Come la chiusura di un cerchio, Red Bull Racing ha vissuto uno dei suoi weekend peggiori degli ultimi anni proprio in Australia, due anni dopo l’ultimo ritiro di Max Verstappen… finora. La scuderia campione del mondo si deve accontentare del quinto posto di Sergio Perez e mille interrogativi.
Il DNF dell’olandese inoltre riapre i giochi per la conquista del titolo più combattuta da due anni a questa parte.
Clamoroso ritiro di Max
A distanza di 2 anni il fatidico “Problemi, problemi, problemi!” pronunciato da Carlo Vanzini in telecronaca era riferito a Verstappen. L’ultima volta che è successo era stato proprio a Melbourne nel 2022, l’inizio – se vogliamo – del dominio.
Un weekend questo in cui è stato circondato da “gufi” sin dal principio. In una Formula 1 che esige colpi di scena che offrano spettacolo e soffre di ascolti in calo costante, il DNF di Max – o comunque una RB20 in difficoltà – era invocato da tempo. 44 gare dopo è arrivato.
Coincidenza che sia lo stesso numero di Lewis Hamilton? Anch’egli ritiratosi (l’ultima volta che si sono ritirati insieme è stato Monza 2021).
Sin dal venerdì era chiaro che Red Bull sarebbe stata in difficoltà. Come a Singapore, gli ingegneri non sono stati in grado di individuare il set up ideale per la gara. Giusti quindi dire che la pole position ottenuta è stata una magia di Verstappen, tanto che il suo stupore col senno di poi non ci sorprende, anzi… è una conferma.
Allo spegnimento dei semafori è iniziato il calvario del team e dell’orange army. Come dichiarerà poi ai media, il fuoriclasse olandese già al via avvertiva un problema di surriscaldamento del freno posteriore destro. Il che ha reso la sua guida difficile sin dall’inizio.
Dalle prime analisi effettuate, la causa è legata alla componente idraulica più che ai freni Brembo.
Vederlo venire sorpassato da una Ferrari di per sé era già una notizia, ma la fuoriuscita del fumo con conseguente ritiro ha fatto tirare a tutti un pizzicotto.
“È successo davvero?” Sì, non è stato un sogno (o incubo).
Dopo il ritiro, ecco la conferma della maturità acquisita da Max nel corso degli anni. Quello che era Mad Max ora è un ragazzo che con tutta la calma del mondo dichiara: “Una noia tecnica può capitare in uno sport in cui le componenti tecniche contano“.
Un pensiero da campione. Il suo “può capitare la giornata storta, succede“.
La rabbia comunque è presente in quel “so stupid” pronunciato una volta sceso dalla macchina.
Poteva andare peggio, ma col fuoco non si scherza.
5° posto di Perez: bene, ma non benissimo
Con Verstappen fuori dai giochi, Red Bull riponeva tutto nelle mani (e piedi) di Sergio Perez per giocarsi il gp d’Australia con chi stava davanti. Il messicano però non è un pilota da lampi, cosa risultata ancora più evidente nella sua gara anonima.
Retrocesso per impeding ai danni di Nico Hulkenberg nelle qualifiche, alla fine può ritenersi soddisfatto per le posizioni recuperate e quei “It’s a rocketship” pronunciati dai piloti Mercedes ad ogni suo sorpasso.
Perez e Red Bull però devono fare i conti con un dato che lascia la bocca aperta, oltre che fumo che esce dalle orecchie per i mille pensieri e interrogativi. 56, come i secondi che separano il numero 11 dal vincitore.
Un numero impressionante, pensate a quante cose potete fare in quasi un minuto…
Il passo gara della RB20 non è mai stato al livello di Ferrari e McLaren in questo weekend. Proprio per questo – nonostante sia strano – il risultato di Perez è stato coerente con le aspettative.
C’è un fattore però che in qualche modo è stato determinante: la sfortuna. Per una volta infatti la dea bendata ha colpito i campioni del mondo. Se con Verstappen è andata giù pesante, con Checo è stata sottile… proprio come il tear off finito sotto il fondo della sua monoposto.
Sì, perché – stando a quanto spiegato da Christian Horner – mentre era in lotta con Fernando Alonso il tear off dello spagnolo è finito sotto il fondo. Ciò ha deviato alcuni flussi che hanno fatto perdere al messicano circa 20 punti di carico aerodinamico.
Oltre al danno, la beffa quindi per una Red Bull che allo stato attuale sembra meno irraggiungibile dello scorso anno