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Crashgate 2008: lo scandalo di Singapore

Il Crashgate del 2008 è ancora oggi considerato uno dei più grandi scandali della Formula 1 moderna. Probabilmente avrete sentito qualche battuta a riguardo, ma non tutti sanno di cosa si tratta. Non vi preoccupate, Mult1formula è qui per questo, perciò ripercorriamo insieme questa stravagante storia.

E’ crisi Renault

La protagonista di questo scandalo è la Renault del 2008, ma per trovare un senso al Crashgate vero e proprio, dobbiamo fare un passo indietro. Il team francese esce da un 2007 difficile, ma il ritorno di Fernando Alonso sembra ridare speranza al team. Al fianco di Alonso per la stagione 2008 viene confermato Nelson Piquet Jr., dopo un 2007 non particolarmente brillante. Anzi, se dobbiamo dire la verità, voci di corridoio lo davano addirittura per appiedato in vista del 2008!

La nuova stagione non si rivela affatto semplice e la Renault fatica per tutta la prima parte del calendario e se Alonso riesce a portare a casa una manciata di punti ad ogni gara, Piquet spende i weekend nelle retrovie. Insomma, non ideale per una squadra che sperava di lottare al vertice.

GP di Singapore: prendete i popcorn, inizia lo show!

A Singapore, la svolta. Durante le prove libere la Renault si dimostra velocissima e tra le favorite per la vittoria. Le prove libere però sono relative e durante la qualifica Piquet non passa nemmeno il Q1, mentre Alonso non prende parte al Q2 per dei problemi alla vettura.

La domenica non inizia nel migliore dei modi, siccome Piquet nel giro di formazione perde la monoposto in curva 17 e finisce in testa coda. La dinamica è molto strana e sembra quasi la prova generale dei donuts post gara… Per fortuna il pilota riesce a salvare la situazione senza danneggiare la macchina e via, si inizia!

Alonso fa un’ottima partenza, ma la Renault sceglie una strategia dubbia: alla dodicesima tornata Alonso viene richiamato ai box per fare rifornimento (ricordate, siamo nel 2008, il rifornimento veniva ancora effettuato durante i GP!). Partendo da fondo griglia, o quasi, ci si aspettava che Alonso ritardasse il più possibile il rifornimento… Che gli strateghi abbiano sbagliato?

Eppure la dea bendata sembra dalla parte dello spagnolo, perché al giro 14 Nelson Piquet perde la macchina in curva 17 (esatto, la stessa del giro di formazione) e si schianta contro le barriere. Improvvisamente, Safety Car.

Crashgate 2008
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La situazione cambia

Nel 2008 c’è una strana regola in vigore: non si può fare la sosta ai box sotto Safety Car. In caso un pilota entri comunque ai box, viene penalizzato con uno stop and go di 10 secondi. Molti team però avevano calcolato al litro il carburante dei serbatoi e hanno la necessità di fermare comunque i propri piloti, mentre altri attenderanno il rientro della Safety Car per fare rifornimento. Tra questi c’è Felipe Massa, favorito per la vittoria, che ai pit vive un vero e proprio incubo. Durante il rifornimento, il semaforo che indica ai piloti la ripartenza scatta prima del previsto e Massa scappa via con attaccata alla propria Ferrari la pompa del carburante. Non l’ideale per il brasiliano, che lascia la vittoria spianata ad Alonso, l’unico favorito dalla Safety Car.

Crashgate 2008
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“E’ un po’ sospetto”

Dopo la gara Alonso e Briatore si stringono la mano nella cool down room con Alonso che ripete:

“Per la Safety Car!”

Nonostante i complotti creati e alimentati dalla stampa, la stagione prosegue e si conclude con la vittoria di Hamilton. Ci si aspetta che la Renault da una parte rinnovi il contratto di Alonso, dall’altra licenzi Piquet. E invece Piquet rimane! Il 2009 si rivelerà disastroso e a quel punto il team lo rimpiazzerà con Grosjean.

La vendetta è un piatto che va servito freddo

Un mese dopo il licenziamento, dall’emittente televisivo brasiliano “TV Globo” arriva la notizia di un’inchiesta da parte della FIA sull’incidente di Singapore 2008. Il 4 settembre 2009 la FIA conferma le voci di corridoio: il Crashgate è ufficialmente aperto.

La Renault viene accusata di aver manipolato l’esito del Gran Premio di Singapore, ma con che prove? Qualcuno avrebbe testimoniato. E con “qualcuno”, si intende Nelson Piquet Jr. Il pilota ha infatti confessato di essere stato convinto a schiantarsi appositamente da Symonds e Briatore, che gli avevano indicato la curva esatta e anche il giro.

Guerra di accuse

La Renault risponde e accusa Piquet di diffamazione, ma il 14 settembre Symonds ammette di essere lui la mente dietro all’incidente, ideato per permettere ad Alonso di vincere e ottiene l’immunità. Lui e Briatore vengono allontanati immediatamente dalla Renault e il 21 settembre arrivano le diverse punizioni: la Renault viene squalificata per due anni, Symonds per cinque e Briatore – che non ha confessato – viene bandito a vita da tutti gli eventi FIA, mentre viene revocata la super licenza a tutti i suoi piloti.

Finito? Vi piacerebbe!

Il Crashgate del 2008 non finisce qui, perché Briatore fa causa alla FIA vincendola e la squalifica viene revocata sia a lui che a Symonds. Todt, presidente della FIA, non ci sta e fa appello alla sentenza.

Finalmente il 12 aprile 2010 viene trovato un accordo: Symonds e Briatore ricevono una squalifica di due anni e Piquet vince la causa di diffamazione contro la Renault.

Si chiude così lo scandalo del Crashgate… Ma Alonso, in tutto ciò, che ruolo ha avuto? Ah, lui non ne sapeva nulla e ancora oggi risulta essere il vincitore di quello strano GP di Singapore.

Crashgate 2008
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Olivia Carbone

Appassionata di sport, ha iniziato a scrivere per Mult1formula a novembre del 2020. Le piace il cinema e la geopolitica, ma è anche amante della letteratura.

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