La Formula Uno torna in Messico. Uno dei paesi più accoglienti e colorati è pronto, dopo il forfait dello scorso anno, a ospitare nuovamente la serie regina.
Scopriamo insieme 10 curiosità su questo circuito.
- La prima gara corsa in Messico risale al 1962, appuntamento, però, non valevole per il mondiale. Dall’anno successivo in poi, quando a vincere fu Jim Clark su Lotus, questa tappa fu inserita nel calendario mondiale.
- Inizialmente il nome dell’autodromo era Magdalena Mixucha. Il governo decise poi di intitolarlo ai due piloti messicani Pedro e Ricardo Rodriguez. Destino beffardo quello dei due talenti, entrambi vittima di incidenti automobilistici. Ricardo perse la vita durante la prima edizione del Gran Premio non valevole per il mondiale, quella del 1962. Il fratello, invece, nel 1971, durante la partecipazione a una gara di vetture sport in Germania, perse il controllo della monoposto. Le circostanze risultano ancora oggi misteriose.
- Il Messico ospitò la Formula Uno in maniera discontinua, dal 1963 al 1970. Ci vollero 16 anni per rivedere le vetture sfrecciare qui e si corse fino al 1990. Altra lunga pausa, e finalmente nel 2015 si fece ritorno. Anche l’anno scorso, a causa delle precarie condizioni sanitarie, non si è fatto tappa qui.
- Siamo nel 1967 e il proprietario della scuderia Jack Brabham corre per la sua stessa scuderia. Il suo compagno di squadra è Denny Hulme. La monoposto è molto veloce e i due si battibeccano per tutta la stagione. Hulme, nonostante il suo compagno fosse il suo stesso datore di lavoro, non si è fatto intimorire, tutt’altro. Non volendo essere il secondo di nessuno, si rifiuta di rispondere agli ordini di scuderia.
- Il Messico, quell’anno, era l’ultima tappa del mondiale. La gara la vinse Jim Clark seguito da Brabham e Hulme, ma fu il neozelandese a conquistare il titolo mondiale. Sarà ed è ancora oggi, l’unico neozelandese ad aver triondato in Formula Uno. Come si può facilmente intuire, Brabham non riconfermò il compagno di squadra per l’anno successivo.
- Le prime volte del Messico. Nel 1970, Clark Regazzoni conquista la sua prima pole in carriera. Nel 1986, invece, Berger conquista la sua prima vittoria mondiale. Il 1991 è l’anno in cui, per la prima volta, un pilota italiano, Riccardo Patrese, vince in Messico. Ultimo ma non per importanza, Michael Schumacher, nel 1992, salì per la prima volta in carriera sul podio.
- Gp Messico 1990. Prost, dopo una qualifica non molto soddisfacente, partì tredicesimo. Allo spegnimento dei semafori, un incidente, quello di Berger sembrerebbe favorire Senna che quell’anno è una furia. Prost, intanto, capì che il Gran Premio si sarebbe giocato tutto sulla tenuta degli pneumatici. Durante tutta la gara, infatti, fu l’unico a non andare in difficoltà con le gomme. Risalì la classifica, arrivando dietro Senna, il quale decise di non effettuare neanche una sosta ai box, convinto che sarebbe riuscito ad arrivare in fondo. Prost lo superò e dopo pochi giri la gomma posteriore del brasiliano scoppiò. Il francese, in questa gara, dimostrò tutta la sua maestria e intelligenza.
- Tilke, ancora tu? Ebbene sì. Anche in Messico il famoso architetto tedesco mise le mani sul progetto del circuito. Nel 2015 la pista subì un riammodernamento. Tra le novità più rilevanti c’è l’eliminazione della famosa curva Peraltada, sostituita con un tratto di pista che passa attraverso lo stadio, costituendo un’atmosfera unica in tutto il paddock.
- Il circuito è lungo 4.304 metri composto da 17 curve. È posizionato a ben 2000 m sopra il livello del mare. Le conseguenze sulle monoposto sono notevoli. Gli ingegneri dovranno dunque considerare il fatto che la concentrazione di ossigeno a quelle altezze è notevolmente minore e questo ha conseguenze sull’assetto di tutta la vettura.
- Nel 2005 si stava pensando di costruire un altro circuito nella città di Cancun e Tilke aveva già iniziato a lavorarci sopra. Alla fine non se ne fece niente e lo stesso Ecclestone considerò più appetibile una località come Città del Messico.
- Albo d’oro. Sono molti i piloti in cima alla classifica questa volta. Jim Clark, Nigel Mansell, Alain Prost, Max Verstappen e Lewis Hamilton sono tutti a quota due. Per quanto riguarda le scuderie stesso discorso: Lotus, McLaren, Mercedes e Williams sono tutte a quota tre. Il giro veloce, detenuto da Max Verstappen, è di 1.14.758, segnato nel 2019.