Caro papà,
Sai, c’è nonno che va in giro correndo come un matto, neanche quando gioca con me corre così tanto. Continua a urlare, a puntare un dito in alto come per dire “è il numero 1!”. Oggi non sei stato il numero 1 in gara, ma lo sei stato per me, per noi.
Grazie a te ho visto da vicino la felicità: quella di nonno, emozionatissimo, quella di mamma, e la tua. Davanti alla nostra nazione, ai tuoi tifosi, sei salito sul podio. Cosa si prova a vedere tutta la gente che urla il tuo nome?
Hai fatto piangere tutti (non dire che te l’ho detto, resta il nostro piccolo segreto). Io ero tutto allegro, ho fatto bene? Anche tu non piangi mai, non ti ho mai visto farlo.
La maestra mi dice sempre che tu non sei un supereroe, sei un uomo e soprattutto il mio papà. Io non le credo, perchè una persona che guida una macchina velocissima come la tua non può non avere dei superpoteri. Tu non hai il mantello, ma hai la tuta con un nome strano; non sei superforte o diventi invisibile, ma sfrecci combattendo i tuoi avversari. Tu per me sei l’uomo più forte del mondo, e l’hai dimostrato.
Non esagero papà quando dico che vorrei essere come te da grande, e tu invece mi ripeti sempre che hai tanti difetti. Fai tanti discorsi, ma non li capisco. Vedo solo te e la voglia di rendere felici noi figli, mamma, tutta la famiglia e chi ti tifa.
Sei sempre insoddisfatto, dici sempre che potresti fare di più perchè vuoi essere il migliore, ma tu lo sei per me… non basta?
Sul podio eri proprio bello, un raggio di sole. Mi sembravi un gigante, così luminoso e ricco di energia. Non avevo che occhi per te (però cavolo, potevi arrivare anche tu in alto con la tua macchina come Verstappen).
Sono fiero di te, papà.. Il mio eroe.
L’emozione di un figlio
Non c’è niente di più bello al mondo dell’innocenza dei bambini, che non hanno paura di mostrare le proprie emozioni. E quello che abbiamo vissuto in Messico è stato proprio un evento in famiglia, generazioni unite dalla gioia. Perchè mentre tutti si sono soffermati sul padre di Perez protagonista di momenti memorabili, il chicco di oggi non poteva che essere destinato al figlio del Checo.
Mentre da un lato avevamo un figlio a tratti imbarazzato dal grande entusiasmo del padre, dall’altro un bambino ci ha ricordato anche solo per un istante quanta forza dia ai piloti la famiglia, quanto siano d’ispirazione per i propri figli.
Il bimbo di Perez aveva occhi pieni di ammirazione, voleva dire al mondo “questo è il mio papà!”, “guarda che bravo il mio papà”. Non gli importava che non avesse vinto, per lui era come se l’avesse fatto tanto da mettersi lì accanto al podio.
I bambini vogliono sempre stare al centro, vogliono ricevere attenzioni (come si è notato dall’intervista post gara); in quel momento, invece, ha fatto un passo indietro sognando ad occhi aperti.
Spesso mi ritrovo a sognare
che, come te, vorrei diventare:
grande, bello, coraggioso,
intelligente e operoso.– Dimmi babbo che posso fare
perchè presto si possa avverare?– Sorridi, gioca e vivi la tua età
in armonia e con serenità.
Una sola cosa devi ricordare:
la vita è bella quando c’è l’amore!Per crescere c’è tempo, bimbo mio.
Vorrei essere come te, A. M. Parisi
Credimi, vorrei esser piccolo anch’io!