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Ricciardo: sino all’ultima staccata

Siamo giunti all’ultima race-week della stagione, la settimana che – dopo ben 22 Gran Premi – chiuderà una delle stagioni più dense di Formula 1. Le luci del circuito di Yas Marina iniziano ad accendersi, pronte a illuminare l’ultimo atto di diversi piloti, per il momento, nella massima categoria del Motorsport. A spiccare tra i nomi è uno in particolare, tanto prevedibile quanto doloroso: Daniel Ricciardo.

Dopo ben dodici stagioni, The Honey Badger si prepara a dare il suo momentaneo addio alla Formula 1, gettandosi alle spalle un matrimonio infelice con la scuderia di Woking. Il binomio Ricciardo-McLaren, infatti, si è rivelato distruttivo sia per il pilota che per il team, rendendo necessario un cambio di rotta da parte della scuderia inglese. Con la speranza di ritornare il prima possibile nel paddock di Formula 1 come protagonista, l’australiano ora deve preparare i saluti: ad aspettarlo, i 55 giri più avversi della sua carriera sotto i riflettori di Abu Dhabi.

photo by: @mclaren su Twitter

Nuovi inizi e promesse

Sin dal suo esordio in F1, Daniel Ricciardo ha sempre dato prova della sua innata velocità, requisito fondamentale per poter competere con i piloti più abili del mondo. La prima occasione per raggiungere un risultato importante avviene nel 2014, dopo due stagioni in Toro Rosso, come secondo pilota della scuderia austriaca Red Bull. Dall’altra parte del box, un neo-quattro volte campione del mondo lo osservava, studiando quel giovane tutto ricci e sorriso che, da lì a pochi mesi, avrebbe concluso la sua prima stagione in un top-team al terzo posto. Con una Red Bull in decadenza, dopo quattro stagioni da dominatrice, Daniel Ricciardo è secondo solo alle due Frecce Argento – in netto vantaggio dopo il cambio di regolamento.

Nel suo palmarès l’australiano può vantare ben otto vittorie in Formula 1, ma una in particolare è impressa nella memoria di tutti i tifosi e dello stesso Ricciardo: il successo nel Gran Premio di Monaco 2018. Una vittoria voluta e rincorsa ribattezzata Redemption, la redenzione di un pilota che, nonostante le difficoltà, si è sempre spinto oltre i limiti. Tra le strade del Principato più lussuoso del mondo, tra le sue strade, l’urlo di riscatto di Daniel Ricciardo è immortale.

(photo by: Mark Thompson)

Alla vittoria di Monaco è seguito un digiuno durato quasi tre stagioni, interrotto solo dal capolavoro firmato Monza 2021. Una vittoria importante e storica per McLaren che, dopo il Gran Premio del Brasile 2012, torna sul gradino più alto del podio. Un trionfo che, per Ricciardo, significa ritrovarsi dopo mesi di oscurità, premere l’interruttore e scoprire di nuovo il gusto della luce. Una vittoria per sempre impressa nella pelle del CEO Zack Brown, eterna nel tempo.

Arrivederci

Il sole sta per tramontare su Yas Marina, lasciando spazio alla luce artificiale che inonda l’asfalto del circuito. Una volta raggiunta la bandiera scacchi la carriera di Daniel Ricciardo incontrerà un bivio, un sentiero di cui solo il destino sa la giusta strada. Eppure, una volta sfilato il casco, quegli occhi saranno solo pieni di felicità, l’ombra del rimpianto lontana e dimenticata.

Domenica Ricciardo sfilerà per l’ultima volta in arancione, concludendo un capitolo che portava con sé sogni e aspettative. Il futuro è un’incognita vaga ma l’australiano è fiducioso e, con pazienza, aspetterà che il prossimo anno scivoli via sino all’arrivo del 2024. Per ora, visiera abbassata, c’è ancora un’ultima gara da correre.

Chiara Galati

Studentessa universitaria presso il secondo anno di scienze della comunicazione a Bologna e grandissima appassionata di Formula 1. Nel tempo libero amo scrivere e arricchirmi di conoscenze che riguardano il motorsport.

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