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Porpoising: un vecchio grattacapo ritorna

Si sono conclusi i primi 3 giorni di test nel circuito catalano, dove i team hanno dovuto affrontare un problema che ritorna dopo molti anni, il porpoising. Si tratta di un fenomeno emerso ai tempi delle prime e leggendarie wing-car di fine anni ’70 ed inizio anni ’80. Se non avete mai sentito parlare di queste vetture andate a leggere l’articolo qui.

gli effetti del porpoising sulla monoposto di Leclerc
La F1-75 di Charles Leclerc sul rettilineo di Barcellona (source Fanpage)

Ma che cos’è questo porpoising?

E’ un fenomeno ciclico che si genera quando la vettura raggiunge le alte velocità e il fondo crea così tanto schiacciamento che la monoposto arriva a toccare l’asfalto. Quando ciò accade i flussi che prima scorrevano sotto la vettura, improvvisamente si annullano. Di conseguenza, si verifica la perdita di carico e la vettura tende a risalire alla posizione detta “di riposo”. Tuttavia, nel corso di questa risalita, il fondo riprende a generare il massimo carico, causando lo schiacciamento della vettura al suolo. Purtroppo, non è stato possibile riscontrare questo problema con i test al simulatore. Nel corso delle simulazioni, non vengono considerati certi elementi che nella realtà sono presenti o estremamente variabili.

Come si può ovviare al problema?

Essendo un problema di natura aerodinamica, agire sulle sospensioni non è l’unica soluzione, bensì si deve intervenire sull’aerodinamica del fondo. In passato si utilizzavano le cosiddette “minigonne”, che sono delle bandelle laterali mobili. La loro funzione era di isolare il sotto-vettura dall’esterno in modo da avere un flusso costante sotto di essa. Abbiamo visto due esempi ecclatanti con la Lotus dotata di famigerato “doppio telaio” oppure con la Brabham di Murray con il ventolone. Si trattava di soluzioni a loro modo estreme, ma non più legali. Nella prima triade di giornate di test, alcuni team hanno provato ad alzare la vettura da terra con una importante perdita di carico. Ciò , però, ha inciso molto sulla prestazione sul giro. Altri team, invece, hanno optato per creare delle aperture sui fondi vettura per cercare di evitare questo “saltellamento”, con una conseguente perdita in efficienza aerodinamica.

Soluzioni diverse per lo stesso risultato

Nell’ultima giornata di test, il team Ferrari ha trovato una soluzione molto particolare, anticipando gli altri team nella corsa anti-porpoising. Hanno , infatti, rivisto il fondo nella zona davanti alla ruota posteriore, con un’apertura tonda con sotto un flap ricurvo e dei bordi di uscita dei flussi d’aria di forma nuova così da irrigidire ancora di più il fondo. Non si tratta di una modifica decisa in autodromo, ma di una novità studiata precedentemente e che potrebbe anticipare dei concetti che vedremo nei test in Bahrain. Diversamente dal team Ferrari, la Mercedes non è intervenuta in maniera importante sul fondo. Hanno preferito, invece, aggiungere dei tiranti, uno sul fondo davanti alle ruote posteriori e l’altro all’uscita dell’estrattore per evitare che si fletta eccessivamente.

Side detail della F1-75 (source motorsport.com)

Ora non ci resta che aspettare 15 giorni per capire qualcosa di più sullo sviluppo delle vetture da parte dei team e quindi quali soluzioni adotteranno per risolvere quanto prima questo saltellamento. Per concludere, riportiamo le parole del team principal della Ferrari, che ha affermato che “il primo team che riuscirà a risolvere questo rebus, avrà un vantaggio non da poco all’inizio della stagione”.

Nicolò Galiazzo

<strong>N</strong>ato per essere un carmaniac

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