Forse ci è poco chiaro, forse si è scherzato troppo sul tema o semplicemente si fa fatica ad accettare l’idea, ma il budget cap colpisce i team a 360°. Quindi non solo limitazioni sullo sviluppo della vettura, sul cibo, sull’attrezzatura utilizzata, ma ha ripercussioni anche sulle persone che vi lavorano. I team di F1 si sono riorganizzati per non disperdere risorse conoscitive e perdere personale, ma sfortunatamente alcuni sono dovuti incorrere in licenziamenti di massa. Uno su tutti, il team Red Bull Racing.
RED BULL: RIORGANIZZAZIONE INTERNA CON LICENZIAMENTI
La scuderia vincitrice del campionato costruttori è stata la più colpita da questa manovra finanziaria. Tra il 2020 e il 2021, Red Bull ha dovuto tagliare ben 154 posti di lavoro sia in Red Bull Technology che in Red Bull Racing, con poco meno di 100 persone licenziate solo nel reparto di progettazione di Red Bull Technology, anche se non tutte lavoravano necessariamente per la Formula Uno. Un fattore che spiega la perdita di personale è la paga media. Un dipendente Red Bull, infatti, al 2021 guadagnava circa 170mila dollari all’anno.
I dati sono da prendere con le pinze. I tagli infatti potrebbero essere stati spinti al rialzo da alcuni percettori di reddito elevato che sono esclusi dal limite di bilancio e dal possibile trasferimento di dipendenti alla neonata società Red Bull Powertrains, oltre che alla produzione della nuova hypercar firmata Adrian Newey.
Il fatto però che nonostante non sia il team con il più alto numero di dipendenti, ma la percentuale di licenziamenti sia maggiore, determina come il rialzo probabilmente non è così elevato. E l’ironia di ex lavoratori alle sanzioni per il budget cap ne è l’ulteriore conferma.
MERCEDES, RISTRUTTURAZIONE CONTENUTA
In Mercedes la ristrutturazione interna è stata più contenuta. Sono 59 i dipendenti licenziati, ma rispetto all’elevato numero di personale è una bassa percentuale. Le Frecce d’Argento possono permettersi quasi 300 dipendenti in più di Red Bull perchè in media sono pagati meno: 133mila dollari.
In Mercedes inoltre il piano di ristrutturazione è avviato. Hanno presentato il nuovo dipartimento di scienze applicate e collaborano con lo sponsor principale, INEOS, a vari progetti. L’obiettivo sarebbe quello di mantenere il più intatto possibile lo staff dedicato al Circus.
FERRARI: RIVOLUZIONE DOLOROSA
Ferrari è tra i team che contava uno dei maggiori numeri di dipendenti collocati all’interno del progetto F1. Ciò che a Maranello hanno cercato di fare è un ricollocamento dei propri dipendenti in altre mansioni aziendali, operazione nobile che però prevede uno sforzo non sottovalutabile.
Come da accordi con la FIA, Ferrari aveva come data di scadenza per il definitivo spostamento di risorse Giugno 2021. Cosa che ha mandato su tutte le furie Mattia Binotto. A Motorsport-Total.com aveva dichiarato: “La pandemia non è ancora finita e tagliare il personale in questo momento storico sarebbe un messaggio totalmente sbagliato. Questo termine di sei mesi deve essere rivisto e possibilmente spostato a fine anno. Non pensiamo che sia la strada giusta: stiamo cercando di spostare il personale verso le auto da strada perché siamo una grande azienda. Ma nonostante abbiamo alcune possibilità, si tratta di un compito difficile”.
La scuderia italiana, nonostante le difficoltà, ha effettuato scelte meno dolorose, indirizzando alcune risorse su altri programmi sportivi come ad esempio la divisione Hypercar. Oppure attraverso un travaso di alcune risorse nell’ambito dell’alleanza strategica con la Haas, due nomi su tutti Simone Resta e Jock Clear. Si alleggeriscono i salari e non si perde personale di valore in un momento in cui Maranello è in una fase di ‘regolare ristrutturazione interna’.
LA PANDEMIA AVEVA GIA’ FATTO DANNI
Come detto da Binotto, il taglio del personale a causa del budget cap è avvenuto in periodo di pandemia. La crisi finanziaria generata dal covid non ha risparmiato l’industria automobilistica, portando così grandi marchi a licenziamenti drastici.
È il caso di McLaren, che a metà 2020 ha licenziato 1200 dipendenti, alcuni dei quali membri del team F1.
Se i top team hanno perso risorse umane, quelli più piccoli hanno avuto la tendenza inversa con l’aumento di dipendenti. Come emerge dall’indagine effettuata da motorsport-total.com, Haas, Williams e Alpha Tauri hanno avuto una crescita di personale.
Con una riduzione di 5 milioni di dollari rispetto al 2022 e la multa di 7 milioni inflitta per la violazione del budget cap, Red Bull dovrà provvedere ulteriormente a riorganizzare il personale. All’equipe austriaca va comunque dato il merito di aver impostato un canovaccio gestionale che ha fatto la differenza sul piano tecnico e sportivo.
Il limitato numero di ingegneri rispetto a qualche anno fa – nel 2020 i top team avevano anche 1000 dipendenti – ha richiesto infatti una nuova gestione delle risorse. Cosa fa la differenza adesso? Se prima veniva richiesta una specializzazione, ora è in progressiva ascesa la multidisciplinarità. Tale metodologia richiede figure dalle conoscenze trasversali, necessarie per essere allocate dinamicamente nei task che concorrono alla realizzazione di un progetto.
Tale rivoluzione è confermata dal direttore tecnico della Alpine, Matt Harman: “La riduzione graduale delle risorse sta determinando la fine delle specializzazioni. I team di F1, nel corso degli anni, sono diventati molto specializzati in determinate aree e questo funziona quando sei in grado di investire. Ma ora siamo quasi fissi sul nostro organico, quindi quello che vogliamo è personale multidisciplinare”.
Per fare un esempio: “Ciò significa che possiamo spostare le persone e se una settimana decidiamo di voler passare da un aggiornamento delle sospensioni posteriori a uno sull’ala anteriore, quelle persone possono spostarsi ed essere utili in quell’area, mentre prima non era possibile“.