di Tommaso Cerutti
La pausa di quasi tre settimane tra il Gran Premio di Singapore e il Gran Premio di Austin poteva sembrare interminabile per gli appassionati di F1, ma i piloti Red Bull ci stanno tenendo occupati. Prima Verstappen con le sue polemiche rivolte alla FIA, e ora Sergio Pérez con le numerose voci circolanti riguardo a un suo possibile ritiro a fine stagione.
La mancanza di risultati
È sempre stato chiaro che Pérez non potesse raggiungere il livello di Max Verstappen, e infatti il suo ruolo da secondo pilota è stato chiaro fin dal suo ingaggio nel 2021, ma il messicano ha ottenuto decisamente troppo poco nelle sue stagioni in Red Bull, e da quando il team non ha più la vettura dominante, Sergio è scomparso dalle posizioni che contano.
Dalla pausa estiva i punti di Pérez sono soltanto 13 (54 per Verstappen), e il confronto tra i due è impietoso, con Max che ha battuto il compagno 17 volte su 18 in qualifica, con Perez più veloce dell’olandese solo a Baku, e sempre 17 volte su 18 in gara, con la sola eccezione dell’Austria, dove però Max è stato protagonista di un contatto con Norris nel finale di gara.
Pérez ha sempre amato i circuiti cittadini, e infatti a Baku, senza l’incidente all’ultimo giro con Carlos Sainz, avrebbe battuto Verstappen. Il Gran Premio dell’Azerbaigian sembrava poter portare tranquillità al pilota messicano, ma Singapore è stato un’altra doccia fredda: eliminato in Q2 e soltanto decimo al traguardo. David Coulthard si è espresso in merito ai microfoni di Channel 4: “A Baku è stato bravissimo, ma una rondine non fa primavera. È stato un ottimo risultato, ma dobbiamo aspettarci di più, anche se è solo il secondo pilota. Dopo Baku c’è stato un po’ di sollievo. Ma ora, a Singapore, dobbiamo già tornare alla realtà. Se Sergio Pérez non otterrà regolarmente punti per il resto dell’anno, lo attende lo stesso destino di Daniel Ricciardo“.
La tendenza di Red Bull
In un ambiente in cui la competitività è a livelli estremi come in F1, è certo che la scarsità di risultati non venga vista bene, soprattutto nel contesto della Red Bull.
Il team di Milton Keynes è stato spesso al centro di controversie per aver fatto terminare anzitempo i contratti di vari piloti, con Ricciardo che è soltanto l’ultimo esempio. Lo stesso Max ha fatto il suo debutto in Red Bull nel 2016 dopo gli scarsi risultati di Daniil Kvyat, nel 2018 Albon ha sostituito Gasly a metà stagione per lo stesso motivo, e persino Ricciardo ha fatto il suo ritorno l’anno scorso come rimpiazzo per Nyck de Vries.
Per questi motivi, l’annuncio del rinnovo di Perez fino al 2026 ha lasciato a bocca aperta molti appassionati, soprattutto perché dopo ben 14 stagioni ci si aspettava Pérez pronto al ritiro, lontano dal Circus F1, o quantomeno non in Red Bull o in una scuderia di vertice.
Le voci sul ritiro
Le voci sul ritiro sono partite dalle dichiarazioni a DAZN dello stesso Pérez, che ha affermato di non voler concludere la sua carriera “alla Ricciardo”, ma che il momento di dire basta alle corse sia sempre più vicino.
“Per ora ho ancora due anni di contratto e due anni in F1 sono tanti, so però che la fine si avvicina”, ha affermato il pilota messicano, e questa affermazione ha fatto scatenare i media di tutto il mondo. La voce che più ha convinto e che è circolata maggiormente è quella di Joe Saward, che ha riportato che l’annuncio del ritiro potrebbe arrivare il 24 ottobre, ovvero durante il giovedì del GP del Messico, Gran Premio di casa di Checo. Data non casuale, visto che pare che gli stessi organizzatori del Gran Premio abbiano fatto pressioni per evitare un licenziamento anticipato del proprio pilota di casa dalla Red Bull, in favore dell’ormai ritirato Daniel Ricciardo.
