Paura a Jeddah: lanciato nel pomeriggio un missile su un impianto petrolifero di Aramco a 20km dal circuito. Seconda sessione di prove libere ritardata di 15 minuti per un meet d’emergenza di Domenicali ed i piloti. Prevista in serata una nuova riunione del Grand Prix Drivers’ Association.
Ore di tensione a Jeddah: poco prima della fine della FP1 è stato lanciato un missile su un impianto petrolifero di Aramco vicino al circuito, scatenando un incendio. Fumo visibile dalla pista, i piloti stessi hanno sentito odore di bruciato. Le autorità locali hanno confermato l’attentato terroristico ad opera dei ribelli sciiti dello Yemen, gli houti. Già nei giorni scorsi si erano verificati casi analoghi.
Alle ore 20 ci sarà un nuovo meet tra la GPDA e Stefano Domenicali per parlare della situazione che, ovviamente, è in divenire.
Jeddah: sicurezza (di nuovo) a rischio?
Già l’anno scorso avevamo detto: questo Gran Premio non s’ha da fare. La stagione passata, a far polemica fu la scelta di correre in un paese in cui i diritti sociali e le minoranze non vengono tutelate (considerando poi, la campagna partner della Formula Uno “We Race As One”). Inoltre, i frequenti incidenti nelle varie categorie che hanno corso qua hanno messo in dubbio l’effettiva sicurezza di questo circuito, il cittadino più veloce del mondo. Quest’anno, quest’argomento è tornato per via di quanto accaduto nel pomeriggio. Nel frattempo Stefano Domenicali e Mario Isola danno le prime rassicurazioni: la situazione è sotto controllo.
Formula Uno e attentati terroristici: è già successo
Già nel 2011, il Gran Premio del Bahrein, previsto come gara inaugurale, venne rinviato per la critica situazione politica del Paese. Le forti proteste scoppiate nel regno avevano già portato alla cancellazione del primo degli appuntamenti previsti sul Circuito di Manama per la GP2 Asia il 18 e 19 febbraio 2011.
