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Marta Garcia: “Ho dovuto farmi un nome nei kart”

A cura di Chiara Vezzani e Aldo Maria Coletta

Marta Garcia sta riuscendo, passo dopo passo, a realizzare il suo sogno di farsi strada nel mondo delle quattro ruote. Impegnata con le Iron Dames in FRECA, ha già una lunga carriera alle spalle: la sua esperienza nelle serie cadette, come i Kart e la Formula 4, e in quelle totalmente al femminile, come la W Series e la F1 Academy, di cui è la prima campionessa in carica, l’hanno portata ad avere le idee ben chiare sulla situazione attuale delle categorie giovanili. Al Mugello, nel weekend del 15 luglio, abbiamo avuto il piacere di discutere con lei. 

Quali sono le principali differenze tra Formula 4 spagnola, F1 Academy e FRECA secondo la tua percezione?

Ho corso in Formula 4 nel 2017, molto tempo fa. Ad essere onesta, facendo un confronto tra le stesse auto (le monoposto della F1 Academy usano telai Tatuus F4-T-421, gli stessi utilizzati negli altri campionati di Formula 4, ndr),  le differenze principali sono nella struttura del campionato: sia in Formula 4 che in F1 Academy si corrono 3 gare in un weekend, con la differenza che la F1 Academy corre insieme alla F1 da quest’anno, mentre la scorsa stagione abbiamo condiviso solo un round. Direi che non c’è una grande differenza tra i due campionati, solo che in F1 Academy hai più tempo di esposizione mediatica, con interviste e simili. 

Poi in FRECA l’auto è più potente rispetto alla F1 Academy e alla Formula 4 ed ha più aerodinamica. Credo ci sia una differenza di circa 100 cavalli. Il campionato qui è molto più competitivo della F1 Academy e della W Series. Quando arrivi qui con altri 32 ragazzi il livello è più alto e devi lavorare molto anche solo per essere in top15. Questa è la differenza principale. Ovviamente poi, in termini di media, FRECA e F1 Academy sono diversi.

Marta Garcia
© Iron Dames

A inizio anno sei entrata nelle Iron Dames, squadra che compete in più campionati e categorie diverse: come ti trovi con il team?

Penso che il programma delle Iron Dames sia veramente buono e, quando sono stata contattata e mi hanno detto che avrei avuto l’opportunità di entrare a farne parte, ero veramente felice. Fanno molto per le ragazze nel motorsport e non solo: adesso hanno anche un team di equitazione. So che hanno a cuore che le ragazze facciano buoni risultati in ambienti prevalentemente maschili. 

Sono davvero contenta perché sto correndo in Formula Regional con la loro nuova squadra e penso che in futuro ci saranno più possibilità perché le Iron Dames corrono anche nell’endurance. Per me questa è una buona opportunità per il mio futuro perché la carriera nelle monoposto è sempre più corta [rispetto ad altre discipline, ndr]: ho quasi 24 anni, li compirò quest’anno, e competere in FRECA con le Iron Dames è una buona base per poter poi salire in altre categorie, come le GT3. Ho già incontrato parte del team: ero alla 24 di Le Mans e ho conosciuto gli ingegneri ed il team manager di Iron Lynx, che è lo stesso delle Iron Dames. 

Come è essere in squadra con Doriane Pin e cosa hai imparato da lei? È uno stimolo a far meglio avere una compagna di squadra come lei?

Ovviamente io ho l’esperienza in W Series, F1 Academy e nelle monoposto, lei è più giovane ma porta un grande carico di esperienza dal GT, dalla Formula Ford e adesso dalla F1 Academy. È un’ottima pilota in tutto, insieme lavoriamo bene. Dopo le gare facciamo un debriefing ed il feedback che ci diamo è buono, ci scambiamo consigli per capire la macchina e cosa fare per il team, l’assetto ed essere in grado di migliorarlo, se possibile. Siamo una buona coppia sportivamente e abbiamo un bel rapporto, è bello lavorare con lei. Marta Garcia

Com’è cambiato l’atteggiamento verso le donne pilota durante gli anni, anche grazie alle iniziative da parte della FIA? 

© Iron Dames

Quando ho iniziato a gareggiare in kart nel 2009 non c’erano molte iniziative che aiutavano le donne pilota, né da parte della federazione né da parte di altri. In questi ultimi 15 anni poi ci sono stati diversi miglioramenti e molti progressi in questo senso. La federazione spagnola ha dei progetti, come “Mujeres y Motores”, mentre quando gareggiavo con i kart c’era questo campionato chiamato “CIK-FIA Academy Trophy”, con 50 o 40 ragazzi da tutto il mondo e con una ragazza che veniva scelta per correre lì. 

