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Le scuderie di Formula 1 scomparse dai paddock

Storia di alcuni noti ex team di Formula 1 e del loro destino.

Dal lontano 1950, i team che si sono susseguiti nei vari campionati di Formula 1 e che hanno preso parte ad almeno un GP sono stati più di 170. Alcuni, come ad esempio la Ferrari (presente nel paddock da sempre) e la McLaren (giunta ormai al suo cinquantacinquesimo anno di partecipazione), sono riusciti a consolidarsi nel corso del tempo e ciò ha permesso loro di resistere per intere decadi. Moltissimi altri invece, anche team piuttosto noti al tempo e che erano stati in grado di affermarsi nell’ambente, per motivi anche differenti non figurano più nella rosa delle scuderie attualmente in competizione. Scopri con noi alcune di esse!

Ligier

Verso la fine degli anni ’60, un ex rugbista francese di nome Guy Ligier appassionato di motori fondò l’omonimo team Ligier. Il debutto in categoria per la squadra avvenne nel 1976. L’unico pilota che gareggiò con la scuderia quell’anno, Jacques Laffite, stupì fin dall’inizio tutti grazie ai bei risultati ottenuti fin da subito con questo nuovo team. Il campionato del ’76 lo concluse infatti settimo, garantendo così un quinto posto al team fra i costruttori (ammirevole considerato che si trattava di esordienti e anche dato l’alto numero di squadre presenti al tempo).

Decisamente possiamo affermare che il periodo più roseo per la Ligier fu quello a cavallo fra la fine e l’inizio degli anni ’80. Infatti poco tempo dopo, circa attorno al 1987, incominciò il periodo di decadenza della scuderia che sfociò in una serie di passaggi di proprietà che si conclusero con la sua acquisizione da parte di Alain Prost alla fine del 1996.

ligier formula 1
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Tyrrell

Attorno alla fine degli anni ’60, l’ex pilota di Formula 3 Kenneth Tyrrell riuscì a far approdare il suo Junior Team nella massima categoria del motorsport. Prima di accedere in F1 la scuderia aveva infatti preso parte a campionati minori come la Formula 2 e 3, riuscendo anche a portare a casa distinti risultati. Dopo un paio di anni di parziale impegno, circa verso la fine del campionato 1970 la squadra presentò la sua prima vera monoposto. L’anno seguente il team riuscì a conquistare sorprendentemente il campionato piloti e costruttori grazie a Jackie Stewart. Ne seguirono però anni incerti, caratterizzati da un altro titolo piloti ma anche dal ricambio generazionale dovuto al ritiro di Stewart e alla morte di François Cevert.

Nel ’76 accadde poi un fatto davvero curioso: la presentazione da parte del team di una monoposto dotata di 6 ruote. Quella stagione fu per il team molto positiva: vari podi e anche la prima vittoria per un’auto con più di 4 pneumatici. Purtroppo però quella successiva non fu altrettanto buona. Ciò portò a una crisi all’interno della scuderia, risultati altalenanti e mai costanti. Fu soprattutto la squalifica del team a causa di alcune irregolarità nel ’84 che trascinò la Tyrrell nell’oblio. Nessuno voleva più essere suo sponsor a causa della cattiva pubblicità e i problemi economici portarono quindi Kenneth a vendere la scuderia alla BAT che l’anno successivo la sostituì con una nuova squadra.

tyrrell squadra f1
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Hesketh

Nel 1972 Lord Hesketh, ricco inglese, decise di fondare l’omonima squadra di Formula 3. Il team inizialmente non si distinse per grandi risultati, fu solamente con l’arrivo di James Hunt che la Hesketh riuscì finalmente ad ingranare. Verso la fine dell’anno presero parte a gare di Formula 2 e, resosi conto che il costo di partecipazione per il campionato di Formula 1 dell’epoca poco distava da quello di F2, Hesketh decise di tentare il salto iscrivendosi lì per l’anno successivo. In principio i punti tardarono ad arrivare, complice anche la presenza di un unico pilota (Hunt) a differenza degli altri che potevano contare su più mani.

