Home » Formula 1 » Luca Dal Monte: tra F1, scrittura e cinema

Luca Dal Monte: tra F1, scrittura e cinema

Intervista di: Stefania Demasi, Ginevra Stanghellini, Francesca Zito

Abbiamo avuto l’opportunità di fare quattro chiacchiere con Luca Dal Monte, scrittore affermato nel mondo dell’automobilismo. Di grande importanza è la sua biografia su Enzo Ferrari, Ferrari Rex, da cui sarà ispirata la serie tv che uscirà su Apple TV.

Chi è Luca Dal Monte?

Luca Dal Monte viene da Cremona e ha lavorato nel mondo del motorsport per la maggior parte della sua carriera; ha lavorato anche in Maserati e in Ferrari. Ha iniziato in Peugeot Italia continuando poi in Toyota Italia e in Pirelli, “nel periodo in cui purtroppo la Pirelli non seguiva la F1” – dice Dal Monte. Ha pubblicato il suo primo libro nel 2000 insieme ad Umberto Zapelloni, con il quale ne ha rilasciati altri in seguito. Il primo libro scritto esclusivamente da lui è uscito nel 2004, il primo libro di narrativa invece nel 2009. L’opera più fortunata ad oggi è Ferrari Rex, la sua biografia su Enzo Ferrari: ha avuto tanto successo in Italia e ne sono stati venduti i diritti anche all’estero. Recentemente sono stati ceduti anche i diritti cinematografici dell’opera a Nicola Giuliano e Lorenzo Mieli. Proprio loro stanno infatti per realizzare una serie tv, sceneggiata da Steven Knight, che sarà distribuita da Apple Plus.

La passione per i motori e la scrittura

La passione per i motori è nata soprattutto grazie alla Ferrari: “se sei italiano” – dice Dal Monte – “non puoi non tifare Ferrari, soprattutto se sei nato nel periodo in cui sono cresciuto io”. Infatti lo scrittore iniziò ad appassionarsi a questo sport negli anni ’70, quando c’era ancora Enzo Ferrari. “Avere questo personaggio che in Italia era a livello del Papa” – Dal Monte lo chiama il Papa laico – “e che non aveva nessun problema ad intervenire per difendere i suoi piloti e le sue macchine, era straordinario”. Lo scrittore afferma che era quindi inevitabile crescere in Italia senza amare la F1; nel suo caso, non avendo poi fatto il giornalista, ha provato a vedere come sarebbe stato scrivere dei libri. Il primo libro si chiama La rossa e le altre, il quale si basa sui primi 50 anni di F1, scritto insieme ad Umberto Zapelloni. I due hanno ripreso due anni fa il racconto scrivendo quello che è il resoconto dei primi 70 anni di F1.

La sua passione per la scrittura nasce invece in un altro modo: gli è sempre piaciuto scrivere e ad un certo punto, un po’ per caso, è nata l’idea di scrivere un libro con Zapelloni. “Quello che io cerco di fare” – racconta Dal Monte – “è di trovare soggetti che mi permettono però di spaziare“. Lui stesso dice infatti che i suoi libri sono sempre poco tecnici per dare più spazio a quella che è la parte umana: tutto lo sforzo per arrivare in alto, la soddisfazione di una vittoria, le emozioni della sconfitta.

L’amore per la F1 degli anni ’70

Gli anni ’70 sono gli anni in cui Luca Dal Monte ha iniziato a seguire la F1. “Quando una persona va a vedere la storia della F1 si rende conto che gli anni 70 hanno un senso perché era una F1 molto meno sfaccettata” spiega Dal Monte. “Non era, per forza di cose, tutto previsto. Si andava a Monza e non c’erano gli sponsor, come ora, che ti portavano nell’Hospitality. Però con il proprio biglietto si poteva andare vicino al paddock e si vedevano i piloti che passavano.” Racconta anche di aver trovato una fotografia del gran premio del Sud Africa del ‘68/’69 in cui Graham Hill, due volte campione del mondo inglese (1962, 1968), dopo il gran premio era al bar con due spettatori, scherzando e ridendo. Dal Monte sottolinea il fatto che c’era un rapporto umano, non c’era il distacco che c’è oggi.

