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Yuki Tsunoda: l’ultimo sopravvissuto dei rookie 2021

Un rookie di solito ha due stagioni: una d’adattamento e una in cui alza il suo livello. Nel 2021 tre piloti hanno fatto il proprio esordio in Formula 1. Tra grandi aspettative, speranze, dubbi, alla fine ne è rimasto solo 1 in griglia: Yuki Tsunoda, infatti, sarà l’unico ad essere in categoria nel 2023.

2021 a tu per tu con la pigrizia per Tsunoda

La prima stagione di Formula 1 è di formazione. È l’anno in cui i piloti si trovano a guidare una vettura che solo all’apparenza è come la monoposto di Formula 2. E questo è stato uno degli errori commessi da Yuki Tsunoda.

Pensavo che guidare una F1 fosse più facile, dato che sapevo pilotare una monoposto di F2. Stavo usando lo stesso approccio, e quando sono andato a muro a Imola (durante le qualifiche nel secondo GP dello scorso anno, ndr) credevo fosse un episodio isolato. Mi dicevo ‘Ok, mi rifaccio alla prossima’. Invece tutti gli incidenti mi hanno completamente sfiduciato, ho un passato un momento difficile.

È stato un debutto di alti e bassi per il giapponese che si è trovato a fare i conti con la sua pigrizia, la mancata preparazione che lo portava a commettere errori su errori. Spingeva al limite, non sapeva cosa stava facendo. Era sicuro della sua guida, ma continuava a sbagliare e sfogava il suo disappunto con arroganza nei team radio. La sua natura focosa ha costretto il team e Red Bull a farlo trasferire a Faenza (sede del team AlphaTauri) così da poterlo seguire più da vicino.
La mossa ha dato i suoi frutti e per Tsunoda la seconda metà di stagione è stata decisamente più costante sino a concludersi con il quarto posto conquistato nel caotico finale di gara di Abu Dhabi.

È stato un anno di esperienza per lui con una monoposto di Formula 1 piuttosto performante, con la costante pressione e con un compagno di squadra (il francese Gasly) più esperto. Ma Yuki non ha deluso, anzi, ha stupito. Pur avendo concluso la stagione al quattordicesimo posto, Tsunoda ha fatto vedere un grande spirito di adattamento, un’ottima capacità di difesa e dei sorpassi davvero brillanti.

2022: stagione della maturazione

Il giapponese, dopo aver sofferto nell’anno di debutto in Formula 1, ha imboccato la strada giusta in questa sue seconda stagione. Yuki è un pilota di grande talento e in questa stagione è migliorato molto. Il ritmo mostrato di recente è una prova della sua curva di apprendimento ripida e dimostra di meritare un posto in F1.

Il 2022 per Tsunoda è stato un anno di maturazione, di crescita. A confermarlo è stato Franz Tost nel corso della stagione: “Yuki ha compiuto un grande passo avanti se paragonato allo scorso anno, ma se guardiamo a quello che sta facendo in questa stagione devo dire che sta crescendo molto e sta ottenendo delle ottime performance”.

Complice anche una vettura poco competitiva, la stagione è stata contornata da errori (alcuni che hanno fatto discutere, uno su tutti quello in Olanda). Certo, ha concluso la stagione 17esimo peggiorando il finale dell’anno precedente, ma ciò che è visibile è la sua capacità di apprendimento, la curva di crescita. Ha fatto dei passi avanti a livello fisico e mentale. Più focalizzato sull’obiettivo, nel 2022 ha imparato a riconoscere il limite, senza superarlo. Si controlla meglio quando scambio i messaggi-radio in pista con il box, nel momento in cui devo dare il feedback.

Per Yuki Tsunoda il 2023 è un’altra opportunità per far vedere le proprie qualità, dopo un anno non semplice. Sarà la stagione decisiva per il pupillo della Honda..

Gli altri rookie?

Oltre a Tsunoda, ad esordire in Formula 1 nel 2021 sono stati Mick Schumacher, fresco del titolo in Formula 2, e Nikita Mazepin. Entrambi alla guida della Haas, è difficile valutare la loro prima stagione sulla base dei risultati a bordo di una monoposto troppo più lenta di tutte le altre. Il confronto è stato principalmente tra loro due: il primo, superiore a livello di prestazioni del secondo, ha però commesso troppi incidenti gravi. Confronto interno vinto dal tedesco, nonostante tutto.

La carriera di Nikita Mazepin in Formula 1 però è durata un solo anno. Prima dell’inizio della stagione il russo è stato licenziato prendendo al suo posto il più esperto Kevin Magnussen. Per Mick Schumacher, invece, il 2022 ha segnato la fine della sua permanenza in categoria. Il tedesco è stato in patimento nel confronto con Magnussen per quasi tutta la stagione: partito come pilota di punta, rappresenta uno sconcerto piuttosto inatteso.

Secondo quanto emerso, Mick Schumacher avrebbe causato circa 3 milioni di euro alla Haas per i suoi incidenti avvenuti durante questa stagione: nessuno ha fatto peggio di lui. La presenza di Kevin Magnussen lo ha portato a dover alzare ancor di più l’asticella, ed il risultato sono stati altri incidenti molto costosi per la sua squadra. Su tutti spiccano quelli di Jeddah o Monte-Carlo, dove ben due telai sono andati distrutti per via del violento impatto contro le protezioni.

Anna Botton

Appassionata di comunicazione e di ogni forma d'arte (sport incluso). Le emozioni sono il mio pane quotidiano. Autodromo, stadi e palazzetti sono la mia seconda casa. Il sogno? Entrarvi con un pass al collo.

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