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Spagna, F1 tra passione e speranza

Il gran premio di F1 in Spagna si avvicina. Il clima è caldo, caliente per restare in tema. Sale il nervosismo, la posta in gioco è alta. Considerando che adesso la nazione può vantare due piloti competitivi e il Re alla ribalta, la passione cresce, in attesa della poesia domenicale. Perchè se noi gioiamo a vedere Alonso in lotta per le alte posizioni, pensate agli spagnoli che sono cresciuti con lui come mito nazionale…

La Spagna per Fernando è dove tutto è finito. Lì infatti ha vinto l’ultima volta. Il tempo si è fermato, nominare anche solo il 33 fa paura: nessuno si vuole illudere, nessuno, per coincidenza, vuole vedere sul gradino più alto del podio il numero 33 (Verstappen resterà sempre il pilota 33 nonostante l’1 sulla vettura)… a meno che sia la vittoria 33 di Alonso.

Spesso ci capita di riconoscerci con tratti dell’animo spagnolo, l’essere latini che accende gli animi, che scalda, che fa vivere con intensità. E anche noi, come loro, attendiamo un trionfo che manca da troppo tempo. Ecco perciò che ci siamo chiesti come gli spagnoli vivano la F1, combattuti tra due piloti e speranzosi di cantare il loro inno, anche post gara.

Entusiasmo: tra tribune e divano di casa

Vi era un tempo in cui la F1 in Spagna era poco seguita… Sembra strano, ma per trovare le tribune del circuito di Montmelò piene bisogna andare al 2005/2006, e ringraziare Alonso. Se gli spagnoli hanno iniziato ad appassionarsi a questo sport è grazie a lui, soprattutto nelle Asturie. Il blu a farla da padrona, il museo a lui dedicato in cui rivivere la sua storia in F1 tra tute, caschi, guanti… La passione resta viva, ogni giorno.

Un amore che nasce in famiglia:

Ricordo che guardavo la F1 con mio padre quando era gratis per tutta la Spagna e lo sentivo dire “quanto è bravo il bastardo”, soprattutto nei suoi anni con la Ferrari, quando non c’era la macchina per vincere e lui l’ha quasi resa possibile“.

Un amore di ricordi, momenti vissuti insieme:

Mio padre mi ha portato a 1 anno a festeggiare il Campionato del Mondo a Oviedo e mi ha costruito delle auto di F1 (come la Ferrari 2010)“.

Un amore destinato a durare: in famiglia sul divano, riuniti insieme a guardare il gran premio, oppure con le amicizie nate grazie a questo sport nonostante “l’onda del 33”. Un amore che unisce, rende felici.

“Sono sicuro che tra 50 anni continuerò a vederla perché è qualcosa che mi rende felice la domenica”.

Uniti anche nel tifo… per Fernando

Forse perchè delle Asturie, o forse perchè di un’altra categoria, ma sicuramente il tifo per Alonso è grande, numeroso.

Se Fernando Alonso non ha fan è perché io non sono più in questo mondo“.

Un tifo smisurato, riconoscenza se vogliamo. Come noi giovani italiani siamo cresciuti vedendo Schumi trionfare con la tuta rosso Ferrari, così in Spagna l’hanno fatto vedendo scendere in pista Fernando Alonso tra momenti belli e brutti. È un pilota della comunità, Nando, e, tra gioie e sofferenze nel non vederlo su auto competitive, i “neo Alonsistas” l’hanno sempre amato e supportato.

E come grazie vuol dire tanto, tutto. E lo dimostreranno anche nel corso del weekend, quando la marea blu si impadronirà delle tribune.

Un tuffo nel passato. Sembrerà di essere tornati agli anni di Alonso al vertice, perchè Fernando è sempre stato in grado di dimostrare ciò che è sia con macchine buone (poche) che con macchine orribili, e alla sua età avanzata continua a farlo. Sembra conservare quella voglia di correre che spesso con l’età svanisce.

Per gli spagnoli è uno dei migliori piloti della storia della F1, pensiero che va contro l’opinione popolare. Restano impotenti, perchè alla fine lui ha vinto solo 2 mondiali… com’è possibile metterlo sull’Olimpo? Vero, se la Ferrari gli avesse dato una macchina più competitiva nel 2010 e nel 2012 ne avrebbe 4, e se avesse segnato un solo punto in più nel 2007 ne avrebbe 5. Una scelta, però, non gli è stata perdonata: lasciare la Ferrari nel 2014. Il suo talento è potenziare macchine che non sono lì per vincere.

E Carlos?

Il giovane spagnolo ha la maggioranza dei tifosi nella sua area d’origine. E forse l’essere approdato in Ferrari da un lato ha fatto storcere il naso a molti vista l’esperienza passata di Alonso, dall’altro però è accresciuta la consapevolezza del suo talento. Non sarà il più tifato, ma è rispettato e incoraggiato – com’è giusto che sia. I suoi risultati positivi sono comunque motivo d’orgoglio.

Sainz è un avversario ostico, inutile negarlo. Non è un campione come Alonso, ma può essere considerato un pilota di seconda fascia. Il suo punto di forza è la strategia: sa sfruttare a suo vantaggio fallimenti e problemi delle vetture. Dal suo periodo in McLaren a quelo attuale in Ferrari, non si è mai dato per vinto; nel 2022 a Monaco e Silverstone lo ha dimostrato.

Certo, ora come ora Carlos non può competere con Fernando: i paragoni potrebbero solo aumentare la pressione su di lui e accrescere l’odio. Cosa che non merita.

Inoltre, quando è in giornata buona può battere chiunque. Perciò occhio, il numero 55 è da temere.

In un clima caliente la Spagna spera, sogna. Vuole vedere la storia, la gloria.

Un ringraziamento speciale a coloro che dalla Spagna hanno dato il proprio contributo attraverso le loro emozioni, i loro ricordi e i loro pensieri.

Anna Botton

Appassionata di comunicazione e di ogni forma d'arte (sport incluso). Le emozioni sono il mio pane quotidiano. Autodromo, stadi e palazzetti sono la mia seconda casa. Il sogno? Entrarvi con un pass al collo.

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