di Rosarita Linsalata Pierre Gasly
E’ notte a Las Vegas, un tripudio di luci e colori circonda il tracciato, la qualifica si è conclusa da poco e le prime tre monoposto si affrettano a parcheggiare dietro i cartelloni sui quali svettano i numeri 1,2,3. Nell’aria vibra un mix di elettricità, stupore e felicità. Lo si legge negli applausi rumorosi delle squadre che strepitano in attesa di accogliere i propri piloti, negli abbracci dei meccanici nei box e negli occhi dei piloti che sbucano da sotto la visiera. Ma soprattutto lo si nota negli occhi brillanti di felicità che Pierre Gasly mostra alla sua squadra dopo aver piazzato la sua monoposto dietro al numero 3.
“Non me l’aspettavo, quando mi hanno detto via radio che ero in seconda fila non ci potevo credere” dichiara pochi attimi dopo durante l’intervista, senza celare l’incredulità che ancora lo investe. Quell’incredulità che è figlia di un anno difficile e adombrato che sta iniziando a vedere le prime luci di una possibile rinascita.
Gasly e Alpine: un 2024 tra bassi e alti
Un inizio difficile
E’ il 7 febbraio 2024 quando il team Alpine mostra la propria monoposto all’intero mondo, qualche settimana dopo arrivano i test pre stagionali e con essi un bilancio non proprio positivo. Nell’aria inizia a farsi spazio l’idea che, nonostante i lavori svolti da tutto il team durante l’inverno per poter portare in pista una monoposto più competitiva, la strada sia ancora lunga e l’inizio di stagione potrebbe rivelarsi complesso.
Quelle previsioni impattano ben presto la realtà. La prima gara in Bahrein accende i primi riflettori sulle difficoltà della monoposto e della squadra e tempo una settimana in Arabia Saudita arriva il secondo colpo per il team di Enstone: il ritiro di Pierre Gasly ad un giro dall’inizio del Gran Premio dovuto ad un problema al cambio della sua monoposto.
La squadra è in difficoltà e brancola nel buio, le espressioni sui volti di Pierre Gasly ed Esteban Ocon sono lapidarie e pensierose, ma si fa di tutto per provare a mantenere un briciolo di speranza per le tappe future. Quel briciolo però, è destinato a frantumarsi ben presto, perchè anche le successive tappe del 2024 si rivelano essere un cumulo di difficoltà e delusioni.
Così tra il ritiro di entrambe le monoposto a Monaco dovuto ad un contatto tra le stesse e i problemi alla PU emersi durante il weekend in Ungheria, la situazione nella scuderia diventa sempre più complessa da gestire e mette a dura prova gli animi dei piloti, primo fra tutti Gasly. Quel Gasly che dopo il sogno del primo podio della sua carriera a Monza 2020, non aspira di certo ad occupare le ultime posizioni della griglia.
Una piccola speranza nel buio pesto
La pausa estiva segna, per la scuderia di Enstone, il momento esatto per fare bilanci, ricaricare le energie e cercare di portare il team fuori dal buio pesto nel quale brancola. E pian piano sembra intenzionata a riuscirci, guadagna infatti due noni posti con Ocon e Gasly a Spa e Zandvoort e arriva a Monza fiduciosa nel poter continuare a piccoli passi a solcare il sentiero della rinascita.
Una rinascita che continua per le tappe di Austin e Messico e che esplode in Brasile con entrambi i piloti sul podio. Il circuito di San Paolo, con la sua poggia incessante e difficoltà di guida, mostra per la prima volta dopo tempo un Alpine in grado di saper fronteggiare le difficoltà e di poter trionfare con un secondo e un terzo posto sul podio. Gli sviluppi portati ad Austin sembrano così dare i primi frutti, sottolineando un importante passo avanti per il team.
La fiamma della speranza inizia a farsi sempre più forte e con essa la fiducia nel team e nei piloti di poter sperare per giorni migliori. E così tra festeggiamenti ed esultanza, il tempo scorre e con esso arriva un nuovo weekend di gara: Las Vegas.
Pierre Gasly: tra incredulità, felicità e ancora qualche imprevisto
Una qualifica perfetta
Se il Brasile ha portato con sé una ventata d’aria fresca per il team di Estone, Las Vegas si mostra come una valida opportunità per cercare di cavalcare l’onda dell’entusiasmo e per portare a casa qualche altro punto prezioso.
Tra luci, attrazioni, colori e musica il weekend ha inizio e tra una sessione di prove libere e l’altra è tempo di qualifica, che ben presto si rivela sorprendente. Pierre Gasly scende in pista con una strana luce negli occhi e un sentore nel cuore di poter ambire a qualcosa, forse a quelle prime file tanto agognate in questi mesi. E’ questione di poco più di un’ora, quando quelle aspettative celate silenziosamente dietro la visiera diventano una bella realtà. Pierre Gasly conquista il terzo posto in qualifica ed è pronto a scattare dalla seconda fila in gara. Sembra un sogno, dal quale non volersi assolutamente svegliare, eppure per Pierre non è altro che una sorprendente realtà. Esulta nel team radio in attesa di parcheggiare la propria monoposto e non si trattiene nel mostrare la propria felicità all’intero mondo e al suo team
Un amaro ritiro
Ma nonostante ciò i problemi sono ancora dietro l’angolo e nemmeno 24 ore dopo, a causa del fumo che fuoriesce dal proprio motore durante la gara, il pilota francese è costretto al ritiro. La delusione per una grande opportunità persa, si fa spazio nel volto del giovane pilota che inquadrato dalle telecamere, scende dalla monoposto e abbandona i box con ancora il casco e la visiera ben calata sugli occhi.
Eppure nonostante la delusione e il rammarico, dentro di se Gasly sa di essere un buon pilota e un’ottima carta per il team. A sostenere questa tesi, il modo di comportarsi del giovane francese durante tutto l’anno, dove nonostante le difficoltà e i ritiri dovuti a problemi alla monoposto non causati da lui, si è sempre impegnato per contribuire con tutte le sue forze e i suoi feedback al miglioramento della monoposto.