di Rosarita Linsalata F1 Bearman Antonelli
“Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere“; è così che Enzo Ferrari ha più volte risposto, con l’accenno di un sorriso ad increspargli le labbra, a quanti gli chiedevano di definire, in poche e sintetiche parole, un concetto che di sintetico ha ben poco. La passione è imprevedibile, innata, travolgente, ma soprattutto è ovunque. Brucia nella fiamma dei sogni che ti scalpitano dentro e chiedono a gran voce di essere ascoltati. Risiede nella forza del coraggio che ti porta a combattere per quello in cui credi. Vibra nella determinazione di chi non ha nessuna intenzione di arrendersi prima di essere arrivato sulla linea di partenza del viaggio più incredibile della propria vita.
La passione è negli occhi attenti e brillanti del giovane Bearman, è nella voce spezzata dall’emozione del talentuoso Antonelli. Fluttua nell’aria che vibra intorno a questi ragazzi, che stanno per calarsi in quelle monoposto che sanno di storia, aspettative e sogni, per disputare le prime prove libere sul circuito di città del Messico.
Bearman: quando i sogni diventano realtà F1 Bearman Antonelli
Jeddah e Baku: i palcoscenici del debutto
Tuta calata sui fianchi, passi felpati che si susseguono nel paddock, pacche sulla spalla di incoraggiamento, un flebile sorriso dipinto sulle labbra. Così Oliver Bearman si presenta nei box Ferrari poco prima della terza sessione di prove libere a Jeddah, per adempiere al ruolo di pilota di riserva e sostituire lo spagnolo Sainz nel weekend dell’Arabia Saudita.
La tensione è alta, i box rossi si riempiono di voci, gli sguardi saettano tra la pista e i monitor. Nessuna aspettativa impossibile da realizzare, solo l’innato desiderio di poter fare il massimo in pista. Cala la visiera e la monoposto 38 lascia i box, negli occhi del giovane pilota britannico brilla un unico obiettivo: dimostrare di essere all’altezza del ruolo che gli è stato dato.
Ed è così che sorprendendo tutti, stringendo i denti, combattendo la forza G, affrontando con talento e passione ogni singola curva, Bearman domina il suo primo weekend in Formula Uno. La Ferrari lo abbraccia esultando, talenti come Hamilton corrono a stringergli la mano, Leclerc gli sorride e lo incoraggia. Bearman non la sa, ma questo è solo il primo tassello di un sogno che sta per iniziare.
Baku, settembre 2024. Solo 6 mesi dopo, il giovane talento britannico è chiamato per svolgere il suo secondo weekend in Formula Uno, questa volta per l’Haas. Ancora una volta, il pilota figlio della Ferrari Driver Academy, non delude. Circuito diverso, monoposto diversa, ma stessa determinazione nel dimostrare quanto vale.
E così a soli pochi mesi dal suo futuro debutto come pilota di Formula Uno per la Haas, Bearman si guadagna la speranza dei tifosi, di vedere il prossimo anno in pista, una nuova stella nascente.
Messico: non proprio quello che ci si aspettava
Testa bassa, tuta rossa a fasciargli il corpo, mani che si stringono in pugni, monoposto ferma a pochi passi da lui sul ciglio della pista a città del Messico. Questa è l’immagine che le telecamere mostrano di un giovane Bearman, fuori dalla sua monoposto dopo soli 7 giri in pista. Un contatto con Albon che gli è costato caro. Delusione, frustrazione e amarezza per una sessione che voleva viversi al massimo.
Torna ai box, si posiziona dietro ai monitor e segue con gli occhi quanto è accaduto solo pochi istanti prima. Sul volto ombreggia la tristezza. Dopo le performance avute nei mesi precedenti in pista, tutto si aspettava tranne che concludere così presto quelle prove libere.
