Un ultimo sabato di agosto, un pomeriggio afoso, un tranquillo weekend prima del ritorno di settembre. Le qualifiche di Formula Uno son finite da poco e ci si alza dai divani, le schiene appiccicaticce a causa del sudore. Tempo di un gelato preso dal freezer, un bicchiere d’acqua, una tazza di caffè. C’è chi torna al lavoro, chi prova a studiare, chi semplicemente rimane in ascolto delle interviste dei propri piloti preferiti. Qualcuno guarda la Formula 2. Anthoine Hubert
Fa caldo, come sempre il 31 d’agosto e il sole sarebbe capace di sciogliere l’asfalto. Si respira tranquillità, sembra sempre che quando il sole brilli non si possa far altro che rimanere sereni. Anche a Spa il sole splende, anche lì fa caldo. Al destino però questo non pare interessare, per lui poggia, sole o neve non cambiano le dinamiche, non stravolgono la sua strada. Sotto il sole di agosto, mentre tutti si godono quello che sembra essere l’ultimo fine settimana d’estate, il destino invia la Morte in Belgio e con un battito di ciglia, quella strappa un altro fiore.
La gara di Formula 2 viene fermata, la bandiera rossa sventola veloce in ogni angolo del tracciato e improvvisamente, non è più estate. Chi cerca sui social, chi accende la TV e guarda il telegiornale, chi chiama amici e parenti, chi rimane in preghiera. Il sole e il caldo non hanno più nessun potere e il cuore di tutti è più freddo del marmo. Anthoine Hubert, Juan Manuel Correa. Questi sono i nomi che chi aspetta si ripete nella mente. Due ragazzi, di cui si attende qualche notizia, aggrappati ad un sottile filo di speranza. Un comunicato esce, mentre per le strade la gente ignara va a fare aperitivo o passeggia per il parco. All’improvviso è inverno, anche se il calendario segna 31 agosto, 2019.
Ho pregato sparisse dalla mia memoria, dalla memoria del mondo. Ho sperato tornasse tutto come prima, che la pellicola si riavvolgesse fino al giorno precedente. Non è successo, la Terra ha continuato a ruotare su sé stessa, ignara di tutto. L’universo, menefreghista, non ha fermato il tempo nemmeno un secondo. Quel 31 agosto il sole è tramontato, è risorto e ha dato il via ad un altro giorno e ad altri cento. Qualcosa di quel sabato d’agosto però, non ci ha mai lasciato.
Anthoine Hubert è rimasto incastrato nella nostra memoria, in quella di tutti coloro che amano questo sport. Il ragazzo francese sulla monoposto rosa, con il 19 stampato sul muso e nel cuore il grande sogno della Formula 1. Spesso il suo nome viene pronunciato soltanto in relazione al sabato di Spa, ma Anthoine era molto di più. Anthoine è stato il vincitore dell’ultima edizione del campionato di GP3, ha conquistato il primo posto nella gara di F2 a Montecarlo e poi quello della corsa in Francia, la sua patria.
Il mondo, in quel 31 agosto, ha perso molto più di un pilota di Formula 2: ha perso un ragazzo di soli 22 anni, un figlio, un fratello, un amico.
A chi è stato abbracciato dalla Morte troppo presto, a chi ha lasciato un marchio indelebile nel nostro mondo.
Ad Anthoine Hubert, che corra per sempre tra le strade dei nostri cuori.