Per chi non lo sapesse oggi è il cosiddetto “Blue Monday”, ovvero il giorno più triste dell’anno. Infatti, statisticamente il terzo lunedì di gennaio è la giornata in cui le persone si sentono generalmente più depresse. Ma secondo quale criterio lo si stabilisce ? Tante sono le giornate in cui ci sentiamo sopraffatti da una tristezza che pare insormontabile, quasi viscerale. Eppure i motivi sono così soggettivi, talvolta così volubili: si può rendere la tristezza oggettiva ?
Parlando da fan del motorsport le risposte che potrei dare sono molteplici, e altrettanti sono gli esempi. Sono però convinta che non si possano analizzare che i singoli episodi, che sono tanto diversi quanto le risposte che suscitano nel pubblico.
Forse però un episodio calza meglio degli altri
In questo Blue Monday vorrei riportarvi a quando Max Verstappen ha portato il ruggito del leone sul tetto del mondo proclamandosi campione ad Abu Dhabi, non sono state versate solo lacrime di gioia. Nel box Mercedes, come nel cuore di milioni di tifosi qualcosa si è rotto: la speranza di infrangere un record leggendario, di coronare 8 incredibili mondiali. Per molti quel 12 dicembre è stato un giorno di tristezza : il giorno in cui il campione non ha mantenuto la promessa, in cui l’ “invincibile” ha nascosto gli occhi velati di lacrime alle telecamere. Perché in fondo non aveva mai veramente considerato che forse, per una volta, non sarebbe riuscito a ricucire quei pochi punti che gli sarebbero serviti.
Credo che in molti non abbiano mai considerato il fatto che Hamilton potesse non essere campione, per questo sono state spese fin troppe parole ed energie per controbattere le decisioni della federazione. Per non dimenticare le lacrime, ma quelle si spendono in segreto: il motorsport è cieco orgoglio, non fragile emotività. O forse non è più così ?
Quando i sogni si rivelano illusioni e le certezze mere abitudini, il dubbio si insinua come accanito parassita anche nelle volontà più ferree. Il mondo, pronto a salire sul carro del vincitore, dubita delle leggende: si chiede se siano ancora tali, o se sia arrivato il momento di venerare nuove divinità. I campioni dubitano di loro stessi, e smettono di comportarsi come tali. Che cadano i muri, e così anche le maschere.
Come affrontare la delusione ? Di chi è la colpa ? C’è colpa ?
Un cuore spezzato che ne travolge milioni, che si crogiola nella sua profonda ed incontenibile tristezza senza dar segnali di volersi rialzare. Ne vale ancora la pena ? Gli appuntamenti mancati e gli appelli senza risposta sono ormai macchie indelebili sulla condotta di colui che ha fatto dell’altruismo la sua bandiera. Eppure è difficile capire cosa fare, come agire per il meglio quando a stento ci si ricorda come respirare, quando la realtà non sembra più tale. Si è divisi fra biasimo e conforto, fra accusa e compassione, fra schiaffi e carezze. E anche trovando riparo nei sostenitori del per sempre, niente impedisce di tornare con testa e cuore a quel 12 dicembre, alla tristezza e alla delusione, alla vergogna forse ?
E, anche se il tempo sembra essersi fermato quella domenica pomeriggio, sappiamo benissimo che non è così. Tutto cambia, tutto si evolve, anche i sentimenti, pure quelli che credi sentirai come un peso per tutta la vita.
Che questo Blue Monday ci ricordi che niente è per sempre, nè le leggende nè tantomeno la tristezza.