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GP Spagna: le dinamiche tra compagni di squadra

Nel GP di Spagna di F1 si sono viste strategie e performance differenti tra compagni di squadra. Se in Ferrari i piloti hanno duellato generando tensione interna al team, in Red Bull la differenza tra i due è stata troppo rilevante (e preoccupante per una scuderia in lotta per il titolo).

Mercedes: strategie differenti, ma positive

È stato un fine settimana solido da parte dei piloti e di tutta la squadra. Se con Lewis Hamilton Mercedes è tornata a podio, George Russell ha comunque conquistato un quarto posto che fa ben sperare.

Lewis Hamilton e George Russell, piloti Mercedes, dopo gara F1
Crediti foto: profilo X Mercedes

La prima differenza tra i due è stata la partenza. George ha fatto un’impressionante manovra in frenata all’esterno della prima curva, approfittando della lotta tra Verstappen e Norris. Quella di Lewis, invece, non è stata altrettanto buona, ma ha fatto un buon lavoro nel recuperare intorno alle curve 1 e 2 per tornare al quarto posto.

Per quanto riguarda gli stint, i pit-stop sono stati anticipati. Se al primo entrambi i piloti hanno montato gomma media, nel secondo Hamilton aveva la Soft mentre Russell la Dura. Una differenza che ha poi portato il campione del mondo a sorpassare il compagno.

Ferrari: tensione interna

Sebbene la gara spagnola doveva essere quella della riscossa, per Ferrari si è trattato dell’ennesimo weekend da dimenticare. La SF-14 manca di passo, di velocità e non è mai stata in partita.

I due piloti hanno chiuso quinto e sesto, ma la loro prestazione ha lasciato strascichi interni. Una situazione già presentatasi in questo 2024, frutto dell’annuncio prematuro dell’arrivo di Lewis Hamilton nel team del Cavallino.

Dopo nemmeno tre giri le SF-14 di Leclerc e Sainz si buttano in una lotta fratricida che non ha portato a niente di buono. Un duello non necessario che ha solo contribuito ad aumentare la tensione.

«Non è stata corretta né giusta la manovra di Sainz in quel momento. Sapevamo di dover salvare la gomma e io l’ho fatto, mentre lui no e mi ha passato alla fine del rettilineo. È andata così, ma era un rischio che non andava preso». Si è lamentato ai microfoni di SkySport il monegasco dopo la gara, che ha poi proseguito: «Una lotta che ci ha fatto perdere una posizione, anche perché mi ha danneggiato l’ala. Capisco che per lui la gara era importante, ma così non va. Ne parleremo nel team».

Lo spagnolo però non ha nulla da rimproverarsi: «Per me la situazione era chiara», ha risposto Sainz a distanza ma dagli stessi microfoni, «avevamo una soft nuova, la Mercedes aveva una soft usata e dovevamo andare all’attacco. Questo è quello che ho fatto. Non so cosa è successo a Charles al primo giro, non so se abbia fatto un errore, ma ho avuto l’opportunità di sorpassarlo e non è che posso stare dietro per tutta la vita».

Una situazione scomoda per una scuderia che deve necessariamente ritrovare la performance di inizio stagione se vuole restare ai vertici. Ma si è scavata la fossa da sola.

McLaren e Red Bull: piloti agli opposti

Se tra Verstappen e Norris i distacchi non sono più abissali – a riprova dei progressi della McLaren e dei limiti della RB20 – a preoccupare i team è la differenza di risultati con i compagni di squadra.

Red Bull: dalle stelle alle stalle

Come in Canada, anche a Barcellona è stata più una vittoria di Max e del team in quanto uomini che non di monoposto. È l’olandese infatti a fare la differenza, mentre Sergio Perez ancora una volta non è riuscito a trovare un assetto e un bilanciamento che gli permettesse di estrarre costantemente il ritmo dalla RB20.

Verstappen ha patito anche qui la gestione gomme, ma non ha mai perso la leadership conquistata al terzo giro. Il messicano invece è partito in P11 avendo dovuto scontare la penalità inflittagli dopo la gara in Canada che l’ha retrocesso di 3 posizioni in griglia. Già il fatto che sia stato il miglior risultato ottenuto in quattro gare da Pérez mostra il gap tra i due piloti Red Bull. Sebbene poi abbia guadagnato tre posizioni nel Gran Premio, la P8 in una vettura che è comodamente in testa al campionato costruttori è un ritorno deludente per il messicano.

McLaren: a mancare non è la macchina

Nonostante non abbia vinto, la McLaren è la vettura più forte sulla griglia di partenza. I tempi e la velocità sul giro della vettura inglese dimostrano che le novità portate hanno cambiato veramente il passo della MCL38.

Team McLaren festeggia P2 Lando Norris al GP di Spagna F1 2024
Crediti foto: profilo X McLaren

In Spagna però è stato solo Norris a concretizzare in un risultato importante la performance della vettura. Pure con qualche rimpianto. Al britannico per battere Verstappen manca una cosa: la perfezione.

Per Oscar Piastri, invece, è stato un weekend negativo. Il 23enne ha faticato a trovare il ritmo fin dall’inizio, non riuscendo a trovare il giusto feeling con la MCL38 sui percorsi brevi e lunghi. Nella seconda parte di gara ha visto dei miglioramenti in quanto si è avvicinato a Sainz, ma sicuramente in vista dell’Austria in casa McLaren dovranno capire quale sia stato il suo problema.

Anna Botton

Appassionata di comunicazione e di ogni forma d'arte (sport incluso). Le emozioni sono il mio pane quotidiano. Autodromo, stadi e palazzetti sono la mia seconda casa. Il sogno? Entrarvi con un pass al collo.

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