Ma gli errori sul proprio percorso possono capitare a tutti e questo lo sanno bene i tifosi, la squadra e anche lo stesso Bearman. Che, dopo la delusione, è pronto a guardare avanti per continuare ad allenarsi e a prepararsi per il ruolo che tra qualche mese lo attende.
Antonelli: la strada dei sogni intreccia la realtà
Monza: l’emozione gioca un brutto scherzo
Monza, il tempio della velocità. Le tribune, come ogni anno, pullulano di italiani che esultano, cantano e acclamano i propri piloti. Quest’anno però c’è qualcosa di diverso, che infervora maggiormente l’aria. Un giovane pilota bolognese, classe 2006, vestito dai colori delle storiche frecce d’argento, che sta per effettuare il suo primo debutto nella classe maggiore e che il prossimo anno è annunciato come compagno di squadra di Russell. Kimi Andrea Antonelli, il prodigio dell’automobilismo. Il ragazzo che in soli pochi anni ha guadagnato strepitosi successi e si è ricavato, da qualcuno, l’appellativo di “erede di Ayrton Senna”.
Le prove libere iniziano, la monoposto Mercedes abbandona i box e scende in pista, il boato rimbomba tra le curve e gli occhi di tutti si fissano sulla pista. Destra, sinistra, rettilineo e poi di nuovo un susseguirsi di curve e rettilinei fino al traguardo, ottiene il miglior tempo al primo giro. Ma la magia sfuma quando solo poco dopo esce di pista e impatta le barriere, il silenzio cala per qualche istante.
Ritorna ai box, con lo sguardo chiede scusa alla squadra e forse anche a se stesso. In un’intervista poco dopo dice: “E’ stata una giornata abbastanza intensa, ho fatto le mie prime FP1 e purtroppo sono finite abbastanza velocemente“. Occhi bassi e voce a tratti delusa, questo è il bilancio di Antonelli che si trova a dover far fronte anche al forte impatto subito (52 G laterali).
Eppure nella delusione di aver sbagliato il suo primo debutto, non manca di ringraziare la squadra che sta credendo in lui, la Mercedes. Ma soprattutto non manca di ritrovare quella determinazione e quella passione che gli vibra nel corpo da quando era solo un bambino con un grande sogno, quello di correre con una monoposto in Formula Uno. Ed è con quella voglia di tornare a crederci ancora più di prima che esclama: “Torno in hotel per riposare e per preparare il resto del weekend. Adesso cerchiamo di concentrarci sull’FP2 e fare un bel weekend“
Messico: la nuova opportunità per mostrare il talento
Sono passati due mesi da quell’annuncio a Monza che ha ufficializzato, in Mercedes, il passaggio di testimone da Lewis Hamilton a Kimi Antonelli per il 2025. Adesso il giovane italiano si ritrova nel box del sette volte campione del mondo, pronto a partecipare alla prima sessione di prove libere. Determinato più che mai a dimostrare il proprio talento, mettendo da parte il ricordo non proprio piacevole della sessione di libere disputate sul suolo italiano.
In Messico, ai microfoni dei giornalisti, con il sorriso sulle labbra e la consapevolezza nello sguardo, dice: “A Monza ho imparato in una maniera un po’ brutale la lezione, adesso spingerò progressivamente. Ho fatto molte sessioni al simulatore e guardato dati con i vari ingegneri“.
Non c’è dubbio: Antonelli è preparato e non perde tempo a mostrare quanto appresso sul tracciato. Nonostante la prima difficoltà riscontrata sulla sua monoposto per un detrito preso in pista, Kimi porta a termine la sua sessione di prove libere e nelle interviste si proclama soddisfatto e contento del lavoro svolto.
La sua priorità in questo momento è quella di fare esperienza e conoscere la squadra con cui tra qualche mese inizierà a lavorare. Il tempo per spingere in pista ci sarà e tutti non vedono l’ora di vedere nel 2025, accendersi una nuova stella dal nome: Kimi Andrea Antonelli.
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