Il 1975 partì invece con il piede giusto: il team aveva attuato modifiche alla vettura dell’anno precedente e ciò aveva portato a grandi miglioramenti. Hunt riuscì a vincere una gara e ad arrivare fra i primi 6 (la zona punti dell’epoca) abbastanza volte da assicurarsi un quarto posto in campionato. L’abbandono di Hunt l’anno successivo in favore della McLaren porto però la Hesketh a un rapido declino: senza il suo pilota migliore l’interesse per la scuderia calò a picco. Nel ’78 tentarono di qualificarsi a qualche GP ma i risultati furono fallimentari. Al termine dell’anno il team infatti si ritirerà dal paddock ufficialmente.

hesketh formula 1
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Brabham

Jack Brabham, campione del mondo nel 1959 e nel 1960, decise di fondare nel 1962 un proprio team omonimo in cui gareggiare in prima persona. I primi risultati positivi e vittorie giunsero nel ’64. Ciò portò sponsor (e più in generale il mondo della Formula 1) ad interessarsi a questa nuova scuderia. Sorprendente fu l’annata del 1965: il cambio di regolamento aveva colto di sorpresa gli altri team ma non la Brabham e la Ferrari (fino a quel momento considerata favorita per il titolo). Rogne all’interno della scuderia modenese aiutarono però Jack a primeggiare e a portarsi a casa il suo terzo titolo iridato. Il campionato seguente vide poi nuovamente trionfare la Brabham (ma non Jack).

Il decennio successivo non fu particolarmente buono, anche a causa del passaggio ai motori Alfa Romeo che non fu di grande aiuto. La squadra tornò a brillare grazie a Nelson Piquet che nel 1981 e ’83 conquistò il titolo nel campionato piloti (dopo averlo quasi vinto anche nel 1980). Il destino della scuderia però da lì a poco sarebbe stato segnato. Le regole cambiarono, i soldi per le modifiche alle monoposto non vennero ben gestiti e fu così che iniziò il rapido declino della Brabham, conclusosi solo nel 1992 con la bancarotta del team.

brabham squadra
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Arrows

Da alcuni ex dipendenti della scuderia Shadow e da Franco Ambrosio venne fondata nel ’77 l’Arrows Grand Prix. Fra i piloti schierati al debutto dalla squadra figurava Patrese che fin dall’inizio fu in grado di collezionare punti. Purtroppo però il team non visse con tranquillità il suo primo anno in F1. Non pochi furono i problemi che dovette affrontare: il principale sponsor arrestato (Ambrosio), Patrese accusato di essere colpevole per la morte di Ronnie Peterson e il team stesso incriminato per plagio.

I risultati nelle stagioni successive furono piuttosto modesti: uniche note positive le annate nella seconda metà degli anni ’80. Dal 1990 al 1997 la scuderia cambiò nome per motivi di sponsorizzazione. Fu solo grazie a un cambio societario che il nome Arrows tornò. Anche nomi importanti si susseguirono negli ultimi anni di vita del team come il campione del mondo Damon Hill. A poco servì però il pilota britannico, che l’anno successivo abbandonò la squadra sempre più in difficoltà. La mancanza di denaro non è infatti sinonimo di lunga vita in un paddock di Formula 1: alla fine del 2002 la Arrows finì in bancarotta e abbandonò il circus.

arrows formula 1
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Jaguar

In seguito all’acquisizione da parte di Ford nel ’99 del team Stewart: è così che all’inizio degli anni 2000 nacque la scuderia Jaguar. Il debutto, nonostante l’ingaggio del vicecampione del 1999 Irvine, non fu dei migliori. La squadra non riuscì minimamente, durante il suo primo anno sotto la nuova gestione, a eguagliare o avvicinarsi ai risultati degli anni precedenti. Gli anni successivi il team vide dei piccoli miglioramenti e durante le stagioni 2001 e 2002 riuscì ad andare a podio per le uniche due volte nella sua storia.

Nei due anni successivi i risultati si stabilizzarono in positivo ma purtroppo la scuderia non riuscì mai a migliorarsi abbastanza da poter competere con i big della F1. In più la Ford, società che investiva maggiormente nella scuderia, non avendo particolari ritorni economici decise che era giunto il momento di impiegare il proprio denaro in categorie meno dispendiose. Ad acquistare la squadra fu la nota azienda austriaca di bevande energetiche Red Bull che dall’anno successivo presentò una monoposto con livrea che ricordava la famosa lattina. L’assenza della Jaguar dal motorsport non è durata però a lungo. Dal 2016 la scuderia è tornata nei paddock ma per gareggiare in un campionato totalmente differente: quello di Formula E.

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Gaïa Vanucci

Studentessa al secondo anno di Architettura, da anni appassionata di Motorsport. Scrive per Mult1formula da Gennaio 2021 e ama parlare di Formula 4 Italiana.

2 pensieri su “Le scuderie di Formula 1 scomparse dai paddock

  1. Chi si ricorda le prequalifiche con Fondmetal forti corse Andrea moda Coloni LIFE ATS e ricordate altro team?

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