Ricordiamo tutti che Alexander Albon è stato operato per appendicite durante il weekend di Monza. Non ha preso infatti parte alle sessioni di libere e qualifica del sabato e alla gara di domenica – venendo sostituito da De Vries.
In seguito, Williams ha reso noto il fatto che in seguito all’operazione c’è stata una complicazione inaspettata che ha causato problemi respiratori al pilota. È una complicazione conosciuta, ma poco comune. Albon è stato così intubato e trasferito in terapia intensiva, dalla quale è stato dimesso lunedì 12 settembre in mattinata.
Circa una settimana fa, poi, Albon è comparso sui suoi social per rassicurare i suoi fan del fatto che sta bene. Dice di non vedere l’ora di tornare ad allenarsi per prepararsi a Singapore. Ammette anche, però, che non sarà semplice.
Singapore: la gara più dura a livello fisico
Di fatto, Singapore è considerata la gara più difficile a livello fisico per i piloti e richiede uno sforzo non da poco. Il dubbio attorno ad Albon è se, in seguito all’operazione subita e alle complicazioni emerse, il suo fisico sia in grado di sostenere lo sforzo che questa gara prevede.
“Spero di vedervi a Singapore” dice alla fine del suo videomessaggio. È questa la speranza del thailandese. Ce la farà? Lo scopriremo presto.
Ma vediamo assieme perché Singapore è una gara che mette fisicamente a dura prova i piloti.
Il calore è un elemento chiave
A Singapore le temperature sono alte, ma è alta soprattutto l’umidità. L’afa tende a diminuire lievemente dopo il tramonto, anche se di sera ci possono essere comunque temperature fino ai 30°C.
È proprio per questo che Marina Bay – al momento – è l’unico tracciato sul quale si corre in notturna: per cercare di contrastare il calore. Nonostante ciò, i piloti negli abitacoli possono avere fino a quasi 60°C. E il tasso di umidità, che comunque continua ad essere alto, aumenta il modo di percepire il caldo.
Singapore, quante curve!
Oltre alla temperatura atmosferica, anche il tracciato nel suo modo di presentarsi prevede uno sforzo maggiore per chi è alla guida. La pista, infatti, conta ben 23 curve. Con l’aumento delle curve, aumentano chiaramente le frenate e quindi il lavoro che il pilota deve fare sul freno. Si stima un carico totale sul pedale del freno durante la gara di circa 70 tonnellate.
Avendo pochi rettilinei, poi, i piloti non hanno grossi attimi di riposo – né a livello fisico, né a livello mentale. A fine gara, i piloti si possono trovare a perdere anche fino a 4kg , a dimostrazione dello sforzo che Singapore richiede.
La presenza di Albon a Singapore è possibile?
Con ciò che ha subito Alexander Albon, in tanti si sono chiesti se possa essere presente o meno a Singapore. Non è tanto l’operazione a preoccupare, ma la complicazione respiratoria sorta in seguito.
Il thailandese avrà avuto abbastanza tempo per prepararsi ad uno sforzo simile? Ad ora non c’è nessuna notizia. La Race Week inizierà lunedì e sicuramente se dovessero esserci novità lo scopriremo in quei giorni.
La speranza è comunque che Albon si sia ripreso del tutto e che sia al massimo delle sue forze, pronto a disputare questa sfida.