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GP Brasile: chi è davvero il favorito?

di Aurora Loffredo

McLaren favorita, Ferrari vicina, Red Bull in alto mare

Siamo giunti ormai alla penultima tappa del tour de force americano. Questo fine settimana si corre infatti il GP del Brasile, dopo un magnifico weekend messicano che ha visto Carlos Sainz Jr. trionfare dopo una straordinaria qualifica.

Il circuito di Interlagos, o più precisamente l’autodromo José Carlos Pace, dal nome dall’omonimo pilota morto in un incidente aereo, è uno dei più amati dai piloti per i molti saliscendi. È una pista che, per via delle sue caratteristiche, dovrebbe favorire il team di Woking.

Caratteristiche del circuito GP Brasile

La prima metà del giro si caratterizza per lunghi rettilinei intervallati da curve da medio-alta percorrenza, seguita poi da una sezione mista da medio-bassa velocità. Tra McLaren e Ferrari, la scuderia che più si è dimostrata forte nelle sezioni a bassa velocità è quella italiana, in quanto riesce ad essere più incisiva ad ingresso ed uscita cordoli. Al contrario, la McLaren è più stabile a centro curva e riesce ad avere la meglio sui tornanti lunghi, al contrario della Ferrari che è invece molto competitiva su quelli brevi. Non è un caso, infatti, che quest’ultima sia riuscita ad ottenere grandi risultati a Singapore, in Città del Messico e a Baku. Dall’altro canto, la McLaren ha ottenuto alcuni dei suoi migliori risultati a Zandvoort, a Budapest e a Barcellona, tutte piste dotate di lunghi tornanti a bassa velocità.

Il circuito di Interlagos presenta ben tre tornanti lunghi: curve 8, 9 e 10, le quali richiedono che frenata e cambio di direzione avvengano simultaneamente.

Secondo al solo Red Bull Ring, Interlagos è il circuito in cui si registra il tempo più veloce, per via del fatto che il 72% del tempo sul giro è a tutto gas. È anche la seconda pista ad altitudine più alta in Formula 1, dietro al circuito di Città del Messico.

Le difficoltà della Ferrari e della Red Bull

Per quanto, ad oggi, la Ferrari sia una vettura molto più completa, grazie soprattutto agli aggiornamenti che sono stati portati, la McLaren rimane la preferita, in quanto riesce a sfruttare meglio la configurazione da medio-alto carico, esattamente come accaduto lo scorso anno.

Sempre a sfavore della Ferrari, Pirelli, per questo weekend, porterà le tre mescole più morbide della sua gamma (C3, C4 e C5), la più ostica per la SF-24. A Maranello si teme infatti che la vettura possa non adattarsi troppo alla soft.

La Red Bull di Verstappen deve invece fare i conti con una monoposto che non riesce a tenere il passo né della McLaren né della Ferrari, cercando di limitare il più possibile i danni.

Il meteo e l’asfalto potrebbero cambiare le carte in tavola

Fattori di incognita per tutte e tre le Scuderie sono il meteo e il nuovo asfalto. Il meteo è sempre stato un’incognita in Brasile: si può passare dal caldo asfissiante alla pioggia incessante. E pare proprio che quest’ultimo sia il caso. Le previsioni meteo vedono infatti una domenica sotto la pioggia, con raffiche di vento fino a 45 km/h. Per quanto riguarda i lavori sulla pista, quest’anno il circuito è stato riasfaltato ed è stato eseguito un lavaggio accurato con acqua ad alta pressione. Una nuova asfaltatura può provocare, come nel caso di Turchia 2020, un enorme calo dell’aderenza. Nel caso in cui, invece, la superficie offra una discreta aderenza, c’è il rischio che la pista non gommata faccia scivolare le monoposto, con un impatto negativo sul degrado delle gomme.

A seguito di un’analisi approfondita dei livelli di aderenza del circuito, sembrerebbe che la situazione non sia poi tanto diversa dagli scorsi anni e, addirittura, alcune curve potrebbero essere migliori rispetto al passato. GP Brasile

Aurora Loffredo

Appassionata di Motorsport, e in generale di sport, ho iniziato a scrivere per Multiformula ad agosto del 2020. Oltre allo sport, mi piace molto la lettura e la musica.

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