La F1 di oggi secondo lui

Alla domanda “quali sono le caratteristiche dei giovani piloti di F1 di oggi che sono diverse da quelli del passato?” Dal Monte risponde così. “I giovani bravi di oggi secondo me sono quelli che possono avere le stesse caratteristiche dei piloti degli anni ’70.” Lo scrittore spiega che ci sono quei piloti che ce la mettono tutta, che arrivano in F1 per passione, per costanza, perché il risultato paga. Inoltre fa notare che all’epoca era il pilota che decideva di correre, oppure c’era il costruttore, come Lord Esketh, che ha deciso di spendere la fortuna di famiglia per costruirsi un’automobile da corsa. Dal Monte spiega che ora questo sarebbe un sogno impossibile perché ci sono degli investimenti pazzeschi. Secondo lui ci sono in ogni caso piloti inglesi come Russell e Norris che anche in un’altra epoca ci sarebbero stati comunque.

Il rapporto con l’America

Con Luca Dal Monte abbiamo anche parlato della sua esperienza in America. “Io sono andato via nel ’92” – racconta – “per l’ultimo anno di high school, e poi come exchange student”. Anziché tornare in Italia è rimasto lì: ci ha spiegato che chiamava casa due volte a settimana ed era tutto molto diverso. “L’ho fatto per poter avere qualcosa di diverso” dice Dal Monte “e nel momento in cui, tornato a casa, avessi voluto fare il giornalista, mi dava un qualcosa in più che gli altri non avevano sul curriculum”. Tutto ciò ha funzionato quando lo hanno chiamato in Peugeot Italia per la posizione di capo Ufficio Stampa.

L’amicizia con Umberto Zapelloni

Molte sono le collaborazioni con Umberto Zapelloni per la stesura dei libri. “La cosa bella è che nel momento in cui si scrive siamo gli stessi di quando abbiamo iniziato” racconta Dal Monte. “Abbiamo anche uno stile relativamente simile, per cui è difficile individuare chi di noi ha scritto un determinato capitolo.” Ci ha raccontato che è sempre stato un percorso molto sereno, proprio perché lavorare a 4 mani con Zapelloni è stato da sempre semplicissimo. I libri che hanno fatto insieme sono 5 adesso, con la pubblicazione dell’ultimo libro su Gilles Villeneuve del 2021.

L’idea del libro su Enzo Ferrari: la volontà di mostrare il lato umano

L’idea di dal Monte era quella di creare una biografia che non parlasse di Ferrari dal punto di vista che tutti conoscono, ma che mostrasse la persona che c’è dietro la figura del Drake.

Luca Dal Monte odia gli stereotipi e voleva proprio cancellarli dalla testa delle persone. Un esempio è il fatto che Enzo Ferrari portava sempre gli occhiali neri. “Enzo aveva gli occhiali neri, si, li aveva quasi sempre da un certo momento della sua vita in poi, ma per ciò ci sono varie spiegazioni”. 

Ha avuto modo di parlare con diverse fonti modenesi – tra cui l’addetto stampa storico e l’autista di Ferrari – lavorando proprio a Modena da Maserati. Così facendo ha avuto modo di pian piano entrare nella cerchia intima del suo personaggio. 

Le varie persone con cui ha parlato lo hanno vissuto in momenti diversi e alle stesse domande non sempre otteneva le stesse risposte. “Così inizi ad entrare nell’intimo della persona” afferma lo scrittore. Lui non voleva raccontare i segreti di Enzo Ferrari, voleva raccontare l’uomo il più possibile.

“Quando scrivi un libro lo leggi talmente tante volte prima di pubblicarlo che una volta che l’hai pubblicato non lo leggi più. Ed è un grosso peccato per una serie di motivi. Di Ferrari Rex, però, ogni tanto rileggo alcuni capitoli e quelli che vado a rileggere io sono quelli dove non succede niente, c’è solo il racconto di Ferrari a 40, 50, 70 anni . Cerco di fare un po’ di introspezione. Quindi magari nel corso della storia di Ferrari in quel capitolo non succede nulla, però mi permette di raccontare l’uomo” ci dice, raccontandoci appunto di come spesso abbia voglia di rileggere determinati capitoli della sua opera che lo affascinano particolarmente e di come succeda solo con questo libro in particolare. 

