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Il motivo del ritorno del Gran Premio a Imola: le parole del sindaco Panieri

Ormai siamo sempre più vicini alla prima tappa italiana della Formula 1 a Imola e noi di Multiformula, dopo l’intervista all’assessore Penazzi, ne abbiamo approfittato per farne una anche al sindaco di Imola, Marco Panieri.

Come nasce l’idea di riportare il Gran Premio a Imola? Che cosa vi ha spinto a questo ritorno?

Fino al 2006 Imola ha ospitato il Gran Premio di Formula Uno e la pandemia, in un momento complicato per il Paese, ci ha dato una grande opportunità. In meno di venti giorni abbiamo dovuto organizzare i mondiali di ciclismo e poi il ritorno della Formula Uno in sostituzione di un altro circuito. Sapevamo già di partire da una situazione che non avrebbe permesso la presenza del pubblico, ma il circuito è piaciuto molto ai piloti che hanno apprezzato le caratteristiche “old style” del tracciato (le curve, i saliscendi importanti, la difficoltà generale).

La seconda edizione è stata pianificata con più preavviso e ha coinvolto maggiormente la città. Così come nel 2020 il pubblico non era previsto e i tempi erano molto ristretti, così anche nell’edizione successiva si è preferito rinunciare agli spettatori per la sicurezza di tutti. Questa condizione, però, si è rivelata un gran banco di prova, perché ha permesso di dimostrare la capacità di ospitare un evento di tale portata in maniera strutturata. Si è trattato di un lavoro di squadra e, con l’arrivo di Domenicali nel Circus, la seconda edizione del Gran Premio ha visto la collaborazione del Comune con l’Emilia Romagna e con il Ministero degli Esteri, che ha poi approntato il marchio del Made in Italy.

Da qui il lavoro di squadra ha migliorato e allargato il consenso anche per i partner commerciali, che hanno aiutato nel rilancio economico del Paese e hanno portato alla decisione di proseguire in questa direzione. La Regione Emilia Romagna, il territorio, il Ministero dei trasporti e quello degli esteri hanno collaborato insieme all’ACI, che ha fatto da collettore e ha trasformato il Gran Premio di Imola nel secondo Gran Premio in Italia e il secondo Gran Premio in Europa. La presenza delle frecce tricolore ha caratterizzato entrambe le edizioni passate, condizione che non si presentava dagli anni Ottanta. Questo ha restituito la dimensione di ciò che sta diventando questo evento: il Gran Premio storico, partecipato, del cuore, che rappresenta un punto di connessione.

Come ha detto anche lei, il Gran Premio di Imola mancava dal 2006. Quale motivo ha spinto a questa interruzione e in che modo ne ha risentito la città?

Imola non è una provincia, conta settantamila abitanti, è la seconda città per dimensione nell’area metropolitana ed è un territorio molto ricco dal punto di vista delle imprese e del tessuto economico-sociale, che ha subito le criticità dovute alla crisi economica. Con la presenza, o mancanza, del Gran Premio, la città ne ha risentito economicamente. Dal 2006 la ricettività alberghiera è cambiata e, da quella data, sono mancati anche i grandi concerti che caratterizzavano la zona, che ne incarnavano la capacità polifunzionale.

Le motivazioni principali per cui il Gran Premio si era fermato erano i costi iniziali e la mancanza del lavoro di squadra necessario all’organizzazione di un tale evento, che, dal 2020, si sta invece attuando. Negli ultimi due anni si sono saldati nuovamente dei rapporti tra partner importanti quali i due ministeri sopracitati. Ciò è stato possibile solo grazie al grande lavoro di gruppo che sta a monte dell’organizzazione di un evento così grande e importante.

In questi due anni abbiamo assistito a un Gran Premio a porte chiuse. Quali sono le vostre aspettative per quest’anno, da un punto di vista sia turistico che economico? Riuscirà l’evento a essere finalmente a capienza piena?

L’evento non sarà a capienza piena a causa di alcune tribune che non siamo riusciti a riaprire totalmente. Non essendo state impiegate per eventi con grande pubblico dal 2006, le tribune verdi devono essere recuperate e ci sono degli interventi che prevedono delle lavorazioni con tempi molto lunghi per essere attuate e delle certificazioni che possono impiegare anche sei mesi o un anno per essere rilasciate. La presenza del pubblico è desiderata nei limiti della sua stessa sicurezza, che è una delle priorità per l’Autodromo e per il Comune.

