Questa rubrica è nata con l’intento di far riflettere, far rivivere attimi, far emozionare: cogliere un “chicco”, un particolare del gran premio disputato. Non dettagli tecnici, analisi oggettive derivanti da dati, ma al centro ho sempre messo le persone, e sempre lo farò. Perchè alla fine chi rende questo sport così emozionante sono prorpio le persone che vivono la Formula 1, dai piloti ai tifosi.
Ogni gara ho voluto dedicare spazio a chi passa sempre in secondo piano, a quello che succede che non viene considerato di notevole importanza rispetto alla vittoria, a quel particolare che spesso sfugge.
Ci sono tante storie da raccontare, tanti episodi che spesso mandano in crisi perchè ognuno di questi meriterebbe di essere narrato. Poi arriva un momento in cui ti immedesimi, entri nel contesto immergendoti totalmente in quella situazione: ecco il chicco perfetto! Una situazione che aumenta sì l’adrenalina, ma al tempo stesso prosciuga.
Ecco cos’ha vissuto Sergio Perez in questo gran premio ad Austin.
Ricerca della fonte di energia
Vedere uno dei propri obiettivi sfumare sul finale priva di ogni energia. Perchè quando accanto al tuo nome compare la scritta P1, e rimane solo un ulteriore tentativo per fare un tempo migliore, inizi a crederci… a crederci davvero. Alla fine però questa speranza diventa solo un’illusione: non bastano i due contendenti al titolo, pure la pioggia ti priva della prima pole position in Formula 1.
Come si dice, oltre il danno la beffa.
Quando si dà tutto, ma non si ottengono i risultati, si viene privati di ogni energia. Si cerca appiglio in ogni dove: uno sguardo, un sorriso, un abbraccio… qualunque cosa possa trasmettere anche solo un briciolo di positività.
Invece niente, si pensa al domani (sperando sia migliore).
Sergio Perez ha così incarnato il suo Messico: un Paese che va avanti grazie al calore, alla passione della sua gente. Ha tirato fuori la cazzimma facendo i conti con sè stesso, andando oltre i suoi limiti. Un detto messicano dice:
Le coincidenze si producono là dove gli ingranaggi del destino corrispondono.
Las coincidencias se producen ahí donde los engranajes del destino se corresponden.
Spesso si fa fatica ad accettarlo, soprattutto se tutto tende a precipitare.
Se anche il rifornimento d’acqua non arriva mentre sfidi i tuoi stessi demoni a una temperatura di 50°C, cos’è che ti rende vivo? Cosa fa credere che siano tutte coincidenze di un destino positivo?
Forse lo straniamento, un flusso di coscienza che ti porta a distogliere lo sgfuardo dalla realtà immergendoti totalmente nell’azione? Diventare un tutt’uno con la monoposto per non sentirsi ancora più prosciugati?
La ricerca della sorgente ha tenuto in forze Sergio Perez, e a giudicare dal secondo podio consecutivo sembra abbia trovato la via giusta per raggiungerla.
E quando guardi giù da quel gradino e l’unica persona che i tuoi occhi cercano, e trovano, è un padre emozionato, fiero… sarai anche prosciugato fisicamente, ma non ti sei mai sentito così vivo.
Che sia questa la tua sorgente, Checo?