La notizia sulla serie Apple TV: “sembra quasi un sogno…Tutto vero”.

Da poco è uscita la notizia riguardante alla serie Apple TV su Enzo Ferrari tratta proprio dalla biografia scritta da Luca Dal Monte. Così, abbiamo deciso di farci raccontare come è giunta la proposta e le sensazioni provate. “ È arrivata come una mail da Hollywood…A raccontarla così sembra quasi un film ma è tutto vero. Ferrari Rex era uscito da qualche settimana e una persona che si chiama Giulio Marantonio – che è uno degli executive producer  della serie che lavora con Nicola Giuliano e Lorenzo Mieli – mi ha mandato una mail dicendomi chi era e chiedendomi se ero interessato a cederne i diritti cinematografici. Io, ovviamente, ero interessato”. 

Marantonio cercava da tempo un soggetto su Ferrari e aveva letto sui giornali proprio della biografia scritta da Dal Monte, che vantava ben 1100 pagine. Aveva chiamato in casa editrice, pensando ci fosse un errore nel numero di pagine riportate. Ma non c’era alcun tipo di errore. Così, trovandosi a Los Angeles, si è fatto spedire il libro dall’Italia; l’ha letto, gli era piaciuto e voleva parlarne con lui.

L’incontro a Roma e un simpatico retroscena

Il primo incontro riguardante la serie l’ha fatto con Gulio Marantonio e Nicola Giuliano – Oscar per la grande bellezza – a Roma. A riguardo, ci ha raccontato un simpatico aneddoto: “Ricordo il primo incontro nell’ufficio di Nicola a roma, mi ero detto “se c’è l’Oscar da qualche parte, fai finta di niente”. Quando sono entrato in ufficio l’Oscar era esattamente sopra Nicola e dopo un minuto gli ho detto.. posso toccarlo? Non è proprio la cosa più professionale mentre parli di lavoro. Da lì poi è iniziato un bellissimo rapporto di lavoro ed amicizia che adesso ci sta portando alla realizzazione della serie”.

Alla domanda, poi, su cosa abbia provato nel momento in cui la notizia è stata fatta uscire ha risposto: “Tante cose…è una cosa pazzesca.” 

Sapeva che la notizia sarebbe uscita perché lo avevano chiamato la settimana prima della data di pubblicazione della notizia, era stato a telefono con Giulio. Sapeva che la notizia sarebbe uscita entro la fine di luglio, non sapeva la data esatta.

Il primo articolo che gli è stato mandato è stato quello di Variety. Poi è arrivata la stampa inglese, poi in Italia la prima testata a riportare la notizia è stata l’Ansa. Poi i giornali in Spagna, Francia…”Siamo andati tutti un po’ in panico, ma è stata una cosa bellissima ovviamente”.

Per lui è stata una cosa incredibile e dopo più di vent’anni di carriera si è trovato completamente impreparato. 

Tanto Made in Italy nel Team della serie

Poi, l’orgoglio del team dietro: Steven Knight, Sorrentino, Sollima. Un team dove c’è anche tanta Italia e dove anche Dal Monte stesso ricopre un ruolo importante: è il consulente storico della serie. Deve assicurarsi che tutto ciò che viene riportato sul piccolo schermo corrisponda a quanto è effettivamente accaduto. 

Una cosa pazzesca, ripete più volte. Quasi fosse ancora incredulo su tutto ciò che sta accadendo. 

Le aspettative sulla serie e le probabili conseguenze sul futuro della sua carriera

“Le serie tv sono quello che in questo momento funziona meglio di tutto, sono ancora meglio del cinema, sono il medium del momento. La grande forza secondo me della serie tv è che non hai l’ora e mezza, ora e quaranta o due ore del cinema. Hai più ore e puoi sviluppare meglio e approfondire i personaggi. In questo caso, partendo da Enzo Ferrari. Sono sicuro che il nome di Ferrari ha un eco pazzesco, basta guardare com’è rimbalzata la notizia della serie in tutto il mondo. Chiaramente con il seguito delle piattaforme streaming, raggiungerà anche persone che prima non si erano mai prese la briga di vedere cosa fosse effettivamente Enzo Ferrari, la sua vicenda umana”. Questo è ciò che dice Luca Dal Monte quando gli chiediamo che aspettative abbia sulla serie e se pensa possa aiutare a far conoscere ancora meglio al mondo il personaggio di Enzo Ferrari. 

