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F1, GP Ungheria: una vittoria dolce-amara per Oscar Piastri

A Oscar Piastri ci sono volute poco più di 30 apparizioni in Formula 1 per mettere a segno la sua prima vittoria in carriera. Un trionfo che arriva con un impattante 1-2 McLaren, il primo dopo un’attesa durata 3 anni.

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Un successo maturato dopo una gestione travagliata da parte del team, in totale confusione sin dai primi pit stop di gara. Un copione che si ripresenta assiduamente ogni weekend di mondiale bensì la scavalcata su Ferrari nel mondiale costruttori.

Il GP di Ungheria si riconferma terra fertile per la squadra papaya che colleziona, dunque, l’ennesimo trionfo. Un trionfo dolce-amaro che, però, oggi Oscar Piastri si gode senza troppi pensieri per la testa.

Una favola dalla luna storta

E’ una luna storta dalle mille smagliature quella che veglia sulla McLaren di Piastri e Norris. Poco precisa, poco lucida, poco attenta, sempre un passo indietro rispetto alle potenzialità che si possono concretizzare lungo le piste di ogni mondiale. Ancora una volta, oggi, quella luna storta ha mosso le carte in tavola per un team che sembra non saper decidere.

Nell’eterna indecisione sotto il cielo di Ungheria, appeso al filo è il destino di gara di una giovane promessa proveniente dall’Australia. 23 anni compiuti, al suo secondo anno di viaggio tra le tappe più affascinanti di un campionato che desiderano tutti conquistare. Fino ad allora solo sogni sfiorati lungo il vetro appannato di una macchina. Oscar Piastri è desideroso di vincere, di essere lì davanti. E riesce ad imporsi subito al via del gran premio ridicolizzando il suo compagno di squadra alle prese con l’ennesima partenza non riuscita.

Oscar Piastri fugge e lo fa egregiamente. Danza sulle gomme, sussurrando quella voglia irrefrenabile di mettere il proprio timbro tra i grandi. Ad attenderlo sarà una montagna russa dall’altezza vertiginosa. Una spina che lo fa cadere e lo blocca con un pit stop che viene prima consegnato nelle mani del suo collega.

Ed è così che la luna storta tinta di arancione si rende autrice dell’ennesima scenografia scellerata. La vittoria sembra sfuggire e tramontare oltre l’orizzonte vestito di 4. Lo stesso orizzonte che si lecca le ferite ricorrenti che si procura gara dopo gara, un felino alle armi con qualcosa che, forse, è ancora troppo grande per lui. E perché privarsi di quella prima brezza del più grande, del più veloce, del più irraggiungibile?

Il ripensamento McLaren: Oscar Piastri, sei tra i grandi

Quando tutto sembrava destinato a svanire nel nulla, ecco che uno spiraglio di luce acceca quella maledetta luna storta che, da mesi, non trova più il suo senso dell’orientamento.

Il richiamo incessante di riavvolgere il nastro del lungometraggio si concretizza nel momento meno aspettato. Il caos ha voluto e ha spinto che fosse Piastri il nome da incidere in quella nuvola soffice spettatrice dell’Ungheria. Oscar Piastri riconquista la leadership della gara a tre giri dal termine. Lando Norris ha ceduto, alzando al cielo le proprie braccia. Giù le armi. L’egoismo ha fatto spazio all’unione, in modo controverso, come solo in casa McLaren si è in grado di fare.

Oscar Piastri in piedi sulla monoposto alza braccio e punta indice verso il cielo dopo vittoria gp ungheria F1
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Oscar Piastri vince il gran premio di Ungheria e il suo nome entra di prepotenza nella cerchia dei grandi. Oscar Piastri è un race winner, con una vita ancora davanti a sé che può essere arricchita da altrettanti successi, forse meno amari di oggi, e più dolci un domani.

Malika Marwoi Missaoui

Appassionata di motori e tifosissima della McLaren, ama tutto ciò che è relativo all'aerodinamica e alle telemetrie nonostante si intenda più di lingue che di numeri.

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