Con la sua vittoria a Singapore, Carlos Sainz è stato l’unico pilota non Red Bull a spodestare Max Verstappen dal gradino più alto del podio, rendendo così Ferrari l’unica scuderia oltre a quella di Milton Keynes a vincere una gara in questa stagione.
Una vittoria che sapeva di buona premessa, che si sperava potesse sancire una sorta di rinascita per la rossa e per il pilota spagnolo.
Eppure, dopo Singapore, Sainz si ritrova sul podio solo ad Austin – e nemmeno a festeggiare. Infatti, il terzo posto lo conquista a seguito della squalifica di Lewis Hamilton. Il podio di Austin, infatti, era composto da Verstappen, Hamilton e Norris.
Quando arriva, tuttavia, la comunicazione della squalifica di Hamilton e Leclerc per irregolarità nei loro fondi, la classifica finale vede scalare Norris in seconda posizione e Sainz – di conseguenza – in terza.
Dopo ciò, il podio diventa solo un lontano ricordo per lo spagnolo.
E nell’atto finale di Yas Marina, non riesce nemmeno a centrare la top ten.
Chiude la sua stagione al settimo posto con 200 punti, sei in meno di Charles Leclerc che chiude quinto a pari punti con Alonso.
Leclerc che fino a qualche gara fa si trovava dietro al compagno ma che è riuscito in conclusione a mettere in atto il sorpasso.
Il calo di Suzuka e la non partenza in Qatar
Già a Suzuka, a solo una settimana di distanza dalla vittoria di Singapore, Carlos Sainz si trova fuori dalla top 5. Si classifica, infatti, sesto. Sicuramente una posizione al di sotto delle aspettative e al di sotto delle speranze di chi la settimana prima era sul gradino più alto del podio.
Non va molto meglio nemmeno la gara successiva, in Qatar, dove lo spagnolo alla domenica non parte.
Doveva, comunque, partire dalla casella numero 12 e questo lo avrebbe costretto a una gara in rimonta per tentare di portarsi almeno tra i primi cinque. Tra i primi cinque, però, si trova solo la monoposto del suo compagno Leclerc.
La numero 55, come detto, viene ritirata prima del via. Alla base di questa scelta un problema al sistema di alimentazione del carburante della vettura.
Un problema definito da Vasseur inatteso ed emerso troppo tardi per permettere ai meccanici di tentare di risolverlo entro lo spegnimento dei semafori, che sarebbe stato un’ ora dopo la scoperta del guasto.
Carlos Sainz terzo ad Austin e bene in Messico: è in ripresa?
Arriva, poi, il weekend di Austin.
In Texas Sainz parte quarto, e conquista il podio – come già detto – in seguito alla squalifica di Lewis Hamilton.
Passiamo così al Messico, dove sembra esserci una ripresa dello spagnolo.
Infatti, la prima fila è tutta rossa: pole di Leclerc, Sainz segue.
Il risultato finale, tuttavia, vede al primo posto sempre Super Max. Le due Ferrari, però, non riescono a centrare un doppio podio. Leclerc sale sul terzo gradino e tra lui e l’olandese si insinua Sir Lewis Hamilton. Sainz è escluso di un soffio dalle celebrazioni, chiudendo quarto.
Ma un quarto posto che va bene, considerando che chiude davanti alla Mercedes di Russell – e sappiamo che Ferrari ha lottato fino ad Abu Dhabi per prendersi il secondo posto costruttori proprio contro alle frecce argento, mancato per un soffio.
Brasile anonimo; incubo Las Vegas
Arriviamo poi al Brasile.
Una domenica complicata in casa Ferrari. Leclerc avrebbe dovuto partire in seconda posizione, ma a causa di un guasto il monegasco finirà a muro nel giro di formazione. Carlos Sainz, che rimane l’unico a poter portare punti per la rossa, parte solo settimo.
Seguirà una gara abbastanza anonima dello spagnolo, che chiuderà al sesto posto.
Fortunatamente alle due Mercedes la gara non va molto meglio, con Hamilton ottavo e Russell fuori dalla zona punti, e Ferrari riesce a limitare i danni in termini costruttori.
Ma eccoci al penultimo weekend della stagione.
Un weekend che, probabilmente, fa fare ancora gli incubi al pilota madrileno.
Ci troviamo di nuovo negli Stati Uniti, questa volta in Nevada.
È il weekend di debutto del tanto atteso GP di Las Vegas.
Un Gran Premio tanto discusso, un debutto che non poteva andare peggio – almeno per lo spagnolo.
Ci troviamo, infatti, nelle libere 1.
È tarda sera in quel di Las Vegas e la prima sessione in pista della storia di questo Gran Premio è iniziata da pochi giri.
E pochi giri durerà.
Infatti, la SF-23 di Carlos Sainz stava transitando su un tombino quando questo salta, danneggiando la vettura in maniera piuttosto grave.
I danni riguardanti la Ferrari di Carlos Sainz, infatti, vedono il fondo distrutto e addirittura si estendono al sedile del pilota, che fortunatamente esce illeso dal botto ma non poco spaventato.
Danni che mandano chiaramente in crisi il box dello spagnolo e la Ferrari tutta.
Così i meccanici della rossa si devono mettere subito a lavoro per constatare i danni e riparare tutto.
Si trovano costretti a cambiare anche la batteria, azione che porterebbe in penalità lo spagnolo. Ma il danno non è sicuramente colpa di Sainz e Ferrari chiede una deroga per la sostituzione della batteria senza incappare in penalità.
La FIA, tuttavia, non ci sta: oltre al danno, pure la beffa per lo spagnolo e per il team.
Dieci posizioni in griglia.
Sainz riesce a qualificarsi secondo, dietro a Leclerc, con una Ferrari che sembra andare molto bene su questa pista. Partirà quindi dodicesimo.
Riesce poi a rimontare fino al sesto posto, sopra le Mercedes, chiudendo così meno amaramente un weekend tutt’altro che sereno.
L’atto finale della stagione di Carlos Sainz non va come sperato
La gara di Abu Dhabi di questo weekend, invece, vede lo spagnolo davvero in difficoltà.
Esce in Q1 al sabato e la domenica parte solo sedicesimo.
Posizione che non riesce nemmeno a mantenere, finendo la sua gara appena al diciottesimo posto.
Un finale di certo non grandioso per il pilota spagnolo ma abbastanza in linea con la sua stagione: una stagione decisamente altalenante.
La Ferrari, di certo, non era performante come i piloti e il team speravano. Tuttavia, da Suzuka i trend dei due piloti della rossa hanno preso strade totalmente opposte.
Se fino alla vittoria di Singapore, Sainz e Leclerc viaggiavano più o meno sullo stesso livello – con alcune piste in cui performava più uno, ed alcune in cui performava più l’altro – da Suzuka in poi Leclerc sembra aver avuto un buon miglioramento centrando la top 5 in ogni gara – fatta eccezione per il Brasile, dove non è partito, e Austin dove effettivamente era in top 5 ma è stato squalificato ed ha così portato a casa 0 punti.
Sainz, invece, ha avuto un calo e lo si vede dai suoi risultati molto altalenanti.
Una stagione, quella dello spagnolo, dunque non esattamente positiva.
Certo, poteva andare peggio.
Ma dopo Singapore poteva sicuramente andare anche leggermente meglio.
Le speranze, non solo dello spagnolo, sono comunque riposte nella stagione 2024: la prima speranza, sicuramente, è quella di un auto più performante ed affidabile.
Solo in quel momento, potremmo effettivamente trovarci a discutere della qualità dei piloti Ferrari e di quanto siano o non siano in forma.
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