Spera poi che la serie sia anche di buon impatto anche sulla sua carriera da scrittore. Il mondo del cinema e delle serie tv apre un palcoscenico pazzesco e il nome accostato alla serie in questione è il suo, essendo l’autore del libro da cui i produttori stanno prendendo ispirazione. È una cosa, a suo dire, molto bella e che dovrebbe avere buone ripercussioni sulla carriera di scrittore. 

Il libro su Villeneuve e la promozione in Canada: l’emozione di trovarsi nei luoghi cari di Gilles.

Poco fa, Dal Monte si trovava in Canada per promuovere il suo libro su Villeneuve. Per lui un’esperienza bellissima. Ha avuto modo di parlare con la moglie di Gilles e ci ha raccontato di come parlare di lui con la donna sembri quasi irreale.

È stato pazzesco per lui, perché nonostante nei libri cerchi di essere sempre obiettivo nella scrittura, lui è comunque un fan. È cresciuto con il personaggio di Gilles. “Abbiamo parlato della Formula 1 attuale. Poi il Canada ha una grande passione per Ferrari. È stato davvero bello” ha detto, chiaramente felice dell’esperienza. 

Il fascino del presente

Tra le nostre curiosità c’era anche quella di sapere che pilota racconterebbe di quelli occupanti attualmente la griglia. “Leclerc” risponde senza pensarci nemmeno un secondo.”È un grande personaggio… non è solo bravo, bello, buono ma è anche bravo, bello e buono. Gliene fanno di tutti i colori e non si lamenta, va avanti per la sua strada, ha questo modo di fare…ci sono certi suoi colleghi a cui non va mai bene niente. Ringraziano tutti a fine gara ma non sempre hanno questa stessa gratitudine e umanità quando le cose non vanno bene. Pensate a Montecarlo, successo quello che è successo, è uscito ed è andato a ringraziare il e sembrava quasi essere lui a confortare i meccanici uno per uno. Un bellissimo personaggio, mai sopra le righe” continua, spiegando perché apprezzi il pilota e perché parlerebbe di lui in una biografia. Aggiunge, poi, che dei piloti attuali gli piacciono molto anche Russell e Norris – come ci aveva già accennato ad inizio intervista.

Un consiglio dal cuore

A fine intervista abbiamo chiesto quale possa essere il consiglio più sincero ai giovani ragazzi amanti della scrittura giornalistica e non e del Motorsport.

“Di non fermarsi, di andare avanti. Se vogliono scrivere, di scrivere. La cosa straordinaria, anche guardando voi che siete giovanissime..ai miei tempi non sarebbe mai stata possibile una cosa come questa. C’erano dei filtri pazzeschi, esisteva solo la carta, la tv o la radio e non potevi avere il palcoscenico che la vostra generazione può avere. Non sprecate questa occasione perché ai miei tempi non c’era. Oggi ovviamente c’è molta più competizione. Però c’è sempre spazio per chi ha voglia di fare. Serve anche un po’ di fortuna ma bisogna crederci”. È ciò che ci risponde.

Noi non possiamo altro che far tesoro di queste parole preziose e ringraziare ancora una volta Luca Dal Monte per averci raccontato il suo lavoro, la sua opera su Enzo Ferrari e ciò che il futuro gli riserva con la serie TV. Gli auguriamo tutto il meglio per la sua carriera, sperando – chissà – di risentirci in un futuro.

Multiformula

Multiformula è un blog nato nel 2020 per condividere la nostra passione per il motorsport, dare spazio a quelle categorie come le Feeder Series di cui si parla ancora poco e soprattutto abbattere i pregiudizi che si incontrano in queste categorie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Torna in alto