di Luca Vaccaro Aston Martin
Nonostante la grande ambizione che accompagnava la Aston Martin alla vigilia di questa annata, le premesse non si sono trasformate in prestazioni concrete. Di gara in gara il team è lentamente sprofondato nella parte bassa della classifica. Un’assurdità, ancor più evidente se si considera l’ottimo inizio di stagione 2023, che aveva persino ravvivato la possibilità per Fernando Alonso di conquistare la vittoria n.33 in carriera. Prestazioni che, seppur nella seconda metà di campionato non erano state del tutto riconfermate, avevano permesso al team di conquistare la quinta piazza nel mondiale costruttori, grazie a 280 punti: 206 conquistati da Alonso, quarto a fine anno, 74 da Lance Stroll, decimo in classifica. Quest’anno invece, i punti conquistati sono 86 e sebbene l’Aston occupi ancora la quinta piazza in classifica, il bilancio è negativo.
Krack: “Non siamo dove vogliamo essere. Non vogliamo essere i migliori degli altri”
Analizzando la stagione in corso, l’aspetto che più fa storcere il naso, oltre alla pura performance, riguarda la capacità della squadra di portare aggiornamenti in grado di migliorare costantemente il pacchetto: se le altre scuderie nel corso dell’anno sono cresciute, riuscendo pian piano a diminuire il gap che le separava da McLaren, il vero riferimento se si guarda l’intera stagione, Aston Martin ha faticato a tenere il passo; spesso sono arrivati aggiornamenti, che però non hanno lasciato il segno e reso possibile un miglioramento significativo della vettura, influenzando pesantemente le prestazioni di Alonso e di Stroll. “Non siamo dove vogliamo essere,” dichiarava il team principal Mike Krack, team principal della squadra dopo il GP di Singapore. “Il nostro obiettivo era chiaramente quello di colmare il divario rispetto alle prime quattro squadre nel corso dell’anno e non ci siamo riusciti. Altri hanno recuperato più di noi, questa è la realtà. Il commento peggiore che si possa fare è che siamo ‘i migliori degli altri’. Per due anni consecutivi abbiamo fatto un passo indietro anziché un progresso nello sviluppo. Questa è la realtà.” Un’autocritica dura ma necessaria, specie se l’obiettivo è quello di rilanciarsi in vista dei prossimi anni.
Questione tecnici, un vero e proprio “cantiere aperto”
Oltre ai risultati pista, l’altra questione che ha tenuto banco durante tutta la stagione è quella legata al mercato dei tecnici. La notizia che ha suscitato più clamore è sicuramente l’arrivo di Adrian Newey, la cui esperienza e genialità potrà sicuramente giovare alla causa della squadra inglese, capace di strapparlo alla “sua” Red Bull con un colpo destinato ad entrare nella storia della F1. Newey però non è il solo grande nome ad aver accettato la sfida della squadra inglese: il prossimo anno ad affiancarlo ci sarà anche Enrico Cardile. Ex direttore tecnico in Ferrari, Cardile lavorerà nel ruolo di Chief Technical Officer. Arrivi a cui però sono corrisposte anche numerose partenze, la più rumorosa delle quali è sicuramente quella di Dan Fallows, l’ex direttore tecnico della squadra, anche lui strappato alla Red Bull, a fine 2021. L’inglese, sebbene verrà ricollocato all’interno della struttura, ha evidentemente pagato le cattive prestazioni di cui si è resa protagonista, suo malgrado, la squadra. Rimangono infine invariate le posizioni di Eric Blandin, vicedirettore tecnico e quella di Bob Bell, direttore esecutivo-tecnico.
La nuova factory e le collaborazioni con Honda e Aramco: i veri asset di Aston Martin
In una F1 dove la competizione è sempre più serrata, la differenza si fa anche nelle sedi di ciascuna scuderia, così come grazie alle partnership siglate, due aspetti su cui Aston sembra aver lavorato duramente: da un lato la nuova factory inglese, un gioiello voluto in tempi record da Stroll senior; dall’altra le partnership siglate con Honda per la power unit e Aramco per il carburante, due ambiti cruciali in vista della rivoluzione tecnica che arriverà nel 2026. Due aspetti che destano -e non poco- la curiosità di tutti gli addetti ai lavori, in quanto simbolo del grande impegno profuso da Lawrence Stroll nel costruire una scuderia che possa ambire a traguardi importanti. L’obiettivo non sono le sole vittorie, ma la possibilità di riscrivere finalmente la storia della F1.