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T-Tray gate: la Red Bull nell’occhio del ciclone

Di Rosangela Barbato t-tray gate

Lo scorso weekend la Formula 1 è tornata ad Austin dopo una pausa di tre settimane. Se qualcuno ha pensato che sarebbe stato un weekend tranquillo, beh… si sbagliava. A fare da sfondo alla doppietta Ferrari, alla lotta tra Verstappen e Norris, c’è stato infatti il t-tray gate.

T-Tray gate, che cosa è successo

Nel fine settimana di Austin si è scoperto che uno dei team era stato accusato dai propri rivali di aver trovato un modo di apportare delle modifiche alla propria monoposto, e in particolare sull’altezza del fondo da terra, in regime di parco chiuso. Di norma, le vetture non possono subire modifiche tra le qualifiche e la gara. L’accusa era che questo presunto team avesse sviluppato un dispositivo in grado di fare delle modifiche al t-tray direttamente dall’abitacolo della vettura.

Il t-tray è una componente aerodinamica, un vassoio, che si trova sul fondo della monoposto, davanti alle ruote anteriori. Serve a mantenere una distanza minima dal fondo della vettura e l’asfalto e a generare carico aerodinamico.

Ben presto si è scoperto quale fosse il team incriminato: la Red Bull. E il dispositivo di cui si è a lungo discusso si trova all’altezza della pedaliera della RB20. Un portavoce del team di Milton Keynes ha confermato alla BBC l’esistenza di questo sistema e ha rivelato che la scuderia ha stretto un patto con la FIA.

Il sistema esiste, anche se è inaccessibile una volta che la vettura è completamente assemblata e pronta a correre. Nei numerosi scambi avuti con la FIA è emersa questa parte ed è stato concordato un piano da qui in avanti“.

Il duro commento di Vasseur

Quando la vicenda è venuta a galla, non sono tardate ad arrivare le reazioni del paddock.

Particolarmente dure le parole a Sky Sport di Vasseur, team principal Ferrari, sulla vicenda:

Onestamente, non conosco i dettagli e tutta la storia. Senza dubbio non è permesso modificare l’assetto tra qualifiche e gara. Se progetti qualcosa per cambiare assetto tra qualifica e gara è illegale. Sarebbe più che barare. Se ciò fosse accaduto, sarebbe una cosa enorme, un’infrazione grave. Confido che la FIA possa condurre le indagini appropriate, disponendo di tutti gli strumenti necessari“.

Le parole di Norris e Verstappen

Verstappen non si è detto preoccupato dalla vicenda:

È un sistema Open Source, possono vederlo tutti. Aiuta a fare fare una regolazione, ma non possiamo usarlo quando la macchina è montata. Quando ho letto della questione, pensavo si trattasse di un altro team e poi ho scoperto che si parlava di noi. Per quanto mi riguarda, non cambia nulla“.

Anche Lando Norris ha parlato di quanto successo in conferenza stampa:

Una cosa è avere un dispositivo del genere in macchinaun’altra è il modo in cui lo si usa, cosa di cui non abbiamo idea. Quindi, se questo sistema ha effettivamente aiutato, allora forse la situazione si sposterà nella nostra direzione. Poi non è detto che abbiano ottenuto delle pole position o delle vittorie solo grazie al dispositivo e non credo che cambierà granché nello schema generale delle cose”.

Poi ha aggiunto:

Ma se guardiamo a certe sessioni di qualifica e guardiamo il distacco in certe gare di quest’anno in cui il gap è stato solo di alcuni centesimi o addirittura millesimi di secondo in Q3, allora si potrebbe pensare che forse questo sistema li ha aiutati. Penso che sia un bene che la FIA faccia una cosa del genere. C’è una differenza tra le situazioni da ‘bianco o nero’ come questa e la Formula 1 che spinge più in là i confini creando cose innovative all’interno dello spazio consentito dal regolamento“.

Rosangela Barbato

Studentessa al secondo anno di scienze della comunicazione. Grande appassionata di sport e di scrittura.

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