Nel tempo sono state poi create sempre più iniziative, come “Girls On Track” della FIA, e, quando poi è arrivata la W Series, l’idea era quella di far mettere in gioco le donne, dar loro visibilità e cercare di portarle al livello più alto possibile. Ora con F1 Academy è anche meglio, perché è una categoria legata alla F1, che è il luogo cardine del motorsport. Credo quindi che, negli ultimi anni, sia cambiato tanto, anche parlando delle Iron Dames. Oggi ci sono molte più iniziative ed è più facile ricevere aiuto. Tanto è cambiato – ed è un bene – per molte ragazze che vengono dai kart e che sono già supportate, quando io non lo ero.

In che modo essere campionessa di F1 Academy ha cambiato la tua esposizione mediatica al mondo?

È un peccato che la F1 Academy non sia stata trasmessa l’anno scorso, perché credo avrebbe fatto una grande differenza per me. Ho realizzato che, quando competevo in F1 Academy, ero sulla stampa, il che era un bene, ma alla fine nessuno vedeva le gare. L’ultima gara della stagione ad Austin invece è stata trasmessa e l’impatto mediatico che ho avuto è stato enorme. Sono cresciuta parecchio anche sui social media nei seguiti, in engagement e così via. Marta Garcia

Vincere in F1 Academy è stato un bene per me e non solo per le mie capacità di guida, ma anche per ottenere sponsor che probabilmente non sarei riuscita a trovare se non avessi avuto l’esposizione che ho avuto. Sono molto felice di questo ma, se fosse stata trasmessa durante tutto l’anno, credo che mi avrebbe aiutato ancora di più. È un bene che, almeno questa stagione, lo stiano facendo. Anche il fatto che siano con i team di F1, con le livree e il resto, è una grande spinta. Quindi sì, la F1 Academy ha fatto la differenza. Marta Garcia

Quali sono le più grandi differenze, i punti di forza ed i difetti tra W Series e F1 Academy?

Penso che il punto della questione sia davvero semplice. La W Series era un campionato creato non da un’organizzazione ma da persone che volevano più ragazze nel motorsport e volevano farlo con una serie. Ovviamente gli sarò sempre grata perché mi hanno aiutata, stavo gareggiando nei Karting nel 2018 e la W Series è arrivata nel 2019. Se non ci fosse stata la W Series, probabilmente non sarei qui. In W Series non avevamo molto tempo in pista: una prova libera da 30 minuti, una qualifica da 40 e una gara, a differenza dalla F1 Academy in cui le ragazze adesso hanno tre gare, due qualifiche, due prove libere e anche tanti test.

Poi c’è anche la possibilità (nella F1 Academy, ndr) di lavorare con le squadre delle  monoposto junior, come la Prema nel mio caso, e questo ha molti vantaggi. Nella W Series cambiavamo ingegnere ad ogni gara, quindi era davvero difficile capire davvero dove migliorare, dovevi adattarti tutte le volte, non era molto costruttivo… È importante avere lo stesso ingegnere per tutta la stagione perché lui ti conosce e riesci a costruire una relazione.

Marta Garcia
© Iron Dames

Maya Weug in una intervista recente ha detto che prima i bambini non la percepivano come diversa, ma poi crescendo ha dovuto imparare a farsi rispettare. Hai provato lo stesso?

Sì, è una cosa su cui io e Maya concordiamo. Quando ero davvero piccola e ho iniziato a gareggiare con i kart a livello internazionale, i ragazzi tendevano a buttarmi fuori pista. Era il mio primo anno nelle corse, dovevo fare qualcosa ed ho iniziato a fare come loro. Sentivo di non essere rispettata solo perché ero una ragazza.

Quando sono diventata abbastanza veloce da essere nella top 5 del campionato europeo, le persone hanno iniziato a realizzare che sì, ero una ragazza, ma ero veloce: non era normale perché non c’erano tante ragazze nel karting e se c’erano faticavano tantissimo [a stare tra i primi, ndr]. Ho dovuto farmi rispettare, era qualcosa che dicevo anche nelle interviste, ma ora sento di essere rispettata. Nei kart mi sono fatta un nome. Quando passi alle monoposto i piloti sono nuovi, ma conoscono il tuo nome, sanno cosa hai fatto e dove hai corso. Marta Garcia

Ieri ho visto tua sorella con te in griglia di partenza. Che rapporto hai con lei? 

Mia sorella non veniva alle gare in generale, si dedicava ad altro. Quest’anno volevo qualcuno che venisse con me alle gare, soprattutto perché alla fine passi tanto tempo da sola. Avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse con la bottiglia, con l’ombrello, con il casco… Ho deciso di portarla con me alle gare e mi segue dall’inizio della stagione in FRECA, per me è davvero di supporto. Abbiamo un buon rapporto, come l’abbiamo sempre avuto: parliamo di cose personali e professionali, è la mia migliore amica, è bello averla con me. Marta Garcia

Aldo Maria Coletta

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