Nel fine settimana in cui McLaren doveva semplicemente “limitare i danni” secondo le simulazioni e le parole di Andrea Stella alla vigilia, è, invece, stata protagonista del suo miglior weekend in assoluto di questa stagione. Una sprint pole position, un’ottima qualifica il sabato e lo strepitoso quanto inaspettato podio la domenica sono il bottino fertile collezionato in terra cinese.
McLaren saluta la Cina con un trofeo – tecnologico – in più e con un velo di ottimismo verso le prossime sfide di campionato. La quinta tappa del mondiale è stata un’autentica e piacevole sorpresa per il team di Woking. Le premesse non erano delle migliori e, sulla carta, sarebbe dovuto essere un weekend corso sulla difensiva in attesa dei corposi aggiornamenti previsti per Miami e Imola.
Il layout della pista e i lavori di simulazione svolti alla base suggerivano un distacco prestazionale cospicuo rapportato alla Ferrari. Un deficit di quasi 35s secondo Lando Norris che avrebbe relegato la McLaren al ruolo di terza/quarta forza in concomitanza con Mercedes e Aston Martin. L’incognita assoluta della pista cinese ha, però, scombussolato piani e progetti di tutte le squadre.
La sorpresa McLaren:
Il circuito di Shanghai – frutto della mano progettista di Hermann Tilke – è stato un’esplosione di variabili che hanno neutralizzato, in parte, i problemi della MCL38, a partire dalle condizioni tecniche del tracciato e le condizioni meteo incerte supportate da basse temperature. In linea con i punti interrogativi proposti dalla pista, gli uomini McLaren hanno giocato con il set up della monoposto per indirizzarla al meglio verso la gara principale.
Le dichiarazioni di Stella:
“Penso che quello di Shanghai si sia rivelato un tracciato poco limitante per l’anteriore, non sembra più essere così difficile per l’avantreno come lo era in passato. Inoltre, le condizioni hanno aiutato a tenere grip al posteriore, perché oggi non si è surriscaldato” – ha dichiarato il Team Principal Andrea Stella.
Quello che maggiormente destabilizzava il muretto papaya era la prestazione della vettura in gara per via della perdita di performance di cui ha sempre sofferto la MCL38 questa stagione.
“Si tratta di una combinazione di fattori che ha aiutato le prestazioni della nostra auto. Credo che anche alcune modifiche apportate all’assetto dopo la sprint abbiano aiutato il ritmo di gara perché abbiamo modificato la macchina con l’obiettivo di migliorare il passo gara piuttosto che quello per la qualifica, il che ci ha sorpresi considerando che in qualifica abbiamo fatto comunque bene. In generale, però, ci sono stati diversi fattori che hanno contribuito alla nostra performance, non solo uno” – ha poi proseguito Stella.
Il podio artigliato in terra cinese è anche, però, soprattutto merito di Lando Norris. Una partenza pulita e il sorpasso su Alonso nelle prime battute di gara gli hanno permesso di esprimere a pieno regime il suo passo gara. Il validissimo stint effettuato su gomma media e il tempismo della Virtual Safety Car hanno completato la sua scalata verso la seconda piazza, tenendosi a debita distanza dalle minacce di Sergio Perez e Charles Leclerc.
Il caso “vittoria”: un tabù internazionale
La brillante gestione gomme evidenziata anche con le hard hanno consegnato le chiavi in mano al nativo di Bristol che sale così a quota 15 podi in carriera. Un numero non irrilevante figlio dell’ennesima prestazione superlativa da parte del britannico, ancora alla ricerca della sua prima vittoria. Un triste primato che lo elegge come il pilota con il maggior numero di podi in assoluto senza aver mai vinto una gara in Formula 1, un record che, fino a pochi mesi fa, deteneva Nick Heidfeld.
Una statistica spesso menzionata sui giornali e nelle dirette televisive che la trasformano in un vero e proprio tabù da sfatare per il pilota McLaren. La condanna dell’eterno secondo non scoraggia Andrea Stella che confida nel talento del proprio pilota, più volte elogiato durante le interviste, al quale manca la giusta monoposto per poter chiudere il cerchio e respirare una boccata d’aria vincente. Un progetto a lungo termine che mira a far competere il tandem papaya per i piani alti del mondiale. Ma con una Red Bull fuori dalla portata di tutti e una MCL38 con alcune lacune importanti da sanare, Norris può solo che confidare nei futuri aggiornamenti in programma del team e qualche carta jolly nel corso della stagione per provare a rompere questa lunga striscia di successi mai acciuffati.