La pandemia ha causato una situazione di difficoltà per tutto il Paese, ma all’Autodromo ha fornito un’opportunità che dobbiamo sfruttare per permettere una crescita di tutto il territorio. Si stanno facendo degli investimenti importanti, tramite le risorse pubbliche e private, per prepararsi a un pubblico di 100.000-160.000 persone. L’obiettivo è cercare di esseri preparati a ospitare un pubblico maggiore per la prossima edizione. Non dobbiamo dimenticare che, durante il week-end dell’evento, la città vede raddoppiarsi la sua popolazione, cifra che si vede e che si sente.

L’Autodromo è cittadino e si trova al centro della città, quindi è facilmente raggiungibile dalla stazione ferroviaria. Da qualche settimana abbiamo iniziato un lavoro di city dressing, che comincia dal casello autostradale fino al centro, con il quale si evidenziano gli eventi e le iniziative che caratterizzano la città (il concerto di Vasco Rossi, quello di Cesare Cremonini, le Finali Mondiali Ferrari, ecc).

Si sottolinea una dimensione importante, quella della polifunzionalità, che rappresenta un punto di connessione e di rilievo. Ciò va ad aggiungersi alle iniziative che collegheranno l’Autodromo alla città durante il week-end del Gran Premio. Mostre, concerti, animazioni, sfilate della Motor Valley, sicurezza stradale: queste sono solo alcune delle molteplici iniziative che non sono legate unicamente alla Formula Uno, ma che si guardano intorno a 360°.  In conclusione, possiamo osservare due generi di ricadute economiche: le dirette (generate dalla vendita dei biglietti, ristoranti, alberghi, ricettività) e le indirette (date dalla visibilità che la promozione di un territorio produce). L’indotto generale prodotto da un evento di tale portata si attira intorno 200-230 milioni di euro.

Come ben sappiamo, la Formula 1 sta attirando sempre più fans. Quali sono le attività di promozione del Gran Premio a livello regionale? Queste aiutano ad attirare un pubblico più giovane, che si scosta da quello dei Ferrari Club?

La regione ha un’ampia campagna di promozione legata allo sport diretta dal presidente Bonaccini, che non riguarda solo la Formula Uno. Come campagne promozionali, ricordiamo la Motor Valley, che sta rappresentando sempre più una presentazione del mondo dei motori di oggi e che si collega a tante iniziative lungo la Via Emilia, che vanno a comunicare cos’è la Motor Valley oggi: università, aziende, competenze, innovazione. Le campagne promozionali sono tante e diffuse e, anche a livello comunale, sono state organizzate delle iniziative per promuovere il territorio e ciò che ci gravita intorno. Nel nostro caso i progetti “Terra e Motori” e “The Sound of Imola”, che coinvolgono diffusamente le aziende con le quali cerchiamo di lavorare a un marketing territoriale più ampio.

Per quanto riguarda la vendita dei biglietti, è direttamente il Comune di Imola a interessarsi della vendita dei biglietti? Vi è qualche forma di esternalizzazione o vi sono per caso vincoli imposti dalla Formula Uno?

Noi non ci occupiamo direttamente della vendita dei biglietti. Il Comune è solo un partner dell’evento e, quindi, non siamo noi a gestire questo ambito, che, invece, compete alla Formula Uno. È controllata tecnicamente e praticamente da ACI, general contractor di Formula Uno, e da Formula Imola, che dirige, insieme a loro, la parte operativa.

Infine, quale aspetto dell’organizzazione del Gran Premio di Formula 1 a Imola ha rappresentato una vera e propria sfida?

Ritornare a creare quella passione, quell’entusiasmo di vivere un Gran Premio. Se guardiamo al passato, le fotografie più belle sono quelle che rappresentano l’unicità di questo Gran Premio, per cui le persone avevano una grande passione. Il Gran Premio di Imola era vissuto come un evento importantissimo e le testimonianze fotografiche lo dimostrano. Ricreare quella unicità e quella voglia di ritornare ci consente di trasmettere anche la speranza. Si cerca di dare anche ai giovani degli esempi positivi. Questi includono sia ciò che avviene in pista, ma anche ciò che accade fuori, racchiusi nelle condizioni che facevano emergere e conoscere la città.

Si tenta, quindi, di trasmettere l’entusiasmo e la speranza che si celano dietro un evento di questa tipologia.

Ringraziamo, dunque, il sindaco Marco Panieri per la sua disponibilità e per averci dato la possibilità di scoprire le dinamiche dietro l’organizzazione del Gran Premio di Imola.

Gli facciamo il nostro in bocca al lupo per il week-end e vi invitiamo a seguirci per tutti gli aggiornamenti!

Multiformula

Multiformula è un blog nato nel 2020 per condividere la nostra passione per il motorsport, dare spazio a quelle categorie come le Feeder Series di cui si parla ancora poco e soprattutto abbattere i pregiudizi che si incontrano in queste categorie.

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