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L’esempio di Liam Lawson: il debutto in Formula 1 in Olanda

Il Gran Premio d’Olanda a Zandvoort è stato per molti aspetti un weekend di sorprese. La prima tra tutte, l’incidente di Daniel Ricciardo durante le FP2, che lo ha costretto ad un’operazione al polso dopo una collisione con le barriere per evitare a sua volta Oscar Piastri, che pochi metri dopo era andato a sbattere. Nella sfortuna di un incidente, entra in gioco la possibilità per il giovane rookie Liam Lawson di correre in una gara ufficiale di Formula 1.

Nel 2022, il giovane neozelandese ha terminato il suo percorso in Formula 2 diventando a tutti gli effetti pilota di riserva della Red Bull, essendo membro del Red Bull Junior Team dal 2019. Lo sanno bene i giovani ragazzi che militano nelle categorie inferiori che ottenere un posto in Formula 1 è complicato, sia per la mancanza di sedili disponibili sia perché molte scuderie preferiscono piloti di esperienza a giovani Rookie che devono ancora muovere i primi passi nella massima categoria del motorsport. Pur rimanendo nell’orbita Red Bull, Lawson nel 2023 sta gareggiando nella Super Formula, campionato giapponese per vetture a ruote scoperte.

Il debutto di Liam Lawson in Formula 1

È stato un caso che Liam Lawson fosse presente nei box Red Bull proprio durante il weekend di Zandvoort, in un’occasione più unica che rara di guidare una Formula 1, vista la mancanza di test con la monoposto dei piloti titolari.

Il pilota neozelandese si è trovato davanti ad un’opportunità unica di guidare l’Alpha Tauri di Ricciardo, pur non essendo la monoposto più veloce della griglia e pur non avendo esperienza alla guida di una Formula 1, il debutto di Lawson è stato più che ottimo.

Non è facile esordire in un circuito come Zandvoort. Le difficoltà legate al circuito sono molte, i sorpassi sono complicati e la pioggia è stata una compagna scomoda. Ma, soprattutto è ancora più complicato mettersi alla guida di una Formula 1 facendo una sola prova ufficiale per poi andare subito in qualifica. Oltre a tutto ciò, lui non aveva conoscenza della vettura e degli automatismi che un pilota della massima categoria ha acquisito grazie all’esperienza.

Il timore più grande probabilmente è stato quello di incappare in qualche errore o incidente, provocando danni alla macchina, ma non è stato così. Pur non avendo la velocità di tutti gli altri piloti, la gara di Lawson è stata ottima. È riuscito a conquistare il tredicesimo posto, senza commettere errori e senza contatti con altri piloti.

La mancanza dei test per i Rookie è un problema?

Nella Formula 1 attuale non sono tantissimi i giovani Rookie che riescono ad approdare in Formula 1. Oltre a questo, hanno poche occasioni per mostrare il proprio talento. I momenti sono pochi sia per la mancanza di test sia perché nelle poche occasioni che hanno a disposizione durante le FP1, i team preferiscono fare delle prove comparative piuttosto che permettergli di mostrare tutto il loro potenziale. I piloti di riserva, oltre al simulatore, in molti casi non guidano in pista la monoposto titolare, quanto più vetture degli anni passati. Quindi, nel momento in cui devono sostituire un pilota sono in difficoltà, anche perché il virtuale non dà le stesse sensazioni della pista.

Liam Lawson debutta in Formula 1 a Zandvoort al Gran Premio d’Olanda con l’Alpha Tauri

Ad oggi i team che hanno in squadra giovani debuttanti non gli danno il tempo di crescere e di sbagliare perché devono essere subito pronti a fare il risultato. Eppure non è così. La Formula 1 è complicata a livello tecnico ma soprattutto a livello psicologico. La pressione mediatica è molto forte e si è sempre sotto le luci dei riflettori. Inoltre, competere in altre categorie non è garanzia di successo immediato perché le vetture sono diverse, così come i circuiti in cui si corre.

Forse servirebbe più pazienza e più tempo, sia da parte dei team sia da parte dei piloti, per abituarsi e capire come muoversi in un mondo in cui il giudizio e i commenti da parte delle persone sono pressanti, e a volte molto crudeli. Bruciare la carriera del pilota in pochi attimi è facile. Non solo ha un impatto sulle prestazioni in pista ma anche sulla fiducia in sé stessi. In un mondo in cui si corre a 300 km/h, il tempo e la pazienza sono due qualità che dovrebbero essere rispolverate per aiutare i giovani piloti ad emergere.

Chiara Russo

Grandissima appassionata di motori. Il mio sogno? Poter fare della mia passione un lavoro

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