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F1, triple header: ne vale la pena?

La settimana scorsa la Formula 1 ha annunciato l’inserimento, avvenuto all’ultimo momento, del Gran Premio del Qatar, programmato per il 21 novembre.

Il calendario torna ad avere ventitré Gran Premi totali e, con l’aggiunta del nuovo evento, si disputerà la terza triple header della stagione. Infatti, il 7 novembre si correrà il Gran Premio del Messico, seguito da quello del Brasile il 14 novembre, che a sua volta precederà il GP del Qatar. Senza dubbio questo porterà più intrattenimento agli appassionati di Formula 1, ma i lavoratori del motorsport non ne sono così entusiasti.

 

Le dichiarazioni F1 triple header

Andrew Shovlin, direttore tecnico della Mercedes, ha commentato con queste parole la situazione: 

Inizi lavorando per una gara, poi, a gara finita, provi a organizzare i preparativi per la gara successiva mentre ancora concludi il lavoro della gara appena conclusa. In effetti, lavoreremo per venti giorni senza nemmeno un giorno di pausa. 

Un altro problema è che il lavoro dietro a un Gran Premio non finisce domenica sera, ma ci si ritrova in ufficio a discuterne per quattro o cinque giorni”.

Anche il team principal della Mclaren, Andreas Seidl, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni durante un’intervista sul calendario della stagione 2022: 

La cosa più importante è che il numero di gare non venga aumentato, perché credo che le 23 gare di quest’anno stiano mettendo già abbastanza in difficoltà i membri delle nostre squadre. Inoltre trovo fondamentale che vengano evitate tutte le triple header, per facilitare il lavoro ai team”. 

Nel 2018 la Formula 1 aveva già sperimentato una triple header nel proprio calendario e le recensioni ricevute da piloti e squadre erano state molto negative, tanto che si pensava di non vederle più nelle stagioni future. A seguito della pandemia, però, il Circus aveva sfruttato le triple headers per riuscire a completare diciassette Gran Premi durante il 2020 e anche nel 2021 le ha proposte nuovamente. 

Con il budget cap e la distanza che separa i circuiti, i team non avranno la possibilità di sostituire il personale alla fine di ogni settimana. Perciò, coloro che lavoreranno durante il Gran Premio del Messico, dovranno partecipare anche ai due Gran Premi successivi. 

I piloti F1 triple header

Le difficoltà non riguardano solo meccanici e ingegneri, ma anche i piloti si sono spesso lamentati delle triple headers: 

Non sono d’accordo con l’idea di correre 22 gare all’anno, penso che si dovrebbero scegliere solo i tracciati migliori su cui correre. Sono consapevole che siano organizzate per guadagnare più soldi, ma devono pensare anche ai membri delle squadre. I meccanici arrivano lunedì al circuito, mentre le persone più di spessore arrivano solo di venerdì e spesso lasciano il circuito anche prima della fine della gara. Per loro non è un problema, possono pianificare 30 gare, finché sono lontani da casa per solo due giorni.”

Così si è espresso Max Verstappen sulla quantità di gare presenti in calendario, che potrebbero addirittura aumentare nel calendario dell’anno prossimo. 

Le triple headers, mettono sotto pressione le squadre presenti in griglia, che si troveranno a dover affrontare anche un pesante jet lag tra Messico, Brasile e Qatar. L’evento che vede tre gare susseguirsi, inoltre, espone i piloti ad un rischio maggiore: con la mancanza di riposo, perdono anche la concentrazione e questo fa aumentare la probabilità di incidenti durante le gare. 

A seguito delle dure critiche da parte dell’intero paddock sorge spontanea una domanda: la Formula 1 ricorrerà ancora alle triple headers l’anno prossimo? La risposta non è ancora giunta ufficialmente, ma si teme che le gare non solo saranno così tante, ma addirittura andranno ad aumentare.

Olivia Carbone

Appassionata di sport, ha iniziato a scrivere per Mult1formula a novembre del 2020. Le piace il cinema e la geopolitica, ma è anche amante della letteratura.

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