Interlagos è un autodromo con un rapporto di amore-odio verso il WEC, ma è anche una delle piste più amate e divertenti, al punto che, quando lo stesso WEC chiese al pubblico quale pista avrebbe voluto, la maggioranza assoluta si è orientata proprio verso la pista di San Paolo. E così, domenica, si correrà di nuovo la 6 ore di San Paolo.
Con Interlagos inizia la seconda parte di stagione, in cui la 24 ore di Le Mans è ormai passata e ci si concentra sul campionato. Ci attendono gare più ragionate, calcolate, dove non è la singola vittoria a contare ma ogni punto diventa necessario.
Una storia travagliata
Dopo un mese di pausa si torna in pista. Il luogo che avvia il giro di boa è l’Autodromo Josè Carlos Pace di Interlagos.
Il circuito di Interlagos ha iniziato le attività nel 1940, era lungo otto chilometri e, come dice il nome, sorge tra due laghi nella periferia di San Paolo. Diventato il principale autodromo del Brasile in breve tempo, difficoltà economiche e preoccupazioni per la sicurezza hanno portato alla ristrutturazione del 1990.
In quell’anno la lunghezza è stata ridotta a quattro chilometri e l’autodromo è riuscito a far tornare le grandi competizioni nella città. In realtà, la pista è stata impegnata da sempre anche nell’endurance, soprattutto con la Mil Milhas Brasil, corsa per la prima volta nel 1956 e parte del calendario ELMS nel 2007.
Ad oggi, lungo solo 4309 metri, arrampicato sul fianco di una collina, è il circuito più corto in calendario ma anche uno dei più stancanti. Il terzo e primo settore, i più veloci, offrono grandi rettilinei con due importanti punti di sorpasso, e il complesso S do Senna-Curva do Sol si presta bene agli incroci di traiettoria. Il secondo settore, più tecnico, è composto da continui stop-and-go, con curve lunghe e strette, qualcuna in pendenza negativa, dove è difficile tenere la traiettoria e trovare una buona velocità. La chiave della gara saranno i doppiaggi, in una pista che soffre quando girano contemporaneamente grandi quantità di auto.
La 6 ore di San Paolo è stata parte del WEC già dal primo anno, nel 2012. In quell’occasione la vittoria andò a Toyota, e fu la prima della casa nipponica nel campionato. In seguito sono arrivate una vittoria a testa per Audi e Porsche.
Nel 2014 la gara era anche il finale di stagione. Purtroppo, però, in quel caso la stagione si concluse con il terrificante incidente di Mark Webber. Il pilota australiano infine sopravvisse, ma ci furono minuti di grande tensione. Dal 2015, la pista venne rimossa dal calendario per problemi organizzativi.
Il grande ritorno
Nel 2018 si trova un accordo per riportare in calendario la gara, ricevendo grande approvazione sia dal pubblico che dai piloti. A tre mesi dall’evento, però, Interlagos venne sostituita con il COTA a causa di violazioni del contratto da parte dell’organizzazione brasiliana.
La voglia di tornare in Brasile, infine, ha prevalso ed ha spinto l’ACO a dare una nuova possibilità a Interlagos. Sarà inverno in Brasile il 14 luglio, ma sarà un inverno di grande endurance, per la prima volta dopo dieci anni.
Dato il periodo dell’anno, ci si aspettano temperature relativamente basse. Inoltre, nella zona appaiono spesso piogge improvvise, capaci di sconvolgere le dinamiche di gara e di rendere le decisioni dei team determinanti per l’esito finale.
In cerca di vendetta
La vittoria di Ferrari alla 24 ore di Le Mans ha rivoluzionato la classifica in classe Hypercar. La Porsche #6 ora è al comando con 9 punti di vantaggio su Fuoco, Molina e Nielsen della Ferrari. Segue la Toyota numero 7, con Mike Conway che tornerà a correre in Brasile dopo aver saltato la 24 ore per un infortunio in bici. In classifica costruttori, invece, questi tre sono rinchiusi in una manciata di punti tale che un doppio ritiro potrebbe determinare un nuovo leader di campionato.
Porsche non vive solo del Team Penske: Proton è stata protagonista di un’ottima gara a Spa. Ferrari dispone di buoni equipaggi invece, ma molto dipenderà dal BoP. Cadillac, per quanto considerata una buona auto, soffre ancora di molti problemi, mentre BMW resta bloccata dalle sue difficoltà tecniche. Alpine, invece, resta un’auto non affidabile. Per ora il team francese resterà concentrato sul riuscire a finire le gare. Sembra che la scelta di Peugeot di montare un’ala posteriore sulla 9X8, infine, non stia premiando.
A dieci anni dall’ultima gara a Interlagos, pochi piloti hanno già esperienza della pista, ed inoltre nessuno ha mai girato sul tracciato con queste auto. Potrebbero esserci grandi sorprese!
Tra prototipi e GT
Se in classe hypercar si è dovuto aspettare un mese, per i piloti delle classi LMP2 ed LMGT3 c’è stata occasione di correre tra ELMS e GT World Challenge.
In realtà, nella entry list ci sono molte variazioni rispetto alle lineup di Spa, mentre, come di consueto, dopo la 24 ore di Le Mans si torna ad un numero di auto più contenuto.
Per Interlagos è veramente difficile stabilire dei favoriti, poichè le GT3 hanno ben poca storia su questo tracciato e le LMP2 ci corsero per l’ultima volta con un regolamento ormai superato. Se però per le Hypercar la chiave della gara saranno i doppiaggi, per le due classi inferiori invece sarà rilevante evitare il traffico e sfruttare il più possibile quei rari momenti senza altre vetture intorno.