Ieri pomeriggio, durante FP1, un missile ha colpito un impianto pretrolifero a pochi chilometri dal circuito di Jeddah. Immediatamente, i piloti si sono mobilitati per parlare con Stefano Domenicali e con i propri team principal, con l’intenzione di discutere della situazione. Arabia Saudita F1
Dopo un primo incontro tra GPDA (Grand Prix Drivers’ Association) e Domenicali, avvenuto poco prima delle FP2, l’amministratore delegato della Formula 1 aveva affermato ai microfoni di Sky:
“Se siamo tutti qui, significa che è sicuro”.
A seguito della second sessione di prove libere però, è stato organizzato un secondo incontro con i piloti, che ha avuto inizio alle 20.00 locali.
L’inizio del meeting
Concluse le prove libere, sono state cancellate tutte le attività media dei piloti, che si sono recati immediatamente – alcuni ancora in tuta – alla riunione. Si è subito capito come i piloti e la FIA avessero opinioni diverse sul da farsi. Proprio per questo, dopo due ore di incontro, non si era ancora data una risposta alla fatidica domanda:
“Corriamo o no questo Gran Premio?”
Da Ross Brawn ai team principal, alla ricerca di un accordo
La GPDA, capeggiata da George Russell, unico rappresentante presente al paddock data la positività di Vettel, si è poi incontrata – di nuovo – con Domenicali e Brawn. Arabia Saudita F1
Le foto giunte dal circuito di Jeddah mostrano i piloti, verso l’una di notte locale, sfiniti e assonnati, ma ancora tutti presenti nella stanza del meeting.
All’una e mezza sono poi arrivati anche i team principal, per confrontarsi con i propri piloti e tentare di trovare un punto d’incontro. Questi ultimi avevano già tenuto un incontro tra di loro e si erano rivelati a favore del proseguimento del weekend di gara.
Alle 2.00 di notte, l’ufficialità
Dopo 4 ore e 21 minuti, alle 2.00 di notte locali, i piloti dichiarano terminata la riunione e mentre qualcuno già lascia il circuito, George Russell si reca da Stefano Domenicali per un ultimo incontro.
Mezz’ora dopo il termine del meeting, arriva l’ufficialità:
Il Gran Premio dell’Arabia Saudita si correrà.
Nel paddock, non sembra alleggiare una buona atmosfera: la preoccupazione per dei nuovi attacchi missilistici è molta e i piloti sono chiaramente sfiniti. Dalle poche e frettolose interviste rilasciate, si coglie l’insoddisfazione. Tra queste, c’è quella di Gasly, che ad un intervistatore francese risponde a monosillabi, con un’espressione tutt’altro che serena. Da quanto rilasciato dalla BBC, i piloti non hanno avuto altra scelta che accettare di correre, in quanto risulterebbe difficile abbandonare il Paese in caso non volessero gareggiare.
Ci si torna a chiedere se correre in Arabia Saudita sia davvero una buona scelta.