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Guanyu Zhou: il primo pilota dalla “perla d’oriente”

Il 20 marzo 2022 Guanyu Zhou, pilota di Shanghai (la cosiddetta “perla d’oriente”), classe 1999, prenderà parte al suo primo Gran Premio di Formula 1. Correrà con la scuderia Alfa Romeo ORLEN, a fianco dell’ex Mercedes Valtteri Bottas.

Un primo pilota per la Cina

Zhou è nato nell’anno del coniglio, annata solitamente caratterizzata da un atteggiamento che lo porta a non patire troppo stress e tensione: lo ha dimostrato nelle ultime dichiarazioni, dove ha ammesso di sentirsi meno sotto pressione nel prepararsi per la sua stagione di debutto in F1 rispetto alla fine del suo ultimo anno in F2.

Dovrà ancora sperimentare l’adrenalina e la pressione di un Gran Premio di Formula 1, ma la caratteristica che contraddistingue il suo animale, al momento, sembra non sbagliare.

Da piccolo sognava di diventare come il suo eroe, Fernando Alonso, ed è proprio a lui che si è ispirato sin dai tempi dei kart.

Quest’anno avrà l’opportunità non solo di realizzare il suo sogno (e sarà il primo pilota cinese con un sedile da titolare a competere in Formula 1), ma potrà anche correre contro il pilota spagnolo.

Zhou con una bandiera raffigurante la Renault di Fernando Alonso nel 2005 – Formula 1 via Twitter

Il capitolo in Formula 2

Nonostante la sua giovane età, ha avuto numerosi anni di esperienza (che abbiamo analizzato nel dettaglio qui): cresciuto con la Ferrari Driver Academy dal 2014 al 2018, passa poi alla Renault Sport Academy nel 2019, grazie alla quale diviene anche development driver per il team in Formula 1. Nel 2022 Zhou tornerà a vedere il cavallino rampante, che da anni motorizza la scuderia Alfa Romeo.

Con il passaggio dall’Academy della Ferrari a quella Renault nel 2019, coincide anche il passaggio in Formula 2 con la scuderia britannica UNI-Virtuosi.

Guanyu dimostra sin da subito il suo talento: in gara 1 del primo appuntamento del campionato segna il giro più veloce. Il pilota cinese ottiene poi la sua prima pole position in gara 1 del settimo appuntamento della stagione, a Silverstone.

Settima posizione in classifica al termine della sua prima stagione di Formula 2, è inoltre il vincitore del primo “Anthoine Hubert Award“, riservato al miglior rookie della stagione.

La prima vittoria giunge in gara 2 a Sochi nel 2020.

Nel 2021 ottiene ben tre vittorie: Bahrein, Monaco e Silverstone. Termina la stagione in terza posizione con 183 punti, preceduto da Oscar Piastri e Robert Schwartzman.

I primi test

Durante i test svolti dal 23 al 25 febbraio a Barcellona, Guanyu Zhou ha avuto l’opportunità di compiere 71 giri il secondo giorno di test (il primo giorno hanno girato solo Bottas e il pilota di riserva Robert Kubica) e 41 nel terzo, raggiungendo alla fine il maggior numero di giri per la propria scuderia.

Guanyu Zhou durante i test di Barcelona
(Photo by Eric Alonso/Getty Images)

Il secondo giorno ha ottenuto il decimo miglior tempo e nell’ultimo giorno il tredicesimo.

Nel complesso Alfa Romeo non ha ottenuto ottimi risultati che fanno ben sperare la scuderia con sede a Hinwil, ma è ormai noto che i risultati dei test spesso non equivalgono a quelli presentati in pista in occasione del primo Gran Premio.

La sfida in Alfa Romeo

Negli ultimi anni la scuderia italiana ha affrontato periodi duri, con pochi risultati e soddisfazioni. Nemmeno il campione del mondo Kimi Räikkönen o il giovane pilota italiano Antonio Giovinazzi sono riusciti ad ottenere un podio che manca dal 2012, quando l’allora Sauber raggiunse un totale di 4 podi ottenuti da Sergio Pérez (3) e Kamui Kobayashi (1).

Questo Zhou lo sa bene. Ha infatti dichiarato i suoi umili obiettivi per questo nuovo inizio a La Gazzetta dello Sport: “Imparare il più possibile, specialmente nella prima metà della stagione, facendo esperienza in questo campionato e cercare di finire nella zona punti.

Ma le novità della prossima stagione possono ancora rivelarsi inattese e sorprendenti, anche per una scuderia come l’Alfa Romeo.

Multiformula

Multiformula è un blog nato nel 2020 per condividere la nostra passione per il motorsport, dare spazio a quelle categorie come le Feeder Series di cui si parla ancora poco e soprattutto abbattere i pregiudizi che si incontrano in queste categorie.

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