AI centro di chiacchiere e polemiche, il gran premio di Las Vegas era sicuramente il più atteso dell’anno. Forse perché elettrizzati dall’atmosfera della città, o forse per vedere fin dove si sarebbe spinta Liberty Media – magari attendendo un passo falso – ma tutti siamo stati incollati alla TV o sui social a leggere ogni notizia relativa a questo evento. Alla fine il GP si è disputato tra il divertimento e le critiche dei protagonisti.
Sta iniziando una nuova era della F1?
Dalle aspettative ai possibili cambiamenti, ecco il parere di chi ama questo sport: voi.
Un gran premio oltre le aspettative
Vedendo il layout del circuito, i meme sono stati inevitabili. A chi non è venuta in mente la scena dei Simpson sfruttata anche dai team?
L’aspettativa generale scaturita era che la gara in sè sarebbe stata noiosa o comunque messa in secondo piano dallo show organizzato. Gli eventi del venerdì, oltre alle previsioni meteo, lasciavano inoltre ipotizzare che la corsa sarebbe stata pericolosa.
Qualcuno però ha giustamente guardato il gran premio da un’altra prospettiva. Come abbiamo visto in tempi recenti con il GP a Jeddah o Baku, questa tipologia di layout si presta a gare ricche di azione, attive. Quelle che ti tengono sveglio.
Come spesso accade, si è andati oltre le aspettative. La pista ha portato azione tanto che la gara non è stata eccessivamente noiosa, come invece a qualcuno capita in altre occasioni. Si potrebbe dire che come esordio pur essendo partito male poi ha soddisfatto. Un pensiero diffuso tra i tifosi, nonostante tracciato in sè ancora non convinca. Alla fine è stato un gran premio che ha diviso, e continuerà a farlo.
Nonostante nel complesso sia andata meglio di quanto i tifosi si aspettassero – il che la dice lunga sulla comunicazione, le notizie circolate e altro ancora – la domenica non ha propriamente prevalso la corsa. Vero, i piloti si sono dati battaglia e si sono divertiti, ma lo spettacolo e la sicurezza hanno avuto una rilevanza importante.
Vorremmo poter parlare solo della pista.
This is the greatest show
Se infatti la cosa che ha colpito maggiormente gli appassionati è stato il tracciato – soprattutto primo e secondo settore – che si è rivelata più dinamica e adatta ai sorpassi, bisogna anche dire che lo spettacolo è uno degli elementi che non sono piaciuti. Ok, a Las Vegas è praticamente d’obbligo, ma cosi è un po’ troppo.
Quando ha pronunciato queste parole molti hanno storto il naso, per non parlare di quando a fine gara ha cantato Viva Las Vegas! di Elvis Presley e ha dichiarato di essersi divertito…
Incoerente! È stata l’accusa maggiore.
Spettacolo esagerato
Peccato per gli organizzatori che sia un pensiero comune. Per i tifosi infatti è stato esagerato, tanto che in alcuni momenti i piloti sembravano animali al circo.
Nessuno dice di eliminare lo show, ma di alleggerirlo, renderlo meno pomposo. Una cosa, giustamente, va detta e uso le vostre parole per farlo: “Ce lo si aspettava, ovviamente è il modo più facile per liberty media di cavalcare l’onda e fare i soldi. Non mi sento di criticare la cosa“. Inutile girarci intorno: la F1 sta virando già da un po’ verso l’intrattenimento. E in una città come Las Vegas, famosa per lo sfarzo, il peccato, il fare le cose in grande, quello messo in scena settimana scorsa è perfettamente nel contesto.
Uno show che però non può esistere sui circuiti europei. Vero che vengono comunque organizzati eventi collaterali, ma non funzionerebbe e sarebbe fuori luogo. Inoltre un altro fattore che incide su questa linea di pensiero è la cultura sportiva. Negli Stati Uniti tutto è eccessivo, ogni singola manifestazione sportiva (che sia una partita o una gara motoristica) è spettacolo allo stato puro. In Europa e non solo, invece, l’attenzione è mirata allo sport. In questo caso, ciò che avviene in pista deve essere il centro e il protagonista del weekend, non l’ostentazione. ll rischio senno è proprio quello che si perda il senso di questo sport.
Rischio che la F1 sta gia correndo.
Lo sport prima di tutto
L’obiettivo che F1 e Liberty Media si stanno ponendo in questi ultimi anni è infatti quello di attirare un nuovo pubblico prevalentemente giovanile. Una delle strategie utilizzate è proprio la spettacolarizzazione, I’intrattenimento. Ma basta?
Nel complesso, il pensiero degli appassionati è che possa essere una buona formula, ma non è solo così che si attrae un pubblico giovane. Occorre rendere i biglietti accessibili e lo show deve svolgersi in pista con duelli, lotte, azione ravvicinata. Altrimenti si segue la via di uno sport elitario seguito solo da ricchi a cui la F1 interessa poco o niente.
Un altro punto da sollevare e che ha destato preoccupazioni riguarda la sicurezza e l’organizzazione. Un evento così importante poteva essere organizzato meglio vista la risonanza che ha, soprattutto evitando di bloccare una città, le sue vie principali, per poi volerla piena. Come il trattamento riservato ai tifosi accorsi il venerdi.
Ciò che è accaduto nelle FP1 a Carlos Sainz e in gara a Lando Norris, inoltre, è una cosa inaccettabile, indice della poca attenzione verso la sicurezza.
Considerata la ricerca di disputare sempre più gare su circuiti cittadini o non permanenti, come il caso di Miami, viene da chiedersi se sia ciò che vogliamo per questo sport. Deve persistere un connubio tra storia e novità, tra circuiti cittadini e permanenti, tra show e azione. Altrimenti la F1 andrà ancor di più in caduta libera.
Cash is king, that’s all.