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Formula 1: prove libere ai giovani? Non proprio

All’inizio del 2022 la F1 Commission aveva approvato ufficialmente la proposta che riguardava la cessione del sedile di ogni pilota al via del mondiale di Formula 1 per una sessione di prove libere (le FP1). Con l’entrata in vigore di tale decisione, inserita nel Regolamento Sportivo da quest’anno, ogni team è quindi tenuto a schierare un rookie (un giovane pilota parte dell’academy oppure il test driver della scuderia stessa che non abbia disputato più di 2 Gran Premi) in due sessioni di FP1, utilizzando prima la vettura di un pilota e poi quella del compagno di line-up.

Se da un lato questa è una grande opportunità per tutti i giovani piloti che sognano il loro tanto atteso debutto su una monoposto di Formula 1, dall’altro essa sembra non essere ben vista agli occhi dei team.

Perchè? Il motivo è molto semplice.

Giunti alla dodicesima gara nel calendario, solamente 2 team hanno mantenuto la promessa data. Infatti, la Red Bull aveva schierato Jüri Vips nel corso delle FP1 del Gran Premio di Spagna alla guida della monoposto di Sergio Perez, mentre la Mercedes ha scelto Nyck De Vries per smarcare oggi, in occasione delle FP1 del Gran Premio di Francia, il proprio obbligo. Nyck è quindi sceso in pista con la W13 di Lewis Hamilton e ha concluso al nono posto con un tempo davvero interessante.

E gli altri team?

Ancora nulla. E’ evidente che questa decisione non agevoli il lavoro del team che, con solamente 3 sessioni di prove libere, ha bisogno di tutti i dati necessari per poter portare la migliore monoposto in pista per le qualifiche e per la gara, quindi non è intenzionato a perdere il proprio tempo. Eppure basterebbe fare come fatto dalla Red Bull: utilizzare il proprio rookie non solo per dare l’opportunità al giovane di guidare una monoposto di Formula 1 ma anche per adempiere a questo obbligo sfruttando però questo tempo per sperimentare nuovi settaggi e parti della vettura per raccogliere più dati possibili.

Non è saggio far passare il tempo quindi prima lo si fa meglio è, no? Eppure soprattutto Ferrari, che non ha ancora dato segni di vita, ma anche Red Bull e Mercedes (i 3 team in lotta per il campionato) non sono della stessa idea. Arriverà il momento clou in cui davvero ogni minuto in pista per un pilota che sogna di vincere il mondiale conterà, e se ancora non si sarà data l’opportunità al rookie di girare in pista? Cosa si farà?

Purtroppo, quindi, questa è sì un’importante occasione per il giovane pilota di mettersi in mostra ma, ad oggi, essa non è considerata altrettanto importante da chi, quel sedile, dovrebbe offrirlo.

Alessia Di Virgilio

Sono una studentessa di Sport Digital Marketing & Communication, laureata in Comunicazione e con un'instancabile passione per la scrittura e lo sport, un mondo che non manca mai di ispirarmi ed emozionarmi.

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