L’anno che sta per concludersi , il 2020, non è stato molto clemente con noi devo ammetterlo. Abbiamo dovuto adattarci ad un mondo fatto di mascherine, gel igienizzante, tamponi e controlli di ogni genere. Siamo dovuti e siamo ancora costretti a limitare i nostri spostamenti e visite, addirittura anche quelli con i parenti. In tutto questo però il mondo della Formula 1 è stato uno dei primi a reagire e trovare una soluzione efficace per far viaggiare più di 5 mila persone nel modo più sicuro possibile e far si di regalarci momenti di spensieratezza, riorganizzando il calendario in modo innovativo.
E fu così che in Italia per la prima volta in assoluto in 70 anni si sono corsi ben tre gran premi di casa! Monza , la storica Imola e una new entry.. Mugello! Il circuito toscano, di proprietà della Ferrari, è famoso per ospitare abitualmente la Moto GP ma non aveva mai avuto l’occasione di farlo con la categoria madre per eccellenza di motori a quattro ruote. L’evento era stato presentato dalla scuderia di Maranello per celebrare i propri 1000 gran premi , con eventi in piazza a Firenze con tanto di spettacoli teatrali dedicati ai propri tifosi in Piazza della Signoria.
Inoltre a Settembre, quando sembrava la situazione si fosse stabilizzata è stata data la possibilità a 3 mila fan di acquistare i biglietti per il weekend, molti dei quali riservati ai vari Ferrari Club italiani sparsi nella penisola. Io dal mio canto, non potevo farmi sfuggire l’occasione di essere presente ad un evento così esclusivo, in un circuito così interessante che probabilmente non ricapiterà mai più o quasi! D’altronde sono anni che non salto mai il GP di casa, è un’emozione unica ogni volta che si entra nel parco di Monza e l’atmosfera che si respira, l’entusiasmo delle persone, essere tutti uniti dalla passione per i motori.
Tutto questo mi ha spinto a provarci, a fare questa pazzia di mettermi in viaggio dopo mesi di reclusione forzata in casa e di prendere almeno il biglietto del sabato per la tribuna Materassi, dopo che la direzione ha deciso di dimezzare i prezzi dei biglietti. Una gestione poco chiara quella della vendita in cui gli organizzatori hanno preferito mantenere invendute le tribune centrali a causa del prezzo esorbitante invece di ridurre ulteriormente la quota. È davvero un peccato enorme dato che questo sarebbe dovuto essere l’evento che avrebbe fatto riavvicinare tante nuove persone a questo sport.
Ma nel complesso ero molto curiosa di come l’autodromo insieme alla FIA e alla regione avrebbero gestito il flusso di persone che si aspettava essere comunque tanto e mantenere tutte le distanze di sicurezza.
Io e la mia compagna di avventure decidemmo di andare a perlustrare la situazione già da giovedì così arrivammo nella cittadina di Scarperia, molto silenziosa e immersa nella campagna toscana. Arrivammo nell’unico varco controllato, quello prima dell’entrata per i paddock dove trovammo i primi stewards. Ci informarono di non avere ancora direttive ufficiali per la gestione del traffico dei giorni avvenire e che quindi avremmo dovuto aspettare fino a nuova comunicazione. Decidiamo quindi di parcheggiare e addentrarci almeno a piedi verso l’entrata dei paddock. Non dimenticherò mai quella strada in quanto è stata probabilmente l’attività cardio maggiore che io abbia mai fatto nella mia vita. Una strada piena di saliscendi anche ripidi prima di arrivare ad un piazzale enorme con al centro l’entrata dell’autodromo e un enorme casco gigante e a lato lo stanzino nel quale effettuare i tamponi prima di poter entrare nel circuito.
La nuova normalità insomma.
Il nostro sforzo è stato ampiamente ripagato dall’incontro con alcuni piloti e un paio di pilotini della F2, nonostante le rigide misure anti covid, hanno deciso di fermarsi e fare foto.
