Il contesto storico che abbiamo vissuto da febbraio del 2022 ad ora ha inciso in maniera pesante sulle nostre vite, soprattutto sul costo della vita degli individui. Le famiglie rinunciano ai beni non essenziali per potersi permettere il cibo, la luce, l’acqua calda. Tra i beni non essenziali, si inseriscono anche gli eventi sportivi, sia dal vivo che abbonamenti a servizi streaming e Pay TV. Si teme una rinuncia sempre più diffusa all’intrattenimento dato dallo sport, per poter risparmiare per cose ben più importanti. Tra i vari sport, nessuno può ritenersi salvo da questa crisi che incombe. Nemmeno la Formula1.
Abbonamenti Pay TV e servizi streaming: si rischia un calo
F1 TV, Sky e anche Now TV. Questi i servizi mediante i quali gli appassionati di Formula 1 possono godersi lo spettacolo delle gare. Una cosa li accomuna: sono tutti servizi a pagamento. In Italia, è comunque possibile seguire le gare in differita su TV8 – ma se odiate gli spoiler, la differita non vi piacerà molto.
Se una famiglia dovesse trovarsi a scegliere quali spese tagliare e quali mantenere, le Pay tv finirebbero sicuramente nella lista delle spese da tagliare. Chiaramente perdere sottoscrizioni implica una perdita di soldi per chi acquista i diritti delle gare che innesca un circolo vizioso di perdite per chi fornisce il servizio streaming o di Pay tv e anche per la federazione e di conseguenza per chi ci lavora dentro.
Una serie di perdite che fanno tutto fuorché bene allo sport e al suo futuro.
Ma per la Formula1 non è solo una questione di servizi streaming.
Merchandising Formula1: bello ma non essenziale
Tra gli introiti dei team si hanno quelli derivanti da vendita di merchandising della squadra. La maglietta, il cappellino, fino ad arrivare ai modellini in scala delle monoposto o dei caschi dei piloti delle varie scuderie. Tutti oggetti che un tifoso spesso sente il bisogno di acquistare per appartenenza al team, per sentirsi parte del gruppo, per sentirsi più vicino alla sua squadra o al suo pilota – o piloti – preferito.
Tutti oggetti, però, a cui si può rinunciare.
E nel momento in cui una persona deve scegliere se fare la spesa per il mese o se comprarsi la maglietta del suo team preferito, sceglierà probabilmente la prima. Perché la seconda è una spesa a cui, anche se a malincuore, può fare a meno – la prima no.
Anche questo genere di perdite non aiutano i team e la Formula1 in generale. Sono pur sempre soldi, soldi importanti.
Formula1, quanto mi costi!
Un terzo elemento da cui lo sport guadagna – il più importante – è ovviamente il weekend di gara.
Migliaia e migliaia di persone si mobilitano per seguire le gare, c’è chi anche tenta di seguire più weekend possibili viaggiando un po’ come viaggiano i piloti.
Weekend di gara che portano soldi non solo allo sport ma anche alle città che li ospitano.
Hotel, ostelli, b&b prenotati mesi e mesi prima per assicurarsi di avere un posto dove stare quando si andrà a seguire una gara. Ristoranti che si popolano di persone, città che vengono visitate, voli che vengono presi. Un flusso di denaro che entra in diverse casse e che giova tutti.
Ma come ben sappiamo, l’ultimo periodo ha implicato degli aumenti sul costo della vita. Tutto costa di più, così inizieranno a costare di più i soggiorni, i voli, le cene e gli stessi biglietti per le gare.
In questo momento i prezzi per alcuni gran premi sono veramente inaccessibili per tifosi con un guadagno medio e che possono permettersi spese extra solo entro un certo budget.
Alla lunga – ma nemmeno troppo lunga – saranno sempre meno le persone che potranno permettersi il lusso di in primis acquistare il biglietto e in secondo luogo stare fuori uno o più weekend. Probabilmente inizieranno a diminuire gli acquisti sugli abbonamenti e si inizierà a partecipare sempre più esclusivamente alla gara.
Anche la partecipazione di un grande numero di persone alla gara comunque è a rischio, perché ci saranno persone che dovranno rinunciare anche a questo.
La voglia di spettacolo
Un elemento di rischio che trascende, però, dall’aspetto economico dello sport è la questione spettacolo.
La stagione 2021 ha affascinato anche per la grande lotta per il titolo che l’ha caratterizzata. Hamilton e Verstappen, infatti, si sono trovati parti punti ad Abu Dhabi a lottare per il titolo. Era l’ultima gara, l’ultima occasione. Una tensione che ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo metro.
Uno spettacolo che ha avvicinato tanti tifosi ma che non si è replicato nella stagione 2022.
Sembrava che la Ferrari di Charles Leclerc potesse dare del filo da torcere alla Red Bull del campione in carica Verstappen, ma è stata un illusione durata ben poco.
Red Bull ha dominato fino all’ultima gara e lo spettacolo è stato nettamente inferiore rispetto alla stagione precedente.
Il timore è che un ulteriore anno di dominio inviolabile di Red Bull possa annoiare, allontanando così chi si era avvicinato allo sport perché attratto dallo spettacolo o chi allo sport era appassionato già da un po’ ma non vede un miglioramento.
Tutti questi problemi potrebbero rendere lo sport quasi una moda. Sorge il timore che la Formula1 sia tornata a livello splendenti in termini di notorietà – si può vedere anche ad esempio dalla collaborazione con HM, che ha fatto magliette e felpe a tema – ma che le circostanze incontro a cui il mondo va possano portare grossi limiti a questo sport. La questione spettacolo sopra citata, poi, si aggiunge ad aumentare questo timore.
È bene quindi prendere in considerazione tutte queste variabili e tenerle bene a mente.
Cara Formula1, fai attenzione perché la crisi, quando è grave, non risparmia nessuno.