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Riccardo Bianchi, il sogno di diventare pilota e le difficoltà economiche: “Continuo a crederci, provo a farmi strada da solo”

Riccardo Bianchi ha sedici anni e, appassionato di motorsport fin da piccolo, ha intrapreso da alcuni anni una carriera nel mondo dei kart. Al momento, Riccardo partecipa a due campionati diversi: il primo si svolge a Ferrara ed è un campionato Star, mentre il secondo – un Junior – ha luogo a Modena. Il giovane pilota ha contattato la redazione di Mult1formula per raccontare la sua storia: quella di un ragazzo appassionato di motorsport che non ha le disponibilità economiche per grandi investimenti.

La passione per questo mondo è iniziata quando ero piccolo, seguendo la Formula 1. L’idea di diventare pilota è arrivata dopo, circa un anno fa. Ero al simulatore e ho pensato che mi piacesse molto la cosa. Così ho deciso di cercarmi un posto anche nel mondo delle corse reali”, racconta Riccardo.

Qual è stata la reazione della tua famiglia quando hai detto loro di voler correre?

La reazione è stata positiva, loro mi sostengono sempre. Di questo li devo ringraziare. Dal lato economico, non vengo da una famiglia agiata, si tratta di una cosa difficile. Al momento, mi fanno fare tutto quello che si può“.

Il fatto di non avere grandi disponibilità economiche è un ostacolo importante in questo mondo. Come si può arginare il problema?

Ovviamente, spero si possa in qualche modo arginare. Io ci credo ogni giorno in questo, provo a fare il possibile per aprirmi nuove porte nel motorsport. Per esempio, contattando la vostra redazione. Cerco di crearmi opportunità: qualche settimana fa, ad Imola, ho scritto a un team e ho avuto la possibilità di entrare nel box e parlare con la squadra. Mi hanno raccontato di alcuni test che organizzano e, tramite una licenza che prenderò a breve, potrò fare anche io esperienze di questo tipo”.

Nel momento in cui un pilota, soprattutto se giovane, si accorge di non avere quelle disponibilità necessarie per raggiungere la vetta del motorsport, qual è la reazione?

Quando ho iniziato a correre, avevo molte speranze. Dopo poco però mi sono reso conto che era davvero difficile. In quel momento ho mollato un po’ la presa. Poi, a gennaio di quest’anno, si è riaccesa la fiamma e mi sono detto: ‘Io voglio fare questo’. C’è rabbia, sì, ma una rabbia agonistica, sportiva“.

Ci sono altri ragazzi e ragazze con il tuo stesso sogno e le tue stesse difficoltà. Cosa diresti loro?

E’ banale, ma direi loro di continuare a crederci. Crederci ogni giorno, cercare sempre un modo per aprirsi una strada per arrivare dove si vuole. Anche senza grandi cifre a disposizione. Ognuno ha la sua strada, non posso dare consigli concreti. Ma mi sento di consigliare a tutti di non fermarsi, di spingere sempre“.

Nel mondo del motorsport ci sono piloti che sono arrivati molto in alto partendo da famiglie non ricche. Vedi queste figure come degli esempi?

“Assolutamente sì, sono grande fonte di ispirazione. Uno su tutti è Lewis Hamilton, uno dei miei idoli. A volte penso a quello che ha fatto e – nonostante per me sia impossibile ambire alla F1 – mi dà una spinta in più”.

Olivia Carbone

Appassionata di sport, ha iniziato a scrivere per Mult1formula a novembre del 2020. Le piace il cinema e la geopolitica, ma è anche amante della letteratura.

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