Nel complesso una piacevole giornata trascorsa in modo completamente diverso dalla monotonia causata dalla pandemia.
Arriva poi il giorno delle qualifiche, Sabato 12 settembre. Ci viene riferita la nostra entrata attraverso i canali social dell’autodromo. Non conoscendo l’esatta ubicazione ripercorriamo la via per arrivare in paese a Scarperia ma da li iniziano i primi problemi. Ogni steward a cui chiedevamo informazioni ci dava un’indicazione diversa e ci riportavano sempre sulla strada sbagliata. Dopo vari tentativi e navigatori completamente inutili incontriamo un volontario che ci indirizza verso l’entrata giusta e ci arriviamo dopo esattamente 50 MINUTI da quando eravamo arrivati a Scarperia. Praticamente abbiamo fatto un tour in mezzo alle campagne passando da altri 2 comuni. Un’avventura prima di essere sottoposti a misurazione della temperatura e identificazione. Dopo essere arrivati ci informano di come si svolgerà la giornata. Noi da quel momento in poi non saremmo potute uscire più dall’autodromo altrimenti non ci sarebbe stato più possibile rientrare. Bisognava parcheggiare obbligatoriamente l’auto all’interno e una volta raggiunta la tribuna , era consentita la discesa solo per rifocillarsi grazie all’unico punto di ristoro aperto o usare i sanitari. Il percorso era molto rigido e controllato dalla sicurezza.. La tribuna era divisa in tre blocchi dove solo due delle tre erano riempite e la mascherina una volta al proprio posto era possibile anche non indossarla in quanto ogni posto era distanziato. Davvero un’esperienza surreale, completamente ribaltata dai canoni della condivisione proprio degli eventi di questo genere. Essere li però, consapevole di essere tra pochissime persone che avrebbero potuto dire di esserci state dal vivo ad un gran premio del 2020 mi caricava di adrenalina. Dalla nostra tribuna poi si poteva ammirare quasi l’interezza del circuito, una cosa inedita per me che ero abituata al rettilineo di Monza dove potevi vedere le monoposto giusto quei pochi secondi. Anche se non avrei assistito al gran premio dal vivo il giorno dopo, la gara di F2 è stato altrettanto emozionante e ricca di colpi di scena. Non penso di aver mai messo gli occhi sul maxischermo per quanto si vedesse bene tutto!
Tutto sommato l’organizzazione all’interno devo ammettere essere efficiente, i bagni venivano sanificati ogni volta che venivano utilizzati e il chioschetto lavorava nei limiti delle norme imposte come, ad esempio, era impossibilitata a cuocere alcun tipo di pietanza. Ho solo assistito all’insofferenza di alcuni tifosi in quanto non potessero sedersi nei dintorni del parco che stizziti hanno avuto qualche diverbio con la sicurezza. Lì sta al buon senso delle persone comprendere che è già un privilegio enorme essere potuti entrare ad assistere ad un evento sportivo di questo calibro e che è il minimo rispettare le poche regole imposte.
Nel caso in cui abbiate già visto questo video sull’ app.. beh si l’ho ripreso io! Ho avuto la possibilità, grazie al Digital Creative Executive della McLaren di poter realizzare alcuni brevi video della mia esperienza all’interno della tribuna essendo il primo GP a porte “aperte” della stagione. Un’opportunità davvero unica che mi ha unito ancora di più a questa squadra, anche se non gli ho portato molta fortuna devo dire!
Se dovessi dire quale è la nota positiva di questo 2020 direi solamente questo viaggio qui, imprevisto, emozionante e probabilmente irripetibile! Un’esperienza assolutamente insolita e imprevista ma che hanno saputo gestire bene nel complesso, nella speranza che dal 2021 le cose si ristabilizzino e tornino presto alla normalità. Ma adesso sappiamo che l’Italia è ben pronta a dover riaffacciarsi a queste sfide e chissà, forse è stato uno sprone per riavere stabilmente in calendario se non questa gara al Mugello, almeno la splendida nuova versione del circuito di Imola.
Imma Aurino