleaders, il tutto mentre i piloti attraversavano una nuvola di fumo. I protagonisti, però non ne sono stati entusiasti e George Russell, direttore della GPDA, ha dichiarato:

Sono qui per correre, non per lo show. Non penso esista qualche altro sport al mondo in cui, 30 minuti prima di iniziare la competizione, sei sotto al sole con le telecamere puntate tutte su di te. Posso apprezzarlo nel mondo dell’intrattenimento. Siamo aperti ai cambiamenti, ma sicuramente non vorremmo che ciò accadesse ogni weekend“.

Insomma, il Gran Premio di Miami ha fatto capire in che modo la Formula 1 abbia realmente raggiunto il sogno americano: ha posto al centro dell’attenzione i VIP, tralasciando parzialmente i comuni appassionati.

Olivia Carbone

Appassionata di sport, ha iniziato a scrivere per Mult1formula a novembre del 2020. Le piace il cinema e la geopolitica, ma è anche amante della letteratura.

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