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French Gp | Too hot to handle (the race)

Maria Sole Suriano e Olivia Carbone

Il Paul Ricard non è mai stato il circuito più amato dai fan: con la sua carta vetrata azzurra come vie di fuga, le sovrapposizioni che lo fanno assomigliare al labirinto del fauno, i tifosi hanno visto di meglio.

Eppure oggi, tra il caldo torrido e una qualifica non indifferente, ha voluto farci ricredere.

Anche se alcuni tifosi forse avrebbero preferito il contrario, vero Ferraristi? Ma di questo ne parliamo dopo.

Già dalla partenza non ci si è risparmiati. Hamilton ha deciso di sfatare da subito il “mito delle 300 gare”, e anche Alonso non è stato da meno, perché la Francia non è un paese per giovani giusto?

Più o meno. D’altronde al comando c’erano Leclerc e Verstappen, il gatto e la volpe, sempre in società quando si tratta di provocarci ansia. Uno scappa e l’altro lo insegue, se volessimo fare altri paragoni animaleschi sono un cane e la sua coda.

Potremmo dire che questa gara è stata uno zoo, perché anche nelle retrovie c’era un piccolo Speedy Gonzales pronto a dare filo da torcere a tutti: Carlos Sainz. Power Unit nuova, ma penultima posizione, eppure non sembra essere andata così male per lo spagnolo.

Ciò che ha contraddistinto questo gran premio però ha un nome, e a discapito delle cose dette non è quello di un animale, bensì una parola: Panico.

Quello che abbiamo provato tutti fin da subito, più che durante un esame universitario, per salutare i nostri amici ancora in sessione.

Tra una zona DRS e l’altra, pochi decimi di spazio tra il fondo di Leclerc e l’ala di Verstappen, il pit stop dell’ultimo ci sembrava un momento per tirare un sospiro di sollievo. Anche se la strategia non era così chiara, forse un undercut, forse una confusione generale di tutti i muretti.

Ma non abbiamo potuto finire di commentare la sosta che è successo l’impossibile.

Charles Leclerc a muro.

Un po’ un suo errore, un po’ l’acceleratore che ha deciso di andare per i fatti suoi, ma dobbiamo ammettere che quell’urlo ha fatto male come il rigore sbagliato da Baggio nel 94′, o l’errore di Vettel in Germania 2018.

Quello che consigliamo a Charles è di calmarsi, prendersi un bel caffettino… Dite, si calma col caffè? Sì, si calma col caffè.

Però col senno di poi è stato utile come incidente, a Carlos Sainz serviva una bella Safety Car, gioco di squadra! Si scherza, proprio perché c’è poco da scherzare.

Ma si sa che la sfiga di nome fa Scuderia Ferrari, e allora 5 secondi di penalità per unsafe release.

Questo però non ha certo tolto la grinta allo spagnolo, che in onore della sua patria sembrava un toro scatenato, oltre che multitasking. Vorremmo tutti avere la sua capacità di sorpassare Sergio Perez mentre parla in Team Radio e probabilmente si prepara anche il pranzo.

Ma come già detto, ai muretti non sembrano capirci molto, e decidono di fermarlo per scontare i 5 secondi di penalità ai box. Sainz si chiede ancora come mai, ce lo chiediamo anche noi.

Nel frattempo in Mercedes, Toto Wolff è stato bloccato su whatsapp dalla direzione gara, e cerca imperterrito di mandargli frecciatine usando il team radio di Russell. Un po’ come quando vieni bloccato dal tuo ex, ma cerchi comunque di fargli sapere come sta andando la tua vita.

Ormai con la gara al termine, Verstappen ed Hamilton, rispettivamente primo e secondo, hanno cominciato a sonnecchiare, con la radio aperta li avremmo sicuramente sentiti russare.

Chi invece non avrebbe dovuto dormire era proprio Perez, che George Russell ha superato in ciabatte, donando una inaspettata doppietta alla Mercedes che ormai non era più tanto abituata.

Col senno di poi è stata una bella gara, anche se sofferta.

Hamilton alla stampa ha detto: “non vedo l’ora di andare a bere”. Anche noi Lewis, però sicuramente non acqua dopo questo gran premio.

Multiformula

Multiformula è un blog nato nel 2020 per condividere la nostra passione per il motorsport, dare spazio a quelle categorie come le Feeder Series di cui si parla ancora poco e soprattutto abbattere i pregiudizi che si incontrano in queste categorie.

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