Vita mortuorum in memoria est posita vivorum, “La vita dei morti sta nella memoria dei vivi” (Marco Tullio Cicerone)
Ricordo di chi ha vissuto il paddock in tutte le sue sfumature (fino ad arrivare “dall’altra parte della barricata“): dai mitici anni ’90 ad oggi, conoscendo persone, parlando lingue e appassionando generazioni di ragazzi e ragazze con i suoi libri, le sue interviste e le sue analisi.
Si è spento ieri sera a Bologna dopo una lunga malattia Alberto Antonini, all’età di 62 anni. Imolese, storica penna e inviato di Autosprint, Alberto aveva collaborato con Sky Sport, il Corriere della Sera e Formula Passion. Ai tempi di Arrivabene, dal 2015 al 2018, aveva ricoperto il ruolo di addetto stampa in Ferrari. La redazione di Mult1formula si stringe ed esprime le sue più sincere condoglianze alla moglie Barbara e a tutta la famiglia di Alberto.
L’esordio e i 21 anni ad Autosprint
Fu Antonini stesso, nel 2021, a raccontare proprio ad Autosprint la sua carriera nel mondo del giornalismo: “Parto col settimanale Rombo nel 1986, con la qualifica di impiegato (…). Nel 1990 arriva la chance con Autosprint“. “Il gancio” fu lo zio che lo informò che la rivista stava cercando nuovi giornalisti. Alberto racconta di essersi dimenticato del primo colloquio (“Ero ancora giovane e selvaggio, così, reduce da una notte brava, la mattina dopo dormo della grossa e mi scordo dell’appuntamento“), ma di essere arrivato puntuale solo alla seconda occasione, in cui ottenne il via libera per entrare a far parte della redazione.
La prima volta da inviato fu a fine 1993, quando seguì i test a Estoril, ruolo che svolgerà per più di 20 anni, fino al 2014. I momenti più belli? “Suzuka 2000, il primo mondiale piloti vinto da Schumi per la Ferrari, che vissuto dal vero dà la consapevolezza di vivere un momento storico (…). Poi pure il titolo vinto da Raikkonen a Interlagos 2007 e, per terzo, (…) quando alle cinque del mattino ricevo una telefonata la quale mi informa che mi vogliono all’ufficio stampa Ferrari”.
L’esperienza televisiva tra la Rai e SkySport F1 e la chiamata da Maranello
“La mia esperienza televisiva inizia nel 2010 con la Rai, facendo l’opinionista assieme a Pino Allievi. Ho bellissimi ricordi, anche se i nostri contributi erano brevi e coincisi“, racconta Alberto. Poi, nel 2013-2014 passò a SkySport F1, che definì come “un’esperienza più formativa, completa“: “Vivo la cabina, le riunioni e le dirette a tutte le ore… Ci vuole professionalità, determinazione e anche un pizzico di capacità d’improvvisazione, un’elasticità diversa (…).
La chiamata a Maranello, nel 2014, è “un sogno inconfessato” perfino a se stesso: “Magari avrei potuto aspettarmi prima o poi di fare l’addetto stampa per un team di F1, ma mai e poi mai a Maranello“. Ed è dall’esperienza a casa Ferrari durante il periodo Vettel-Raikkonen, che nasce la sua prima fatica letteraria “Vettel. Cavallino senza fili” (per Kenness Publishing, 2020) e “Màicol. Schumacher in Ferrari: le storie non dette” (per Kenness Publishing, 2022).
Il ricordo di Arrivabene e di altri
Tanti i ricordi e le voci che si sono espresse in queste ore riguardo la scomparsa di Antonini, tra cui proprio Maurizio Arrivabene: “Alberto, Uomo educato e per bene, un professionista preparato di grande umiltà e umanità (doti non comuni oggi dove tutti si sentono fenomeni), ma soprattutto un caro amico, gli volevo bene. Un abbraccio, Maurizio“. Seguono Alberto Porta (“Alberto Antonini se n’è andato a intervistare Ayrton e altri campioni“) e Carlo Vanzini (Sky) (“Mi mancheranno le nostre chiacchierate, le nostre track walk, la tua amicizia, le tue battute, il tuo amore per il motorsport, il tuo essere unico. RIP amico mio“).