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Nyck De Vries: l’importanza del fisico in F1

Tra poco più di due mesi la stagione 2023 di Formula 1 prenderà il via e si sta già preparando ad accogliere nuovi volti. Dopo il saluto di diversi piloti – tra cui Vettel, Ricciardo e Mick Schumacher – alla massima categoria, ritroveremo per il paddock nomi già noti e diversi rookie. Tra questi ultimi spiccano Oscar Piastri, campione di Formula 2 nel 2021, e Nyck De Vries, campione del mondo di Formula E 2020-21. Due piloti che, nonostante le difficoltà, sono riusciti a coronare il loro sogno: gareggiare tra i venti piloti più abili del mondo.

L’olandese, terzo pilota della scuderia tedesca Mercedes, ha già fatto il suo debutto in Formula 1 lo scorso settembre durante il weekend di Monza. Sostituendo Alex Albon sin dal venerdì, De Vries conclude il suo primo Gran Premio in nona posizione, davanti persino a un più veterano Latifi. Un’esordio promettente e che, soprattutto, ha saputo convincere: da marzo, infatti, l’olandese affiancherà Tsunoda alla guida dell’Alpha Tauri. Sulle prospettive future, però, De Vries ha lasciato sfuggire qualche insicurezza ai microfoni di De Telegraaf: “Con il mio fisico non è facile. Sono chiamato a raggiungere le stesse prestazioni fisiche di un pilota che è alto 20 cm più di me e pesa 20 chili di più. Quindi, in proporzione, devo essere più in forma e più forte di Max Verstappen, devo avere la stessa capacità polmonare di uno come lui”.

Jost Capito e Nyck De Vries festeggiano il nono posto al GP di Monza 2022;
Crediti: Mark Sutton/Motorsport Images

L’importanza della fisicità

Nel mondo dello sport l’allenamento, sia fisico che mentale, è la chiave fondamentale per il successo. Nonostante la minor risonanza, anche in Formula 1 la fisicità gioca una parte importante. Per poter resistere alle alte velocità, ai cambi di direzione e alle curve affrontate in pieno – e non solo – i piloti devono, infatti, possedere enorme forza fisica. Basti pensare alle forze a cui viene sottoposto il collo durante le frenate: non a caso è una delle parti su cui si concentrano maggiormente gli allenamenti. Anche l’esercizio degli arti superiori e inferiori è essenziale poiché, durante la gara, devono essere in grado di reggere numerose sollecitazioni come le vibrazioni del volante, le fasi di accelerazione e frenata. La vita di un pilota di Formula 1, dunque, anche fuori dalla pista gravita attorno allo sport.

Ogni pilota, però, presenta caratteristiche e fisicità diverse. Nyck De Vries mette in luce proprio questo aspetto ammettendo, in occasione dello scorso Gran Premio di Monza, quanto sia stata fisicamente estenuante come esperienza. Al termine della gara, infatti, i meccanici hanno dovuto aiutare il numero 45 – presto 21 – ad uscire dall’abitacolo tanto era stremato. Abituato ai pesi notevolmente più leggeri delle vetture di Formula E, lo sforzo fisico richiesto dalle odierne F1 non riguarda, poi, le sole curve, ma anche i rettilinei. Mantenere dritta una vettura che in rettilineo può spingersi a oltre 350 km/h, infatti, non è semplice come appare dall’esterno.

Crediti: @williamsracing su Instagram

Da un estremo all’altro

La statura, quindi, può rappresentare un ostacolo per lo stesso pilota, sia per il più alto Esteban Ocon che per il suo contrario, Yuki Tsunoda. Ne è un esempio George Russell che, nel Gran Premio del Sakhir 2020, prese il posto di Lewis Hamilton durante la gara. La differenza di altezza tra i due aveva causato numerosi problemi all’inglese, costretto ad adattarsi a un abitacolo troppo stretto per lui. Il contrario, invece, è accaduto con il debutto di De Vries a bordo della Williams. Per rendere conforme la monoposto all’olandese, infatti, i meccanici avevano aggiunto un ulteriore peso di 13 kg al veicolo.

Per quanto riguarda la corporatura, invece, nel 2019 la FIA ha introdotto una nuova direttiva che sancisce un limite minimo di peso per i piloti: l’obiettivo è quello di evitare che si sottopongano a diete rigide in modo da risultare più leggeri degli avversari. Tuttavia, attualmente, essere più leggeri o pesanti non costituisce una grande differenza tra i piloti come, al contrario, accadeva in passato. A tal proposito, la direttiva ha anche eliminato la scelta libera del posizionamento dei pesi nelle monoposto, obbligandoli a una zona precisa: sotto il sedile del pilota.

Chiara Galati

Studentessa universitaria presso il secondo anno di scienze della comunicazione a Bologna e grandissima appassionata di Formula 1. Nel tempo libero amo scrivere e arricchirmi di conoscenze che riguardano il motorsport.

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