Checo sembrerebbe essersi trovato d’accordo con la squadra su questa scelta (soprattutto dopo il sorpasso di McLaren nei costruttori), fatta anche per minimizzare l’impatto sull’immagine del marchio Red Bull nel mercato americano.
Il futuro di Red Bull e le dichiarazioni di Horner
Ma se davvero Pérez dovesse annunciare il ritiro a fine stagione, chi sarebbe il suo sostituto? La risposta è meno ovvia di quanto possa sembrare, infatti Red Bull, nonostante i costosi programmi per giovani piloti, si ritrova senza un giovane già pronto ad entrare nel team. Se il ritiro di Checo dovesse concretizzarsi e Lawson dovesse distinguersi particolarmente in queste ultime 6 gare, il sedile al fianco del 3 volte campione del mondo potrebbe essere suo, ma Christian Horner si sta già guardando attorno.
Il team principal di Red Bull si è espresso ai microfoni di Sky Sport F1 a riguardo di George Russell, pilota Mercedes con un contratto in scadenza a fine 2025: ”Abbiamo un vuoto ora, ma vogliamo prendere tempo per considerare quali siano le opzioni per il futuro. E non abbiamo paura di guardare al di fuori. Sapete, George Russell ha il contratto in scadenza alla fine dell’anno prossimo. Sarebbe sciocco non prendere in considerazione questa possibilità. Ci sono altri piloti talentosi che potrebbero essere in scadenza”. Secondo Nico Rosberg però le dichiarazioni di Horner sono volte soltanto a destabilizzare il rivale della Mercedes Toto Wolff.
La tentazione Oscar Piastri
Il team di Milton Keynes sembrerebbe interessato anche ad Oscar Piastri, e sono convinti che in McLaren non riusciranno a gestire la situazione che si sta creando tra Norris e Piastri, con l’australiano che quindi cambierebbe scuderia. Infatti sembra che la squadra di Woking abbia bloccato le trattative tra il proprio junior driver Gabriel Bortoleto e Audi, così da non trovarsi impreparato in caso d’addio di Piastri. Inoltre il team manager di Oscar è Mark Webber, ex pilota Red Bull, che potrebbe rivestire un ruolo chiave nel corso delle trattative.
Red Bull ha il timore che Max possa lasciare la squadra o addirittura lo sport anzitempo, e con Piastri sarebbero sicuri di avere un top driver in questa eventualità, come riportato da Joe Saward: “Se si tratta di soldi, l’Aston Martin ha dimostrato che è disposta a pagare qualunque cosa per ottenere chiunque, quindi Max deve essere considerato il prossimo obiettivo probabile, anche se non andrà da nessuna parte a meno che non venga convinto che le opzioni disponibili nel 2026 siano migliori di quelle di Red Bull. E non lo sappiamo ancora. Se chiedi in giro a Red Bull, sembrano essere molto colpiti da Oscar Piastri e vedono punti deboli nella McLaren, perché il manager di Oscar, Mark Webber, è vicino a Red Bull e senza dubbio è intrigato dalla questione di come McLaren possa mantenere felici due stelle negli anni a venire. Questa è una domanda legittima“.
La smentita social
Nel mezzo del turbinio di voci, ci ha pensato lo stesso Sergio Pérez a smentire tutto, con un tweet più che eloquente nella serata di domenica.
Il messicano ha ripreso una scena di “The Wolf of Wall Street” in cui Leonardo Di Caprio esclama “I’m not leaving” (”non vado via”), accompagnato da un “Sorry” con tanto di faccine che ridono.
Insomma, le intenzioni di Pérez sul suo ritiro sembrano chiare e ha fatto capire il suo pensiero sulle voci che stanno circolando, ma date le passate decisioni di Red Bull, il recentissimo esempio di Ricciardo e le dichiarazioni di Horner, il messicano può davvero stare tranquillo che i termini del suo contratto vengano rispettati?